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Toppi

Alcune notizie dall'Equatore.

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Ciao a tutti! smiley.gif

Come mi è stato cortesemente richiesto qualche giorno fa, provvedo ad aprire una discussione inerente alla "vita in Singapore", sperando di fare cosa gradita. Provvederò ad aggiornare l'argomento qualora intervengano notizie interessanti o, naturalmente, per rispondere alle Vostre domande.

Da dove iniziare? Beh, forse prima di tutto è bene spiegare cosa ci facciamo la mia famigliola ed io qui a Singapore. Destino, forse. Sono arrivato due anni fa qui senza una ragione precisa. Dopo cinque anni nell'Aeronautica Militare, inviato ovunque, come alcuni di Voi sanno, nei diversi teatri delle purtroppo atroci guerre di questi ultimi anni (Afghanistan, Iraq, ed anche Israele, Libano ed Africa), dopo essere stato quasi ucciso, ho ottenuto il mio congedo ed ho ripreso la mia carriera accademica (che non avevo mai interrotto grazie a tutta una serie di convenzioni e di permessi vari che mi hanno consentito di svolgere una sorta di doppia attività) presso l'Università di Pisa, ove ero Ricercatore in Linguistica (storica). Da lì, un giorno, mi viene detto che un Ateneo di Singapore, la Nanyang Technological University (NTU), ha una Division di Linguistica che si occupa di Linguistica descrittiva e ci sono alcuni Docenti occidentali che vorrebbero dare a quel loro tipo di studio un "taglio" più storico o, almeno, diacronico. Pisa ed NTU sono collegate da diversi rapporti di collaborazione. Così, mi si chiede se io voglia partire, recarmi là (qua) a provare questa esperienza "sperimentale". Non avevo mai pensato a Singapore, ero stanco di "viaggiare", ma, data la condizione estremamente precaria delle nostre belle e prestigiose Università italiane (Pisa è davvero una grande Università, ma, come tutte le italiane, sta vivendo momenti difficilissimi, a causa anche di problemi interni e "secolarizzati" che potete ben immaginare) ed il fatto che NTU sia una delle migliori Università dell'Asia, con tanto di premi Nobel ad insegnare presso diverse Schools, ho accettato. Contratto da Visiting, un anno. E, invece, sono ancora qui, come Research Fellow (confermato). Avrete già capito tutti perché. Chi ti incontro, qui? Toppi? Pitto? Uhmm, non proprio o, almeno, non ancora. Incontro Elina (nome cinese troppo complicato per essere "trascritto"), mia moglie. smitten.gif PhD Student cinese (di Nanjing) con un cuore grande così che trasmette una tenerezza atavica così forte che davvero spesso penso sia stata mandata su questa Terra per salvarmi l'anima. Sono un "bad Western" (qui, ogni tanto, ci chiamano così), dunque le "piaccio" (non foss'altro perché qui sono "raro", come un "fossile", od un "relitto" da un altro mondo). E ci sposiamo. A Nanjing (i suoi genitori sono fantastici), poi in Italia (i miei genitori la amano moltissimo), poi anche qui a Singapore (se Vi sposate con una donna cinese, uomini, o con un uomo cinese, donne, siate preparati ad itinera burocratici al limite dell'allucinante). Poi, per non essere troppo prolisso con la mia irrilevante "storia famigliare", arrivano con noi, aspettando i bimbi, Toppi e Pitto, i due pelosoni che ci fanno diventare pazzi da mane a sera. knuppel2.gif

