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paolo

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Tutti i contenuti di paolo

  1. Grazie Irene! Un ringraziamento doppio perch? so quanto sei impegnata col lavoro! Al pi? presto inserir? la tua osservazione nella scheda relativa alla pulizia di gabbie e superfici con il relativo credito. Un salutone.
  2. Idem come Luca e Vale. Forse occorre una password? Peccato, perch? avrei avuto piacere di vederlo. :'(
  3. Ciao a tutti. Consentitemi di invitarvi a visitare anche la sezione del Forum "Documentiamoci... ma non solo". All'interno del topic Consigli pratici potete trovare una bella scheda su pulizia e disinfezione di gabbia, accessori e superfici.
  4. paolo

    stefania73

    Ciao Paolo...beh...hai sicuramente la passione per la storia dell'antica Roma visto che i tuoi pelosi si chiamano Nerone e Tiberio, saranno due elementi sicuramente! No no. Molto semplicemente: Nerone ? proprio nero nero e il secondo ha avuto un nome che fosse in sintonia col primo. Per? a questo punto se in futuro avr? delle femmine i primi nomi saranno Poppea e Messalina. Eheheheh!!!
  5. paolo

    stefania73

    Benvenuta Stefania e benvenuto Kledy, caviotto mangione (non abbiamo mai visto caviotti golosi, vero?) Io sono il pap? di Nerone, che ha poco pi? di un anno, e Tiberio, caviottino adottato di circa tre mesi.
  6. Rientro ora in Forum e cosa trovo? Nientemeno che... il brutto Caviottolo! Complimenti Valentina, bellissima novella. Alla prossima.
  7. Benvenuto al piccolo Brikky anche in Forum! E' bellissimo. Facci sapere come si comporta, cos? ci togliamo un po' di timori ancestrali e contribuiamo a toglierli agli altri.
  8. paolo

    A-B-C

    Ok. Alla prossima allora!
  9. RODITORI, DINOSAURI E DINTORNI. I Roditori sono il più grande ordine della classe dei Mammiferi, con oltre 2000 specie, cioè circa il 40% di tutte le specie di Mammiferi. L'ordine dei Roditori comprende animali con caratteristiche notevolmente differenti e presenti in tutti i continenti, con l'eccezione dell'Antartide. Ci sono specie che vivono sul terreno e altre scavatrici-sotterranee, simili alle talpe; specie arboricole e persino plananti; specie a vita anfibia, come i castori; specie a pelliccia morbida (il cincillà) o irta di aculei (l'istrice). I Roditori sono uno dei primi ordini di Mammiferi moderni ad essersi diversificato. I primi Mammiferi erano animali di piccole dimensioni, grosso modo come un topo, con abitudini notturne per sfuggire alle attenzioni dei grandi Rettili predatori. Secondo la teoria classica, che si ritrova nei testi di zoologia e anatomia comparata, solo dopo l'estinzione dei Dinosauri, avvenuta alla fine del Cretaceo, essi hanno potuto sfruttare con successo tutte le nicchie ecologiche lasciate vacanti. Le nostre conoscenze sull'evoluzione sono tradizionalmente basate sullo studio dei fossili. Più recentemente è diventata disponibile l'analisi molecolare, mediante lo studio di marcatori e sequenze geniche, che ben si presta a ricostruire la filogenesi. Anzi, la sistematica molecolare ha addirittura rivoluzionato le nostre conoscenze sulla filogenesi dei Mammiferi, e ha consentito di stabilire nuove relazioni tra specie, alcune apparentemente sorprendenti, così come la parentela tra balena e ippopotamo. Sappiamo che circa 180 milioni di anni fa l'evoluzione dei progenitori degli attuali Mammiferi ha imboccato due strade diverse: una ha dato origine ai quelli che sono i più primitivi Mammiferi oggi esistenti, ovvero Monotremi (come l'ornitorinco) e Marsupiali (il canguro); l'altra ha portato a tutti gli altri ordini di moderni Mammiferi. Questa seconda strada si è nuovamente biforcata circa 120 milioni di anni fa. Da un ramo si sono evoluti i Roditori propriamente detti (criceti da una parte, e topi e ratti dall'altra); mentre dall'altro, verso i 100 milioni di anni fa, una linea diverge verso le cavie e una verso tutti gli altri Mammiferi, compresi i Primati e l'Uomo (apparso "solo" 20 milioni di anni fa). I fossili suggeriscono un'ampia diffusione (radiazione) dei Roditori 65-55 milioni di anni fa, cioè all'inizio del Terziario, nel periodo detto Paleocene, in concomitanza con l'improvvisa scomparsa dei fossili di Dinosauro. Per contro, i dati molecolari indicano una datazione compresa tra 125 e 100 milioni di anni fa, spostando quindi sensibilmente all'indietro la loro radiazione. I Caviomorfi viventi sono ristretti al Sud America, dove essi appaiono improvvisamente in fossili di 38-32 milioni di anni fa, ma ci sono evidenze paleontologiche di un'origine africana delle cavie prima dell'intervallo di tempo considerato. Che cosa ci insegnano questi dati, riguardo la Cavia e i Roditori in generale? Direi molte cose. 1. La cavia è molto più vicina all'uomo di quanto non lo siano le altre specie di Roditori. 2. Le cavie, così come noi le conosciamo, vivono nell'America meridionale, ma sono originarie del continente africano. La cosa non deve stupire se pensiamo che l'aspetto della Terra era un tempo ben diverso da quello attuale. Durante il Cretaceo esistevano due grandi continenti: quello meridionale (Gondwana) e quello settentrionale (Laurasia), separati da un mare, la Tetide. Più tardi, sempre nel Cretaceo, ma circa 100 milioni di anni fa, si verificò la separazione delle masse terrestri di Africa e Sud America. Evidentemente le cavie si sono trovate bene nel continente americano! 3. Lo studio molecolare fornisce continuamente nuove informazioni, che vanno ad integrare e talvolta a correggere quelle già in nostro possesso. Sebbene i Cavidi si siano differenziati precocemente dagli altri Roditori, le più recenti evidenze molecolari ne confermano l'appartenenza all'ordine dei Roditori e non ad un ordine apparentato degli Istricomorfi, come ipotizzato solo pochi anni fa in base all'analisi del genoma mitocondriale. 