Non sapevo molto di Singapore, anche se, sia per la guerra che per i miei studi e la mia formazione scientifica, avevo già girato mezzo mondo (principalmente, per ragioni accademiche, gli States - dove ho amato molto la California e la Florida, e chi non le ama? - e l'Australia), così, quando arrivai, tabula rasa. E, cosa che non mi capita di frequente quando giungo in un luogo "nuovo", iniziai ad "innamorarmi" di diverse cose. La gente. Sono (quasi) tutti estremamente gentili e disponibili. Non si tratta della proverbiale "gentilezza orientale", uno stereotipo reale improntato non a gentilezza "vera", ma sono gentili davvero, per formazione e carattere. Singapore non ha una "popolazione singaporiana", come sapete. Circa il 74% dei Singaporiani è di provenienza cinese, il resto degli abitanti viene dalla Malesia (dato che Singapore "è" penisola malese), dall'Indonesia e dall'India (poi c'è anche, naturalmente, una minoranza occidentale variegata ed ondivaga, nel senso che coi residenti, come me, occorre conteggiare i turisti). Sono tutti gentili, estremamente attenti ad aiutare il prossimo e ad essere cortesi. E, nonostante non siano un "popolo", sono estremamente orgogliosi di essere Singaporiani e sentono una sorta di "identità nazionale" che il locale Governo cerca di "spingere" al massimo, naturalmente. A dispetto del fatto che le diverse "etnie" (parola che uso impropriamente, solo per spiegarmi) non si siano ancora "mescolate" molto, nel cinquantennio dall'indipendenza della Lion City, adesso le cose si stanno "aprendo" e non è difficile vedere coppie miste. Naturalmente coppie miste cinesi-occidentali, invece, ci sono sempre state, ma gli Occidentali, in se stessi, non fanno parte delle "etnie" singaporiane. Un'altra cosa che ho apprezzato tantissimo di Singapore è l'estrema pulizia di ogni luogo e di ogni ambiente. Sembra che ci sia sempre qualcuno che pulisce le strade, le vie, la stessa vegetazione e, naturalmente, i grandi Malls e gli interni, ma non si vede mai nessuno, segno tangibile dell'estrema efficienza singaporiana. La città, in ogni sua parte, è splendida e, non so come dire, "riluce". Il verde, poi, è ovunque. Da decenni la politica del verde è attivissima, qui nella Lion City ed ovunque, anche sulle autostrade che tagliano in due l'isola si trovano distese di piante tropicali e fiori che, dato il clima "equatoriale" che c'è qui, sono lussureggianti tutto l'anno. A Singapore, inoltre, come qualcuno di Voi sicuramente sa, sorge il Giardino Botanico più importante dell'Asia ed uno dei primi al mondo, con un'esposizione memorabile di orchidee (il fiore dell'orchidea è uno dei simboli della città). La metropoli è organizzata lungo le arterie della MRT (metropolitana), che percorre ogni quartiere ed ogni area. Ad ogni stazione (le stazioni sono tutte pulitissime e curate, alcune hanno anche fontane ed opere d'arte "incorporate") è abbinato un grande Mall, cosicché la gente, una volta scesa, si trovi immediatamente dentro ad un enorme centro commerciale a più piani (lo fanno per incentivare gli acquisti) dal quale partono frotte di autobus per ogni possibile destinazione. La MRT è sempre puntualissima, al secondo, così come gli autobus (ed in caso di ritardo, anche di un solo minuto, uno speaker annuncia la cosa e si "scusa" coi passeggeri). L'economia tira a mille, il tasso della disoccupazione è inferiore allo zero, nel senso che, ancora oggi, c'è più richiesta di lavoro di quanti siano i lavoratori, anche se la popolazione sta salendo intorno ai 4 milioni di unità o più. Così, i grandi Shopping Centres (qui si usa dire Centre e non Center) sono sempre pieni di gente che compra compra compra compra compra, sempre le stesse cose, vestiti, orologi, articoli tecnologici (in Asia hanno la mania sfrenata della tecnologia), gioielli, cibo, cose molto costose, tra l'altro, dato che gli stipendi sono molto alti. La politica, qui, è di dare lavoro a tutti. E lo si fa, naturalmente, anche con alcune contraddizioni. Non esistono "cose vecchie", a Singapore. Tanto meno palazzi o strade. Appena un palazzo raggiunge, non so, i dieci anni di età, viene abbattuto o pesantemente ristrutturato (spesso senza apparente motivo), per renderlo sempre più nuovo ed avveniristico. Ciò, oltre a dare alla Lion City un aspetto di modernità assoluta e "costante", consente alle imprese edili di lavorare in continuazione. Stessa cosa nelle Università e negli Enti pubblici. C'è un Centro di Ricerca che ha dieci anni? Lo buttano giù e, in un anno, ne costruiscono uno nuovo, più grande, più bello, più ricco di strumenti e più avveniristico. Quando sono arrivato qui, di fronte alla mia School c'era un piccolo cantiere. Dopo un anno era sorto il Centro di Ricerca più prestigioso di NTU, già pronto ed inaugurato. Ciò significa, naturalmente, avere una politica "disinvolta" del lavoro, fare lavorare gli operai giorno e notte, anche nei giorni di festa, sempre con turnazioni, naturalmente, e con misure di sicurezza rigidissime. Ma significa anche pagarli molto e garantire lavoro sempre. L'esempio delle costruzioni è applicabile a tutti gli altri settori dell'occupazione nella Lion City. Da cosa è permesso ciò? Beh, lo saprete sicuramente ed è triste dirlo. Dal potere delle Banche e dei grandi "investitori" (alcuni "misteriosi"), dato che Singapore è una sorta di "paradiso fiscale" e dato che il denaro che c'è qui - Singapore è, forse, la più ricca città del mondo - è prodotto da altro denaro, in un circolo che, in molti dicono essere "virtuoso", ma che, in realtà, "virtuoso" non è (la finanza non produce, produce denaro sul denaro, e ciò è tutto tranne che cosa "virtuosa", ma a Singapore funziona, perché la gente sta bene, ha lavoro ed ha denaro). Una simile "condizione" è dovuta anche al fatto che il Governo sia sì, democratico, ci sono libere elezioni, ma sia sempre lo stesso - in mano ad una famiglia - da cinquant'anni. Nessuno obbliga nessuno a votare per il Governo, ma tutti stanno bene e le cose funzionano alla grande, così la gente non ha motivi di votare per altri e conferma sempre il solito Governo. Che se ne sta "appartato" (apparentemente), eroga servizi efficientissimi e ricchezza diffusa, ma non dà molte spiegazioni sulla ricchezza stessa, né sugli affari che vengono trattati. E' il "prezzo" della "vita felice". Alle volte sembra di essere in una specie di Truman Show o di mondo orwelliano "dolce". E ciò non si può chiamare, a dire la verità, sinceramente "democrazia". Io sono un Occidentale e sono stato un soldato, mia moglie è Cinese, sia a lei che a me tutto questo salta immediatamente "all'occhio". Ma i Singaporiani Singaporiani sono molto contenti di come vanno le cose e non si pongono problemi. Sono sempre "felici", è l'impressione che si ha nel vederli nei grandi Malls od al lavoro, sorridono sempre e sono sempre impegnatissimi e contenti di esserlo. Impegnatissimi a fare business, a fare soldi, a fare carriera. Cosa negativa, almeno secondo me, e cosa che per un "corrotto" e "decadente" Occidentale comunque non può avere senso, è che non abbiano una cultura, una storia ed una tradizione. Non leggono Poesia, si interessano raramente (se non per qualche Corso universitario) di Letteratura e non se ne pongono il problema. Se hai un MA (Laurea di secondo livello) od un PhD (Dottorato di Ricerca), qui, devi averlo in Economia od in Ingegneria, il resto conta nulla o quasi nulla. Non che sia "sbagliato", io ho due Lauree in Filologia classica e moderna ed un Dottorato di Ricerca in Linguistica storica ed in Italia facevo la fame (ed ero, comunque, uno dei più "fortunati", nel mio settore, molti con le mie stesse qualifiche e molti migliori di me non avevano lavoro e vivevano una vita tristissima ed umiliante, purtroppo, e ciò è una vergogna), ma non c'è "anima", almeno un Occidentale come me "sente" così questa cosa. Hanno la loro "anima" in altro, come detto sono gentili, credo anche sentimentali, hanno un background "patriottico" (la generazione dei Pioneers, i "fondatori" di Singapore, ora, tocca i 60 od i 70 anni, e tutti i Singaporiani li celebrano e li "coccolano" in ogni modo, cosa diversa dall'Occidente che, spesso, si dimentica dei propri "vecchi"), sono persone oneste e sono capaci di atti di grande ingegno (i loro architetti sono tra i migliori al mondo e l'ideazione stessa della struttura della città, immersa nel verde ed iper-tecnologica, è geniale), ma non hanno "storia", "storia dell'anima", intendo. Dovranno ancora fare molta strada, per averne una, ma, temo, non sono interessati ad averla e, probabilmente, non l'avranno mai. Forse la loro "storia dell'anima" inizierà con la decadenza economica di Singapore, chi lo sa?

Il clima, come Vi ho accennato altrove, è un'estate perenne, quasi sempre oltre i 30 Gradi Celsius, con punte anche di 40, ma l'umidità non è tanta come si potrebbe immaginare e, dopo una settimana dall'arrivo qui, il corpo si è già abituato e non percepisce una temperatura diversa da quella di un'estate europea. Siamo all'Equatore, dunque la stagione è unica, come detto, estate. In realtà, fino a qualche anno fa, causa Monsoni, le stagioni erano due, la stagione "bella", sole fisso e caldo, sei mesi, e la stagione delle piogge, caldo umido e pioggia costante. Ora, a causa dei cambiamenti climatici, i Monsoni riescono raramente a lambire Singapore, dunque la stagione è davvero mono-stagione, le piogge, in alcune parti dell'anno, specialmente tra Novembre e Dicembre, sono frequenti ed anche forti, ma durano poco e non sono mai continuative. Il resto è sole e caldo. E, come Vi accennai, la stagione migliore è tra Gennaio e Febbraio (con la coda di Dicembre), quasi niente piogge, un cielo azzurro, spesso terso, ed una specie di primavera europea, molto calda, ma "primaverile", appunto, senza l'"avvampare" dell'estate e con cieli stellati durante la notte. La gente gira in maglietta con le maniche corte e pantaloncini corti tutto l'anno ed ogni ambiente, sia gli edifici pubblici che quelli privati, è fornito di aria condizionata "intelligente", che varia a seconda della temperatura esterna e che non è mai troppo "invasiva" (a parte sui buses, qualche volta). Ogni edificio, pubblico o no, anche all'esterno, è progettato con camminamenti coperti che collegano i vari "blocchi", sia al piano terra che negli altri piani, cosicché, anche in caso di pioggia, le persone possano spostarsi agevolmente dall'uno all'altro senza bagnarsi.

Cosa si può visitare a Singapore? A parte la City, cuore finanziario della metropoli, coi famosi grattacieli coreografici, gli alberghi a sette stelle e la ruota panoramica, sicuramente il Giardino Botanico, come detto, davvero spettacolare, ed il Chinese Garden, secondo me il luogo più bello di Singapore, una immensa distesa verde attorno ad un lago artificiale prodotto dalle acque del Singapore River, con monumenti cinesi, come la famosa Pagoda e le celebri torri della Luna e della Terra, ed infinite specie botaniche in ogni dove, col sentiero dei filosofi cinesi che porta al Japanese Garden, ed il Museo delle tartarughe e delle testuggini. Alle volte, dalla acque, esce fuori qualche Komodo Dragon, ma sono abituati alla gente, se non sono infastiditi se ne vanno e non fanno caso a nessuno. Poi, se volete andare al mare, ci sono le bellissime spiagge di Sentosa, Palawan Beach e Siloso Beach, Palawan è la favorita di mia moglie, le ho chiesto là di sposarmi, con due bacini riparati costruiti apposta, come due piccole lagune, con tanto di ponte di corde ed isolette tropicali disseminate qua e là, ognuna da visitare. Ci sono grandi frangiflutti nascosti, per il pericolo di tsunami, dopo la tragedia di qualche anno fa, ed il mare è sempre calmo. Due volte all'anno, a Sentosa (oltre ad attrazioni varie sempre presenti), si tiene il concerto ukuleistico al quale partecipano più di cinquecento musicisti da tutto il mondo, all'ultimo ho partecipato anch'io! Io suonavo la chitarra (a dire il vero sono sempre stato un flautista ed un oboista - ho sempre amato molto l'oboe ed ho iniziato a studiare questo strumento da quando ero bambino, per sfuggire alle lezioni di pianoforte di mio padre, ehm, ero un "genio"?, ehm, idiot2.gif -, ma la chitarra fa parte dei miei anni da adolescente, ah, le ragazze ne andavano matte! rotfl.gif ), ma, arrivando qui, ho iniziato ad imparare a suonare l'ukulele, piace molto, qui, lo insegnano in molte scuole complementarmente alla chitarra e, allora, ho iniziato a suonarlo (e mi piace!). Poi, potete recarVi a Bugis, dove ci sono i più antichi mercatini tradizionali (oltre all'immancabile Mall) di Singapore, dato che Bugis è l'antico quartiere dei mercanti e malandrini makassaresi, Bugis, appunto. Od a Chinatown, dove si respirano tutta l'atmosfera ed il caos della Cina e dove potete gustare eccellenti dumplings. Per trovare i turisti occidentali, il luogo migliore è Clarke Quay, sulla strada per Marina Bay e City Hall, luogo della "movida" singaporiana dove confluiscono - forse un po' troppo banalmente - tutti i turisti occidentali. Li si riconosce non soltanto per la fisionomia, ma anche perché si "conciano" come se fossero Indiana Jones, con un po' grotteschi cappelli da avventurieri e "divisa" da esploratori, come se dovessero recarsi nella giungla, mentre Singapore è una città più moderna - coi dovuti raffronti - di New York. A Clarke Quay ci sono molti locali storici e famosi, il più noto è il celeberrimo Harry's Bar di hemingwayana memoria. I migliori ristoranti italiani - spero di non fare involontaria "pubblicità" - sono a Robertson Quay, Bella Pasta e Bella Pizza, con annessa vineria, gestiti da veri italiani (il proprietario è simpaticissimo) e "dispensanti" vero cibo italiano. Singapore ospita anche diversi Musei famosi, da visitare. E, naturalmente, lo Zoo, il più importante dell'Asia, con tantissimi animali che vivono praticamente in libertà (un sistema intelligentissimo permette di tenerli liberi senza rischi per i visitatori), e che offre anche l'esperienza di un bellissimo safari notturno, un po' "sfiancante", ma estremamente suggestivo. Se avete bimbi, è un'esperienza che ricorderanno a lungo.

La vita è tranquilla. Il tasso di criminalità è quasi pari allo zero, la Polizia è molto vigile, ma quasi "inoperosa", almeno all'apparenza, ed è difficile vedere poliziotti in giro per la città (molti sono in borghese, il tutto per contribuire alla "tranquillità" della metropoli). Singapore ha un esercito cospicuo, rispetto alle ridotte dimensioni del luogo, perché si sentono sempre in guerra col terrorismo islamico di matrice malese e con le - ormai datate - rivendicazioni malesi di possesso sull'isola, dopo il grande sviluppo della stessa. La leva dura ben due anni, ma i soldati hanno il vantaggio di essere in Singapore, così, quando hanno una licenza, prendono il bus e se ne tornano a casa in dieci minuti. Poi, terminata la leva, non vengono presi e "mandati via", ma, se non hanno altre prospettive od ambizioni, viene fornita loro l'opportunità di avere immediatamente un lavoro. Ad esempio, un'alta parte dei tassisti singaporiani proviene dall'Esercito, sono molto professionali e guidano molto bene (non come certi tassisti "pazzi" italiani ed europei) e seguono un Corso apposito prima di essere abilitati definitivamente.