4. I dati molecolari hanno datato l'inizio della radiazione dei Mammiferi ben prima dell'estinzione dei Dinosauri. I Roditori e i loro antenati sarebbero quindi sorprendentemente antichi e sarebbero inizialmente vissuti fianco a fianco con i Dinosauri stessi. Ovviamente la contemporanea ingombrante presenza dei Dinosauri avrà limitato l'evoluzione dei Mammiferi di maggiori dimensioni e l'utilizzo di un maggior numero di nicchie ecologiche. A questo proposito è interessante notare che l'espansione dei moderni Mammiferi ha coinciso proprio con la scomparsa dei Dinosauri più piccoli, quelli che molto probabilmente erano in diretta competizione con i nuovi arrivati. Comunque, molto prima dell'estinzione dei grandi Rettili, nei Mammiferi hanno avuto luogo molte innovazioni a livello della funzione cerebrale, riproduttiva e del metabolismo, che dovevano in seguito rivelarsi vincenti. Dopo l'estinzione di massa dei Dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa, i Mammiferi diedero luogo ad una rapida diversificazione di forme e dimensioni, anche se per tutto il Paleocene furono i più piccoli tra loro a continuare a dominare la scena. 5. Uno dei marcatori più utilizzati nello studio della filogenesi dei Vertebrati è il gene che codifica il Fattore von Willebrand, una proteina che gioca un ruolo fondamentale nell'emostasi, quel processo che consente di arrestare le emorragie per arrivare poi alla riparazione delle ferite. In presenza di una lesione vasale il Fattore von Willebrand consente alle piastrine del sangue di aggregare tra loro e di aderire alla parete del vaso danneggiato, formando il cosiddetto tappo piastrinico, che sarà poi consolidato da altri fattori della coagulazione del sangue. Si tratta quindi di una risposta funzionale molto sofisticata, presente nei Vertebrati da 450 milioni di anni. La presenza del gene per il Fattore nei Roditori (e nei Mammiferi in generale), con regioni funzionali altamente conservate, testimonia l'alto livello evolutivo dell'ordine. Una molecola contenente parte della struttura del Fattore von Willebrand è presente già nella Drosophila, il comune moscerino della frutta, dove però, mancando le piastrine nell'emolinfa, il meccanismo dell'emostasi deve essere notevolmente differente da quello noto nei Mammiferi. Riferimenti bibliografici. - Asher RJ. A web-database of mammalian morphology and reanalysis of placental phylogeny. BMC Evol Biol 2007; 7: 108-117. - Bromham L, Phillips MJ, Penny D. Growing up with dinosaurs: molecular dates and the mammalian radiation. TREE 1999; 14: 113-118. - Davidson CJ, Tuddenham EG, McVey JH. 450 million years of hemostasis. J Thromb Haemost 2003; 1: 1487-1494. - Goto A, Kumagai T, Kumagai C, Hirose J, Narita H, Mori H, Kadowaki T, Beck K, Kitagawa Y. A Drosophila haemocyte-specific protein, hemolectin, similar to human von Willebrand factor. Biochem J 2001; 359: 99-108. - Huchon D, Catzeflis FM, Douzery EJP. Molecular evolution of the nuclear von Willebrand factor gene in mammals and the phylogeny of rodents. Mol Biol Evol 1999; 16: 577-589. - Huchon D, Madsen O, Sibbald MJJB, Ament K, Stanhope MJ, Catzeflis F, de Jong WW, Douzery EJP. Rodent phylogeny and a timescale for the evolution of glires: evidence from an extensive taxon sampling using three nuclear genes. Mol Biol Evol 2002; 19: 1053-1065. - Murphy WJ, Eizirik E, Johnson WE, Zhang YP, Ryder OA, O'Brien SJ. Molecular phylogenetics and the origins of placental mammals. Nature 2001; 409: 614-618. - Perutelli P, Biglino P, Mori PG. von Willebrand factor: biological function and molecular defects. Pediatr Hematol Oncol 1997; 14: 499-512. - Porter CA, Goodman M, Stanhope MJ. Evidence on mammalian phylogeny from sequences of exon 28 of the von Willebrand factor gene. Mol Phylogenet Evol 1996; 5: 89-101. - Wildman DE, Uddin M, Opazo JC, Liu G, Lefort V, Guindon S, Gascuel O, Grossman LI, Romero R, Goodman M. Genomics, biogeography, and the diversification of placental mammals. Proc Natl Acad Sci USA 2007; 104: 14395-14400.
  10. Ehi, grazie a tutti per la partecipazione ed i suggerimenti, che provveder? ad integrare nelle schede segnalando i rispettivi crediti. Propongo anche a chi avesse suggerimenti sui contributi nei vari topic di aprire delle aree specifiche di commento. Grazie ancora!
  11. paolo