Note negative di Singapore.

Se amate l'inverno o l'aurora boreale, non è il posto migliore del mondo.

La democrazia non è vera "democrazia", ma ciò è risaputo e non sono sicuro che - se pure per ragioni diverse - anche la nostra democrazia, in Italia, sia vera "democrazia".

Quando passate sotto ai palazzi delle grandi Banche, Vi viene sempre da chiederVi da dove provengano tutti quei soldi e quante persone abbiano dovuto morire per essi.

Il cambiamento radicale della società, da stampo malese prima a stampo - unico ed originale - singaporiano, poi, in meno di cinquant'anni ha prodotto un dislivello sociale enorme delle prime generazioni rispetto alle ultime. Alcune - molte - persone di 70 od 80 anni sono costrette ancora alla loro età, oggi, a lavorare, perché le loro pensioni sono calcolate col sistema "vecchio" e, dunque, sono estremamente basse e non consentono loro di vivere (Singapore è la città più "cara" del mondo, la gente non se ne accorge perché gli stipendi sono molto alti, ma per chi viene "da fuori" la cosa è molto percepibile), così devono lavorare, svolgendo, spesso, lavori non consoni alla loro età, come i giardinieri nelle Università (ore sotto al sole a lavorare) o le donne e gli uomini delle pulizie nella metropolitana od altro. E' una vergogna, e va detto, alla loro età dovrebbero essere a casa, accuditi dalle loro famiglie, ed invece non è così. Il Governo li chiama "(gloriosi) volontari", dicendo che hanno scelto loro di lavorare (naturalmente nessuno li costringe, ma se non lavorano non hanno i soldi per mangiare, dunque non sono propriamente "volontari"), ed hanno "diritti" non "europei" (anche se pure in Europa stanno abolendo tutti i diritti), tipo quello - comico - di dovere lavorare "soltanto" dodici ore al giorno (non otto, dodici), ma di avere un'ora libera di riposo al giorno (che bel diritto). E' lo "scotto" da pagare al grande sviluppo dopo l'indipendenza dalla Malesia. Qui, geograficamente, siamo in Malesia, se prendete un bus, fate trenta chilometri, superate il confine e siete a Johor Bahru, la seconda più importante città della Malesia (ed una delle più brutte città del mondo, secondo me, niente a che fare con Kuala Lumpur), pochi chilometri da Singapore, ma differenza abissale, sporcizia ovunque, tutto chiuso, luoghi "depressi", povertà, disordine. La "bellezza" di Singapore ha un prezzo, che si riverbera nelle contraddizioni, alle volte forti, se pure sottaciute, della sua società.

A Singapore c'è la pena di morte, praticata per impiccagione, soprattutto contro il reato del traffico di droga. Basta che una persona sia trovata in possesso di una minima quantità di stupefacenti per essere condannata a morte in un processo per direttissima, non "convenzionale". Ogni anno si calcolano centinaia di impiccagioni per questo motivo.

Una curiosità nota a tutti. A Singapore è vietata la gomma da masticare, non la si vende e nessuno può procurarsela, una volta si poteva anche essere arrestati, se trovati in possesso di gomma da masticare, tanto più se per la vendita. Il motivo è semplicissimo. La gomma da masticare sporca, viene gettata per terra, "attacca" e non "va via". La pulizia all'estremo livello di Singapore ha fatto sì che la gomma da masticare fosse e sia vietata severamente (a Johor Bahru le strade sono "infestate" da decine di migliaia di gomme da masticare), così come non si può mangiare né bere nelle stazioni della MRT e dei buses e, tanto meno, su mezzi pubblici.

Ci sono telecamere attive dappertutto, non soltanto nei luoghi pubblici, e ciò trasmette una sensazione di grande sicurezza, ma anche l'idea di essere in una specie di "grande fratello" orwelliano evoluto.

Simbolo di Singapore è il Merlion, un "leone di mare" (non "leone marino") che "sputa" acqua in mare. Sembra "antico", ma, come Vi accennai, è stato introdotto piuttosto recentemente, nell'ultimo quarantennio / trentennio, perché Singapore aveva bisogno di un simbolo. Il Merlion vero e proprio si trova davanti allo storico Fullerton Hotel, nella City, un Merlion Gigantesco, invece, si trova a Sentosa. Altro simbolo di Singapore è l'Esplanade, il celeberrimo teatro a forma di durian (il puzzolente ed immangiabile frutto che piace tanto a queste latitudini) che ospita eventi rilevantissimi, dalla musica classica ai Rolling Stones (l'anno scorso).

Dove si può andare da Singapore in poco tempo e con poca spesa (intendo voli a basso costo e "durata" di un week-end)? Malesia, naturalmente, Kuala Lumpur e Malacca, la terra dei pirati, Indonesia, meta privilegiata Bali, con Giacarta al secondo posto, Hong Kong, Taiwan, Cambogia.

In sostanza, Singapore è un gran bel luogo dove vivere, esprimendo una "lontananza". "Lontananza" da tutto, dall'Occidente, dalle tragedie del mondo, che sono così vicine, ma che, qui, sembrano così lontane, dalla crisi economica, dagli inverni nevosi e dall'idea di un ubi consistam che Singapore non esprime, risolvendo, però, il problema. A Singapore non hai bisogno di cercare il tuo ubi consistam, perché sei come "sospeso", sai che non è il "tuo" luogo, ma ci stai bene e, allora, non ti poni il "problema". Fino a che dura. Io sono occidentale, ho visto la morte, ho visto la guerra, ho visto la crisi, ho visto la miseria, non posso dimenticare e non dimentico.

Allora, ci venite a trovare? Mia moglie ed io Vi aspettiamo, ma, soprattutto, Vi aspettano i terribili e ferocissimi Toppi e Pitto, portate con Voi tanta lattuga!!!!! laugh.gifgrin.gif

Nell'auspicio di fare cosa gradita, Vi allego qualche fotografia di Singapore (in questo ed in posts successivi, per ragioni di spazio). smiley.gifSono e resto a Vostra disposizione per Vostre eventuali domande, alle quali risponderò molto volentieri e, come detto, provvederò ad aggiornare questa pagina, se ci saranno novità interessanti o se mi verrà in mente qualcosa di "notabile" inerente alla Lion City. smiley.gif

Le fotografie allegate a questo post riguardano la mia Università, NTU (il Campus è enorme, praticamente una città, ed è bellissimo).

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Botanic Gardens. 5.

Purtroppo sembra che io non possa allegare altri files di immagini per una questione di dimensioni, nel senso che ho usato tutto lo spazio disponibile. unsure.gif Spero che il problema si possa ovviare, fatemi sapere, nel caso sia possibile, naturalmente inserirò altre immagini! laugh.gif

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Ma che bravo Steven. Mi è sembrato di leggere un racconto di Tiziano Terzani o dei grandi corrispondenti dei grandi giornali di un tempo. Linguaggio asciutto (ti invidio), profondità di analisi e, soprattutto, quel fondo di cultura umanistica che, ca va sans dire, appartiene agli europei ed in particolar modo agli italiani. Veniamo da lontano.

Al di la della capacità descrittiva (che ho supportato cercando le immagini relative su google), hai introdotto tante riflessioni sociologiche che sarebbero stimolante spunto di confronto.

Poco pertinente al sito, lo so, ma in fondo questa è sezione O.T.

Mi riservo di rileggere con calma e magari di farti qualche domanda o aggiungere qualche mia riflessione.

Un'ultima cosa, curiosità mia personale, non hai detto da quale parte d'Italia provieni (a meno che, avendo studiato a Pisa, tu sia toscano). Oppure l'hai omesso volutamente, nel qual caso ti chiedo scusa e tralascia quindi tranquillamente

la risposta.

Al piacere di rileggerti. Ciao. Walter

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Grazie Steven per aver condiviso con noi questa tua Nuova vita! l'oriente mi affascina molto, da sempre, così com'è con le sue contraddizioni che lo portano ad avere una molteplicità di aspetti diversi sia nel sociale sia nella fisicità delle cose...chissà, magari un giorno,...una gita a Singapore?:-DD/>

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Fantastico report, fatto col cuore (oltre che con il cervello), l'ho trovato emozionante!

Grazie davvero!

p.s.: quanto alla quota-immagini, mi meraviglio che sia già "consumata". Accade a taluni iscritti e non ad altri e, con mia grande vergogna e afflizione, non siamo ancora riusciti a venirne a capo.

Per il momento posso solo consigliarti di caricare le tue immagini in un sito dedicato e postare qui il relativo link.

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Che regalo ci hai fatto! Quando ero piccola il mio babbo mi regalo' una mappa turistica di singapore e con una mia cara amica la scrutavamo sognando ad occhi aperti gigantesche orchidee e grattacieli super lucidi.. Quella mappa è ancora nel mio cassetto e nn è di certo un sogno accantonato!!!

Grazie!!! Che emozione!

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Ma che bravo Steven. Mi è sembrato di leggere un racconto di Tiziano Terzani o dei grandi corrispondenti dei grandi giornali di un tempo. Linguaggio asciutto (ti invidio), profondità di analisi e, soprattutto, quel fondo di cultura umanistica che, ca va sans dire, appartiene agli europei ed in particolar modo agli italiani. Veniamo da lontano.

Al di la della capacità descrittiva (che ho supportato cercando le immagini relative su google), hai introdotto tante riflessioni sociologiche che sarebbero stimolante spunto di confronto.

Poco pertinente al sito, lo so, ma in fondo questa è sezione O.T.

Mi riservo di rileggere con calma e magari di farti qualche domanda o aggiungere qualche mia riflessione.

Un'ultima cosa, curiosità mia personale, non hai detto da quale parte d'Italia provieni (a meno che, avendo studiato a Pisa, tu sia toscano). Oppure l'hai omesso volutamente, nel qual caso ti chiedo scusa e tralascia quindi tranquillamente

la risposta.

Al piacere di rileggerti. Ciao. Walter

Grazie, Walter! smiley.gifNaturalmente sono a Tua e Vostra disposizione per ogni domanda. No, non sono Toscano, sono Piemontese, originario di Alessandria (ove tuttora vivono mia madre e mio padre), ho studiato presso l'Università di Pisa e, dunque, sono diventato Toscano "di adozione", ma le mie radici sono piemontesi (ad esempio, non ho perduto il mio accento) e "casa" (anche se, ormai, molto lontana) è Alessandria. smiley.gif

Grazie Steven per aver condiviso con noi questa tua Nuova vita! l'oriente mi affascina molto, da sempre, così com'è con le sue contraddizioni che lo portano ad avere una molteplicità di aspetti diversi sia nel sociale sia nella fisicità delle cose...chissà, magari un giorno,...una gita a Singapore?grin.gif/>

Grande! smiley.gifUna gita a Singapore, avvertici, così ci vieni a trovare! Toppi e Pitto sono già entusiasti all'idea! Ed anche noi, naturalmente! smiley.gif

Fantastico report, fatto col cuore (oltre che con il cervello), l'ho trovato emozionante!

Grazie davvero!

p.s.: quanto alla quota-immagini, mi meraviglio che sia già "consumata". Accade a taluni iscritti e non ad altri e, con mia grande vergogna e afflizione, non siamo ancora riusciti a venirne a capo.

Per il momento posso solo consigliarti di caricare le tue immagini in un sito dedicato e postare qui il relativo link.

Grazie, Paolo! smiley.gifSì, purtroppo il sistema mi dice che ho utilizzato 2.44 MB della mia quota globale di 2.44 MB di caricamento. In ogni caso, non c'è problema, naturalmente. Ho soltanto segnalato la cosa perché ho dovuto interrompere "bruscamente" l'"operazione" del postare fotografie. smiley.gif

Che regalo ci hai fatto! Quando ero piccola il mio babbo mi regalo' una mappa turistica di singapore e con una mia cara amica la scrutavamo sognando ad occhi aperti gigantesche orchidee e grattacieli super lucidi.. Quella mappa è ancora nel mio cassetto e nn è di certo un sogno accantonato!!!

Grazie!!! Che emozione!

Wow! smiley.gifAllora devi venire a Singapore, prima o poi, è nel tuo destino! Il viaggio è lungo (la bellezza di 11 ore e 50 minuti circa con volo diretto Singapore Airlines da Milano, se no, con scalo e con altre compagnie aeree, più lungo), ma la burocrazia non pone ostacoli, non è necessario alcun visto, per i cittadini europei, una volta arrivati qui - o direttamente sull'aereo - si compila un veloce form e, giunti al gate dei passeggeri internazionali, ci si vede riconosciuto immediatamente un visto turistico di tre mesi. La Lion City ti aspetta! smiley.gif

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Per "celebrare" la domenica, qualche altra notizia veloce su Singapore.