    A-B-C

    Ahahahah!!! Spassosa la novella di Fatamorgana! Effettivamente il dubbio su cosa ti sia fumata ? lecito! Penserei ad un fieno al peperoncino.
  12. Ringrazio Laura per aver voluto condividere con noi queste informazioni. Nel caso dei nuovi inserimenti assistiamo spesso a tentativi di monta tra cavie dello stesso sesso. Si devono quindi fare risalire alla necessità di stabilire una gerarchia all'interno del gruppo, mentre certi comportamenti "deviati" sono indotti da particolari situazioni ambientali. Grazie ancora!
  13. Benvenuto piccolo Brikky! Facci sapere tutto su di lui.
  14. paolo

    cavoletto

    Benvenuta anche in Forum Serena! Un caro saluto.
  15. Ciao a tutti. Ho trovato solo ora questo topic, che mi ha interessato perchè proprio in questi giorni nella mailing list stiamo raccogliendo esperienze sul come contenere un po' le spese per questi pelosi ingordi e porcelloni. Pur non avendo fatto un mio calcolo preciso in moneta sono veramente meravigliato da certi post e mi sento molto vicino a Luca! :'( E' pur vero che io ho anche l'ariete nana, ovvero la società "Trangugia & DiVora"... Vabbè, vado a munirmi di carta e penna e... non sarò breve!
  16. Come sai gli insetti, in particolare quelli ematofagi, possono essere vettori di diversi agenti patogeni, anche per i porcelli. E' quindi opportuno prevenire le occasioni di contatto.
  17. Cenni di ematologia dei Roditori. I globuli rossi. L'ossigeno è indispensabile per i processi metabolici degli esseri viventi (con alcune eccezioni fra i batteri), e deve essere trasportato dall'apparato respiratorio ai tessuti. Nella maggior parte degli Invertebrati l'ossigeno è veicolato da un pigmento vettore direttamente nel fluido ematico. Questo sistema, anche se funzionale, ha una limitata efficienza, perché la molecola libera nel plasma ha un'emivita di soli 100 minuti, assolutamente insufficiente per le necessità di un organismo superiore. Nei Vertebrati il pigmento che veicola l'ossigeno è l'emoglobina, ma la vera novità è che questa molecola è contenuta all'interno di apposite cellule, alle quali l'emoglobina stessa conferisce un tipico colore rosso, che sono appunto chiamate globuli rossi, o eritrociti. Ora l'emoglobina può sopravvivere per l'intera durata della vita della cellula, nell'uomo 100-120 giorni: un bel balzo in avanti, vero? Il compito dei globuli rossi è essenziale ed insostituibile: trasportare l'ossigeno dagli alveoli polmonari ai tessuti, dove l'ossigeno viene ceduto e scambiato con l'anidride carbonica, prodotta dal metabolismo aerobico, che viaggia in senso inverso. Ma il trasporto può essere ancora migliorato. Le cellule infatti possiedono un nucleo, che occupa spazio e consuma energia, e quindi ossigeno. Ed ecco quindi che nei Mammiferi i globuli rossi maturi sono privi di nucleo, cosa che riduce drasticamente il consumo di ossigeno della cellula allo 0,5% di quello dei globuli rossi degli altri Vertebrati! Nella filogenesi dei Vertebrati l'evoluzione si è ingegnata a migliorare l'efficienza dello scambio dei gas respiratori. Questo era possibile in due diversi modi: mediante la formazione di poche, ma gigantesche cellule contenenti grandi quantità di emoglobina, oppure producendo un gran numero di cellule piccolissime. Così, in alcune salamandre possiamo contare 21.000 globuli rossi per millimetro cubo, aventi ognuno l'enorme (tutto è relativo!) volume di 15.000 femtolitri (un femtolitro, fL, è un milionesimo di miliardesimo di litro), faticosamente trasportati nel torrente circolatorio; nella capra, invece, contiamo 17 milioni di globuli rossi per millimetro cubo aventi un volume di soli 19 fL che, oltre a circolare più agevolmente, forniscono una notevolissima superficie di scambio. Per confronto, l'uomo adulto ha circa 5 milioni di globuli rossi con un volume di 90 fL, che sviluppano una superficie complessiva sbalorditiva: da 3800 a 4000 metri quadrati. Sempre alla ricerca di una migliore funzione, nel corso dell'evoluzione sono state saggiate le più diverse morfologie dei globuli rossi: dalla forma ovoidale degli eritrociti nucleati di Anfibi, Pesci e Rettili, alle cellule ellittiche del cammello, fino alle cellule a falce (drepanociti) del cervo. Nei Roditori invece, si è privilegiata la soluzione di piccole sfere. Ritengo che i numerosi microsferociti dei Roditori siano una efficiente soluzione per il trasporto gassoso in animali che "bruciano" molta energia in un lasso di tempo relativamente breve. L'elevato numero di globuli rossi consentirebbe di trasportare grandi quantità di ossigeno e di avere molta