Come tutti Voi sapete, la lingua nazionale è l'Inglese, data la "caratura" internazionale e cosmopolita che Singapore ha e vuole avere (ed anche la tradizione British ed il rapporto con il Regno Unito), è stato stabilito che i Singaporiani debbano essere English-speakers "per legge". Ma, naturalmente, molte sono le lingue "native" parlate qui. La prima - per ragioni "numeriche" - è il Cinese. Se siete Cinesi e non conoscete l'Inglese, non siete "persi", qui a Singapore, tutti - o quasi - parlano e/o almeno capiscono il Cinese (Mandarino, ma anche il Cantonese, per ragioni geografiche, e l'Hokkien, per ragioni storiche). Poi vengono il Malay, naturalmente, l'Hindi ed il Bahasa indonesiano. E poi tutto un altro crogiuolo di lingue e linguaggi "minori" (numericamente) che compongono una costellazione multilinguistica in una città totalmente cosmopolita. In ogni caso, tutti, più o meno, parlano e capiscono l'Inglese, dunque, al "primo arrivo", non ci si sente "sperduti" come quando si arriva in Cina (anche nelle grandi città, Beijing, Nanjing, Shanghai, l'Inglese non è ancora molto diffuso, soprattutto presso le generazioni un pochino meno giovani). Singapore è conosciuta per il Singlish, che è l'"Inglese singaporiano", ma che con l'Inglese non ha molto a che fare, essendo un linguaggio davvero particolare ed "ibrido", composto, principalmente, da elementi di Cinese (dei vari "Cinesi" del luogo) e di Inglese, con "infiltrazioni" anche da altre lingue, e che è di difficile comprensione per gli English-speakers, perché sembra che sia Inglese, ma non lo è. Così, anche se si parla bene l'Inglese, se si ha la "sfortuna" di imbattersi in un Singlish-speaker, si ha l'impressione di non conoscere affatto l'Inglese (naturalmente, perché il linguaggio del nostro interlocutore non è Inglese, ma Singlish). Mi è accaduta una cosa del genere quando era nell'Aeronautica, in Africa. Nelle aree che hanno avuto una lunga colonizzazione francese (ma anche in quelle "inglesi" con l'Inglese), i parlanti locali usano una sorta di patois (termine che utilizzo impropriamente) che mescola i loro linguaggi locali col Francese (anche foneticamente) e, così, sembra che parlino Francese, ma, in realtà, il linguaggio è incomprensibile per un French-speaker.

A Singapore costa tantissimo avere un'auto, sia per il costo delle auto in sé (gravato da notevoli tasse), sia per l'assicurazione e le altre incombenze di legge richieste. Ciò è dovuto ad una scelta ben precisa del Governo, che vuole ridurre il più possibile l'inquinamento e "spronare" la gente ad usare i mezzi pubblici (che, come ho accennato, sono efficientissimi, metropolitana, buses, ed anche taxi), così il possesso - e, dunque, l'uso - di un'auto è "disincentivato". Anche se ci sono molte auto, a Singapore, essendo una metropoli, non sono così numerose come in altri luoghi dell'Asia, dove il traffico è mostruoso.

La gente ama gli animali domestici. Al primo posto vengono i cani, che vengono curati al massimo, nel senso, ovunque andiate, ai Botanic Gardens come nel giardino del Vostro Condominium, ogni cane che incontrerete è sempre "allegro" e "bello" come se fosse appena stato dal coiffeur personale (la cosa, alle volte, è anche un po' "ridicola"), il pelo è lucente e pulitissimo, anche i cani di taglia più grande sembrano dei batuffoloni che camminano. Al secondo posto nel "gradimento" non vengono i gatti, ma, come Vi accennai, le cavie, Guinea Pigs, ed i conigli. I Singaporiani ne vanno pazzi e li riempiono di attenzioni. Basti dire che la nostra vicina di casa, qui, nel nostro Condominium, ha due cavie (enormi) e due conigli, dei quali uno gigante ed uno "testa d'ariete" (credo che in Italiano si dica così), che sembrano peluches per quanto sono puliti e curati, che hanno le loro rispettive gabbiette, singole e comuni (Guinea Pig con Guinea Pig e coniglio con coniglio), a seconda dei momenti e degli utilizzi, e che scorrazzano tutto il giorno per casa, liberi, sul pavimento - sempre tirato a lucido -, saltano e si divertono. Hanno anche un cane, i nostri vicini, che convive perfettamente con tutto il resto della "truppa". Poi vengono i gatti, la tipologia dei gatti di qui - come di parte dell'Asia - è di felini più "grandi" rispetto alle medie europee, la gente ama lasciarli liberi nei cortili e diventano delle specie di "numi tutelari" di alcune aree, ad esempio, alcune Canteens nella mia Università. Ci sono anche galline selvatiche, che sono una vera e propria "attrazione", vivono libere e si nutrono e riproducono da sole sia al Giardino Botanico che sulla sommità della collina del mio Atenero (Nanyang Hill), sono piccole e, all'alba, il gallo canta sempre, ogni giorno.

Le abitazione singaporiane sono di due tipi, i Condos (Condominiums) e gli HDB (nome derivato dall'Housing and Develompment Board che li gestisce). I Condos sono più "lussuosi", grandi strutture anche a venti piani, con diversi blocchi, generalmente una decina almeno, grandi giardini, piscine (generalmente una decina per tutta la struttura) anche con idromassaggio ed "acque termali", servizi aggiuntivi quali lavanderie, palestre, campi da tennis o da basket, parco giochi per i bimbi, sale per il relax o per le attività comuni delle famiglie (ogni Condo ha un'associazione delle famiglie che vivono in esso, atta a "socializzare"), così come le aree per i barbecues. Gli alloggi sono generalmente grandi, quattro o più stanze, con soggiorno ed una o due master rooms (camere con bagno privato). Hanno un servizio di sorveglianza con decine di guardie attivo ventiquattro ore su ventiquattro e sono caratterizzati da nomi "poetici" (Summerdale, Floravale, Lakeside, Lake Life). Gli HDB sono le "case popolari", che sembra un "insulto" chiamare così ("insulto" per la povera gente, dico), dato che non hanno nulla a che vedere con le "case popolari" europee. Sono dimore di "lusso", se pure senza le piscine ed i servizi aggiuntivi dei Condos, e, generalmente un appartamento in un HDB in Italia e nell'Occidente sarebbe considerato una casa - appunto - di lusso. Sono stati costruiti, ovunque (anch'essi sono palazzi a più piani, generalmente dipinti, all'esterno, con colori delicati), dal Governo, per togliere tutte le persone, anche le meno abbienti, da case ormai fatiscenti della "vecchia Singapore" e per assegnare a ciascuno una abitazione "dignitosa" (secondo gli standards singaporiani). Praticamente tutti, a Singapore, hanno una casa e, generalmente, si tratta di una bella casa.

Le Università principali, a Singapore, sono la Nanyang Technological University (NTU), il "mio" Ateneo, famosa per la sua Business School (con tanto di premi Nobel ad insegnare), per le sue Schools of Engineering, per la School of Medicine, per l'Earth Observatory of Singapore (EOS) e per la School of Humanities and Social Sciences che, sebbene "giovane", è già la quarantaduesima in tutto il mondo, poi la National University of Singapore (NUS), la più "antica" Università singaporiana, che fornisce ogni tipo di insegnamento, la Singapore University of Technology and Design (SUTD), veramente "nuova", con diversi ambiti disciplinari di eccellenza, e la SIM University, una Teaching University (tutte le altre sono Research Universities) per gli studenti che lavorano e che possono studiare e lavorare "serenamente" con programmi personalizzati senza dovere scegliere tra studio e lavoro. Ci sono anche altri Atenei, generalmente sedi staccate di importanti Università statunitensi, ad esempio la University of Chicago (School of Economics), o canadesi. Le Università "antiche", NTU, NUS e SIM, sono collocate nella West Coast (dove abito con mia mogie, dato che lavoriamo ad NTU), Jurong per NTU, Clementi per NUS e SIM University, la più nuova, la SUTD, è stata collocata nella parte opposta della città, nella East Coast, vicina al Changi Airport. Un'altra importante Università singaporiana è l'Ngee Ann Polytechnic, sempre collocata a Clementi (West Coast).

A Singapore amano molto gli acronimi, ogni cosa viene chiamata non per nome, ma col suo acronimo, all'inizio è un caos totale, se non ci siete abituati, ad esempio, la mia collocazione all'Università è presso la Division of Linguistics and Multilingual Studies, School of Humanities and Social Sciences, College of Humanities, Arts, and Social Sciences, Nanyang Technological University, ma nessuno Vi dirà mai simili parole, tutti Vi diranno subito, NTU, COHASS, HSS, LMS. Cosa che "semplifica", ma che rende tutto più difficile se non si entra subito nella dimensione dell'acronimo.

Il Changi Airport è uno dei principali aeroporti del mondo, per quel che riguarda le rotte commerciali e delle merci, ed uno dei più efficienti per quel che concerne i passeggeri. E' anche molto bello come luogo in sé e davvero ospitale. La Compagnia aerea di bandiera, la Singapore Airlines, è molto valida e copre rotte in tutto il mondo, le assistenti di volo sono caratterizzate dal tipico abito tradizionale singaporiano e tutto il personale riceve un addestramento "doppio" rispetto a quello delle altre Compagnie. Anche il porto (per le merci) di Singapore è uno dei più importanti dell'Asia e del mondo ed è "custodito" da ingenti forze della Marina militare.

East Coast e West Coast non sono propriamente quelle degli States, a livello di distanza, rotfl.gifse prendete un taxi, da Jurong (Boon Lay) al Changi Airport, sull'autostrada, impiegate circa quaranta minuti a percorrere la strada, con una spesa di circa 25 Dollari di Singapore (circa 16 Euro, molto economico).

Lo sport nazionale è il badminton, la nazionale singaporiana è "forte" e, per renderla ancora migliore, "acquistano" giocatrici e giocatori dalla Cina, soprattutto, garantendo loro la cittadinanza singaporiana. A Singapore, come in tutta l'Asia, vanno tutti pazzi per il calcio, seguono tutto e di tutto, soprattutto la Premier League, e scommettono su tutto. Sono molte le ricevitorie legali, naturalmente, ma c'è anche un giro di scommesse illegali molto esteso, contro il quale la Polizia cerca di combattere. Ovunque, nei locali e nei ristoranti, i televisori sono sempre sintonizzati su partite di calcio, spesso in differita o riproposizioni di partite giocate magari un mese prima, ma la gente, pur conoscendone già il risultato, si entusiasma lo stesso per alcune giocate o per i goals. Un altro sport molto praticato, data la massiccia presenza indiana in Singapore ed il background British, è il cricket (sport che mi piace, tra l'altro), che viene praticato sia a livello agonistico, sia a livello amatoriale, le domeniche, nei grandi prati del Chinese Garden. Singapore ha una squadra nazionale di calcio non molto forte, ma facente parte della FIFA (come Federazione) ed esiste una Lega di squadre universitarie, che raccoglie tutte le squadre di calcio di tutte le Università locali (io gioco in quella di NTU, chiamata, non a caso - come potrete intuire, c'è qualche Italiano "di mezzo" -, JuveNTUs). La Lega si chiama - molto "originalmente" - Equatorial League. ohmy.gif

Verrete qui ed avete con Voi il Vostro pc od altri strumenti elettrici e/o elettronici? Procuratevi un convertitore, le prese e le spine (plugs) sono di tipo britannico, con le tre "punte" piatte.

La gente ha "strani" orari (non "strani", ma "orientali"), per il pranzo e per la cena, pranzano verso le 11:00 am, od anche prima, e cenano verso le 17:00, od anche prima, orari "terribili", per un Europeo (almeno per me), infatti mia moglie ed io pranziamo e ceniamo secondo una tempistica più "italica", ma qui, dato che la metropoli è cosmopolita e gli esercizi commerciali ed i ristoranti sono aperti a tutte le ore del giorno e della notte, la gente mangia quando vuole e quando può.

A proposito di "mangiare", ora scappo, mia moglie sta preparando i wontons e se si freddano, chi la sente? fighting0050.gifBuona domenica a tutti Voi e, come sempre, sono e rimango a Vostra completa disposizione per domande e quant'altro! cheesy.gif

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cheesy.gif

Grazie, buona domenica a voi!

p.s.: ho solo una domanda: la vostra settimana lavorativa è articolata su 5 o 6 giorni?

Grazie a te Paolo! smiley.gif La settimana lavorativa nelle Università e negli Enti pubblici, qui a Singapore, è di 5 giorni, dal lunedì al venerdì, ma negli altri settori (ad esempio l'edilizia) lavorano tutti i giorni, ventiquattro ore su ventiquattro, comprese le domeniche e quasi tutti i giorni festivi, naturalmente con i turni, ma non si fermano mai. Anche i negozi, almeno nei grandi Malls (che, come accennato, sono dappertutto), sono sempre aperti, notte e giorno (alcuni chiudono la notte, ma sono non molti). Ancora buona domenica e grazie! smiley.gif

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Molto interessante Steven.