superficie di scambio a disposizione. Inoltre, le piccole dimensioni cellulari facilitano il trasporto anche nei vasi più sottili, in modo da ossigenare efficientemente anche la "periferia". A supporto della mia teoria, come potrete vedere più avanti, i Roditori più "cinetici", come topo e criceto, hanno un maggior numero di globuli rossi rispetto a cavie e conigli, animali relativamente più tranquilli. Naturalmente l'evoluzione ha continuato nel suo tentativo di ottenere una morfologia eritrocitaria sempre più ottimale, arrivando infine alla mirabile soluzione della forma a disco biconcavo nell'Uomo. Tale forma rende la cellula molto più elastica e adatta a rotolare nel torrente circolatorio penetrando anche nei capillari più fini, quelli con diametro di 3 micron. Ma questa è un'altra storia. E per terminare, alcuni numeri: UOMO: globuli rossi 5.000.000/millimetro cubo (mmc), emoglobina 15,0 g/L, volume dei globuli rossi 90 fL; CAVIA: globuli rossi 6.000.000/mmc, emoglobina 14,2 g/L, volume 71 fL; CONIGLIO: globuli rossi 6.000.000/mmc, emoglobina 13,0 g/L, volume 64 fL; CRICETO: globuli rossi 7.500.000/mmc, emoglobina 17,6 g/L, volume 63 fL; TOPO: globuli rossi 9.500.000/mmc, emoglobina 15,0 g/L, volume 50 fL. Per chi volesse saperne di più consiglio un testo nel quale troverete anche un'appendice con tabelle di ematologia comparata relative a diverse specie di Mammiferi e altri Vertebrati: Wintrobe MM, Greer JP. Wintrobe's clinical hematology. LWW eds, 2004. A mia conoscenza l'ultima edizione italiana è: Wintrobe M.M. Ematologia clinica. 4a ed. italiana, Piccin, Padova, 1990.
  18. Ciao Lisa Ho fatto una breve ricerca su internet. Apparentemente il piretro ha buona efficacia contro le zanzare e non sarebbe nocivo per l'uomo e gli animali. Un prodotto che potrebbe fare al caso tuo � uno spray della Vape: Vape herbal spray, appunto a base di piretro e dichiarato dalla ditta stessa non nocivo.
  19. UN PO' DI ETIMOLOGIA, OVVERO: LA CAVIA NEL MONDO. Si pensa che il termine "cavia" provenga dal nome "quwi", che nella lingua precolombiana quechua significherebbe topo, semplificato in "cuy" (plurale cuyes) dagli spagnoli. Il nome "porcellino d'India" è indissolubilmente legato a Cristoforo Colombo, convinto che le nuove terre raggiunte fossero le famose Indie. Così la simpatica cavia, simile per certi versi ad un maialino in miniatura, mantenne per sempre questo appellativo, che si ritrova nei termini comunemente usati in numerose lingue europee. Anche la nomenclatura scientifica "Cavia porcellus" ha conservato il concetto di piccolo maiale. L'inglese "Guinea pig" farebbe riferimento allo scalo nell'africana Guinea delle navi che tornavano in Europa dalle Americhe, o al fatto che i porcellini erano venduti per una moneta d'oro, la ghinea appunto (ma messa in circolo quasi un secolo dopo la prima descrizione di Konrad Gesner nel 1554). Più probabile che si tratti di una storpiatura di Guyana, colonia olandese nel Sud America del XVI secolo, e sarebbe allora ripreso dall'equivalente olandese "Guineese biggetje". Dell'italiano porcellino d'india esistono i corrispettivi in francese, "cochon d'Inde"; portoghese, "porquinho da India"; greco, "indika xoridia". In cinese porcellino d'India si traduce "tun shu", mentre in giapponese è "morumotto" (che peraltro significa anche "marmotta") e "tenjikunezumi". In lingua tedesca troviamo "Meerschweinchen" (maialino di mare), forse legato anche all'utilizzo dei marinai come scorta di carne fresca durante i viaggi di ritorno dal Nuovo Mondo. Identico significato anche in russo, "morskaya svinka", e polacco, "swinka morska". Nei paesi scandinavi, combinando il latino "mare" e il germanico "svin" (maiale) otteniamo "marsvin". In lituano abbiamo "jurascucinas", in ungherese "tengerimalac" e in croato "zamorac". Gli spagnoli hanno forse un po' più di fantasia, e la cavia diventa "conejillo de Indias", cioè coniglietto d'India. Ricordiamo in proposito che la summenzionata trattazione del 1554 di Gesner si intitolava: "Sul coniglio indiano o porcellino". E ritornando alla terra d'origine della cavia, nella regione andina viene diversamente indicata in diversi luoghi, e oltre a "cuy" troviamo: "jaca", wanku", "conejo peruano", "curi", "acurito", eccetera. Infine, in esperanto la cavia diventa "kavio".
  20. Grazie Ilaria Il tuo suggerimento ? stato inserito nella scheda ed ? stato segnalato il credito in fondo alla stessa. Con l'occasione ribadisco l'invito a tutti a proporre contributi per questa sezione del Forum, e a voler condividere le osservazioni personali.
  21. paolo

    Lisa

    Buongiorno Elisabetta, benvenuta! E che carino che ? Pepotto, troppo simpatico!!! Ed ? bello sapere che qualcuno ha iniziato la sua avventura nel mondo delle cavie proprio con un'adozione!
  22. Per quel che ne so, la colorazione pi� o meno rossastra delle urine non deve spaventare perch� � data da composti con una struttura chimica simile a quella dell'emoglobina, che appunto impartisce la colorazione al sangue, presenti in certi tipi di erba e verdure (anche se erbe e verdure non sono rosse). La presenza degli atomi di ferro in tali molecole, nell'ambiente basico delle vie renali, � responsabile della colorazione rossastra.
  23. DIZIONARIO CAVIESCO-ITALIANO. Premessa e istruzioni per l'uso. Questa modesta fatica nasce dall'esperienza degli iscritti alla Mailing List del sito, nel tentativo di pervenire alla corretta interpretazione dei suoni emessi dalla cavia e di alcuni suoi atteggiamenti, proponendosi come strumento utile a monitorare il benessere delle nostre cavie. Classificare i suoni emessi dalla cavia non è semplice, perché lo stesso suono può avere significati differenti in differenti contesti. Inoltre, la percezione dei fonemi cavieschi è qualcosa di squisitamente personale. Questo dizionario vuole inoltre essere uno strumento dinamico, da aggiornare ed integrare con ulteriori osservazioni. E comunque nessun dizionario potrà sostituire quel fondamentale strumento di comprensione che è il rapporto d'amore che si instaura tra noi e le nostre cavie! Il dizionario dei suoni. 1. Il classico PUII PUII PUII PUII !!! col quale la cavia chiede attenzione, tipicamente una richiesta di cibo, emesso quasi in automatico all'apertura del frigo o al rumore dei sacchetti della spesa. Si inizia con volume normale, per giungere a livelli decisamente alti se la richiesta non viene soddisfatta nei tempi che la cavia ritiene ragionevoli. 2. Lo stesso PUII PUII PUII PUII !!!, ma molto più e acuto, emesso dalla cavia spaventata. 3. Un brontolio tipo PO PO PO PO, o addirittura un pigolare o chiocciare, che la cavia emette mentre gironzola, l'equivalente del nostro passeggiare canticchiando o fischiettando. Da interpretare come manifestazione di interesse, per esempio quando esaminano qualcosa di nuovo. 4. Il TRRR TRRR TRRR simile alle fusa del gatto, tipico della cavia che, accarezzata a lungo e delicatamente, apprezza le nostre attenzioni. Il verso cresce di intensità quando dalla testolina si passa alla parte posteriore, per raggiungere l'apice nel contropelo e in poco gradite palpatine del pancino e delle zampette, sino a sfociare eventualmente in un PO PO PO PO !!! dal ritmo incalzante, con scrollata del corpo, a testimoniare il fastidio. In taluni casi ci può scappare anche un morsetto. 5. Un suono acuto, ma leggero, quasi un cigolio, con cui la cavia ci avverte che deve ritornare nella sua casetta, dopo una sessione di coccole, per fare i bisognini. "E se non hai capito te la sei cercata!" 6. Un TRRRRRRRR vibrato, che si può sentire in differenti situazioni: - caldo e suadente, quando il maschio approccia una bella caviotta; - quasi un ringhio, tra due cavie che si incontrano per la prima volta o che si sfidano (la cavia che subisce a sua volta può emettere una specie di piagnucolio); - breve e secco, quando una cavia è infastidita o spaventata da un rumore insolito o forte. La cavia resta poi immobile e attenta, come congelata, in attesa di altri segnali di pericolo, pronta alla fuga. 7. La cavia infastidita può anche battere i dentini, tipo serpente a sonagli, e a questo suono può seguire un attacco fisico nei confronti dell'altra cavia! La cavia però può battere i denti anche in condizioni di apparente tranquillità, anche mentre viene accarezzata; se il suono è ben percepibile e la cavia solleva il musetto verso di voi dovrebbe significare che desidera poter ritornare alla sua privacy; se il battito è appena intuito dai movimenti della boccuccia dovrebbe indicare che apprezza, o tollera, le vostre effusioni. Il battito dei dentini può anche rappresentare una condizione di aspettativa e impazienza, come quando stanno per arrivare fieno e verdure e ad esso può fare seguito il mordere le sbarre della gabbia. 8. Solo a pochi fortunati è stato possibile udire una specie di cinguettio (chirping), a volte sommesso, a volte fortissimo, che alcune cavie emettono di notte, dal significato ignoto. Inoltre: gorgoglii, borbottii e pigolii vari emessi dalle cavie quando mangiano, oziano o chiaccherano tra loro! E' anche importante riconoscere il movimento della testa verso l'alto della cavia accarezzata. Anche in questo caso i significati sono due: si può trattare di una richiesta di attenzione ("Ehi, potrei avere ancora un po' di quella cosa buonissima?") oppure di un moto di fastidio; in questo secondo caso il movimento è più violento e trasmette chiaramente il concetto: "Non mi scocciare!". ultimo aggiornamento: settembre 2010.
  24. paolo

    Roditori, suoni e ultrasuoni

    RODITORI, SUONI E ULTRASUONI. L'orecchio umano percepisce le frequenze comprese tra 20 e 20.000 hertz (Hz), con la massima sensibilità nell'intervallo 1.000-2.000 Hz. Frequenze inferiori a quelle percepite dall'orecchio umano (<20 Hz) sono dette infrasuoni; frequenze superiori (>20.000 Hz) sono dette ultrasuoni. Quali suoni possono percepire le cavie, e i roditori in generale? La cavia percepisce frequenze variabili tra 54 e 50.000 Hz, il cincillà 90-22.800, il coniglio 360-42.000, il topo 1.000-91.000. Ovvero, tutti i roditori mostrano la capacità di percepire gli ultrasuoni. Quindi, quando talvolta vediamo i nostri pelosi immobilizzarsi in atteggiamento di attenzione senza alcuna ragione apparente, è possibile che abbiano percepito qualche suono precluso alla nostra capacità uditiva. Tanto per fare qualche confronto, ecco le frequenze percepite dall'orecchio di alcuni animali domestici: il cane 67-45.000 Hz, il gatto 45-64.000, il furetto 16-44.000, il canarino 250-8.000, il pappagallo 200-8.500, la gallina 125-2.000. Cito ancora, a titolo di esempio: il pipistrello 2.000-110.000 Hz, la balena 1.000-123.000, l'elefante 16-12.000. Dei primi due desidero ricordare la straordinaria capacità di orientarsi a mezzo "sonar" (guardate che frequenze massime arrivano a captare!); per quanto riguarda l'elefante credo sia uno dei pochi mammiferi a percepire realmente gli infrasuoni, anche se me ne sfugge il vantaggio funzionale. I cuccioli di tutte le specie di roditori sono in grado di emettere, oltre a tutta una gamma di suoni nello spettro dell'udibile, anche ultrasuoni la cui frequenza e durata sono specie-specifiche. Nei topini neonati, i più studiati in laboratorio, la capacità di emettere gli ultrasuoni aumenta fino a raggiungere un picco intorno al 6°-7° giorno di vita, per poi diminuire e scomparire completamente verso il termine della seconda settimana. A quale scopo questo tipo di comunicazione tra roditori? In natura i roditori sono preda di molte specie di mammiferi e uccelli, che li cacciano preferibilmente di notte, sfruttando soprattutto l'udito per localizzarli. Molti uccelli, come abbiamo visto sopra, non sono in grado di percepire suoni sopra i 10.000-20.000 Hz. Gli ultrasuoni si smorzano rapidamente sulla distanza, vengono deflessi anche da steli d'erba e ramoscelli, sono attenuati dall'umidità e da particelle di polvere nell'aria. Sono invece facilmente localizzabili sulla breve distanza, e questo rappresenta una vantaggiosa forma di comunicazione del cucciolo con la madre, non intercettabile da molti predatori! Gli ultrasuoni hanno un importante ruolo nell'interazione madre-cucciolo perché sollecitano nella madre un'immediata attenzione, e sono emessi a fronte di determinati stimoli fisici e sociali. Per esempio, se la temperatura ambientale diminuisce, aumenta la frequenza dei richiami ultrasonici del cucciolo ("Mamma, mamma, ho freddo!"); così pure quando il cucciolo resta isolato ("Mamma, mi sono perso!"). Anche sensazioni tattili e olfattive stimolano l'emissione. Nella madre, oltre a tutta una serie di modificazioni di parametri biochimici, la captazione degli ultrasuoni del cucciolo inibisce l'attitudine a mordere o addirittura al cannibalismo, come può accadere a madri deperite dopo il parto di cucciolate numerose. Per chi volesse approfondire l'argomento indico questo articolo, nel quale potrete trovare anche una ricca bibliografia: "Ultrasonic vocalisation emitted by infant rodents: a tool for assessment of neurobehavioural development", pubblicato in: Behavioural Brain Research 2001; 125: 49-56.
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