In tutto il mondo esistono problemi di coperte troppo corte. Se qualcuno si copre bene e la tira dalla sua parte qualcun altro rimane con i piedi scoperti

Singapore è uno dei paesi al mondo con più alto PIL pro capite. Però alcune cose mi hanno lasciato perplesso.

Innanzitutto, come da te sottolineato l'economia è di carta, virtuale e basata sul denaro. Esiste un minimo di struttura produttiva? L'agricoltura immagino sia stata soppiantata. (considerando anche le dimensioni minimali del territorio). Mi pare di aver letto che è il secondo paese al mondo per densità di popolazione (dopo Montecarlo). Si starà un po' strettini.

A proposito di coperte corte, negli Emirati Arabi (ad esempio) che vivono sulla ricchezza data dal petrolio, gli autoctoni se la spassano alla grande, ma non altrettanto i lavoratori (es. Egiziani) che godono di ben altro trattamento e svolgono i lavori più umili.

Esiste anche li una cosa simile?

Ovvero, più che lavorare 7 su 7, quant'è l'orario di lavoro settimanale? E la retribuzione media di un operaio, di un impiegato o di un insegnante?

Esistono rappresentanze dei lavoratori? (sindacati o quant'altro?) Esiste una contrattazione sui salari e sulle condizioni di lavoro? Esiste il diritto di sciopero?

La sanità è gestita dallo stato e garantita per tutti o è legata ad assicurazioni private?

Com'è organizzato lo stato sociale? (se c'è) La scuola è pubblica e gratuita? Esiste l'obbligo scolastico?

Esistono supporti per i disagiati o per gli infermi?

Sono rimasto colpito dal tuo racconto ove menzionavi che gli anziani (molti? alcuni? tutti?) sono costretti a lavorare con orari assurdi (12 ore) per poter sopravvivere visto che il vecchio sistema pensionistico non garantisce loro un'esistenza dignitosa. Io ho sempre creduto che nei paesi asiatici esistesse un culto degli anziani, ma mi pare di capire che mi sbagliavo.

Infine gli animali. Mi pare di capire che sono trattati con attenzione e rispetto. E' frutto di un sistema legislativo di sostegno o è proprio della cultura dei locali?

(atteso, ovviamente, che secondo me l'attenzione verso gli animali e la coscienza ecologica sono frutto del benessere).

Insomma, siamo nell'Eldorado, o più semplicemente in un paese a capitalismo avanzato in cui le contraddizioni proprie di tutto il pianeta albergano qui come ovunque?

Infine un'ultima domanda, in questo Truman show...la gente è felice?smiley.gif

(perdonami la caterva di domande alle quali non esiste ne obbligo di risposta ne necessità di conoscenza. Non puoi mica sapere tutto).smiley.gif

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Eco cosa mi ero dimenticato di commentare: le galline! :D Meraviglioso!

Temo quindi che i singaporiani abbiano di noi la stessa idea che abbiamo noi dei latino americani che usano le cavie come animali da cortile. :-[

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Molto interessante Steven.

In tutto il mondo esistono problemi di coperte troppo corte. Se qualcuno si copre bene e la tira dalla sua parte qualcun altro rimane con i piedi scoperti

Singapore è uno dei paesi al mondo con più alto PIL pro capite. Però alcune cose mi hanno lasciato perplesso.

Innanzitutto, come da te sottolineato l'economia è di carta, virtuale e basata sul denaro. Esiste un minimo di struttura produttiva? L'agricoltura immagino sia stata soppiantata. (considerando anche le dimensioni minimali del territorio). Mi pare di aver letto che è il secondo paese al mondo per densità di popolazione (dopo Montecarlo). Si starà un po' strettini.

A proposito di coperte corte, negli Emirati Arabi (ad esempio) che vivono sulla ricchezza data dal petrolio, gli autoctoni se la spassano alla grande, ma non altrettanto i lavoratori (es. Egiziani) che godono di ben altro trattamento e svolgono i lavori più umili.

Esiste anche li una cosa simile?

Ovvero, più che lavorare 7 su 7, quant'è l'orario di lavoro settimanale? E la retribuzione media di un operaio, di un impiegato o di un insegnante?

Esistono rappresentanze dei lavoratori? (sindacati o quant'altro?) Esiste una contrattazione sui salari e sulle condizioni di lavoro? Esiste il diritto di sciopero?

La sanità è gestita dallo stato e garantita per tutti o è legata ad assicurazioni private?

Com'è organizzato lo stato sociale? (se c'è) La scuola è pubblica e gratuita? Esiste l'obbligo scolastico?

Esistono supporti per i disagiati o per gli infermi?

Sono rimasto colpito dal tuo racconto ove menzionavi che gli anziani (molti? alcuni? tutti?) sono costretti a lavorare con orari assurdi (12 ore) per poter sopravvivere visto che il vecchio sistema pensionistico non garantisce loro un'esistenza dignitosa. Io ho sempre creduto che nei paesi asiatici esistesse un culto degli anziani, ma mi pare di capire che mi sbagliavo.

Infine gli animali. Mi pare di capire che sono trattati con attenzione e rispetto. E' frutto di un sistema legislativo di sostegno o è proprio della cultura dei locali?

(atteso, ovviamente, che secondo me l'attenzione verso gli animali e la coscienza ecologica sono frutto del benessere).

Insomma, siamo nell'Eldorado, o più semplicemente in un paese a capitalismo avanzato in cui le contraddizioni proprie di tutto il pianeta albergano qui come ovunque?

Infine un'ultima domanda, in questo Truman show...la gente è felice?

(perdonami la caterva di domande alle quali non esiste ne obbligo di risposta ne necessità di conoscenza. Non puoi mica sapere tutto).

Ti rispondo molto volentieri, Walter. smiley.gif

Sì, l'economia singaporiana, anche se il Governo singaporiano direbbe che non è così, è basata sulla finanza e sulle Banche. Niente di "male", se non fosse che non produce nulla e che simili economie ingenerano disastri altrove, "fagocitando" e "devastando" con noncuranza e, soprattutto, se non fosse che la provenienza di tutti i capitali stranieri che giungono qui è assolutamente "da vedere". Non c'è struttura produttiva, nel senso, Singapore importa tutto, qualsiasi cosa, anche l'acqua da bere, il marchio di acqua più famoso, Dasani, è "prodotto" dalla Coca Cola (che, per Singapore e per tutto l'Oriente, produce qualsiasi tipo di bevanda, dai soft-drinks delle più diverse "specie" - che non esistono in Occidente -, all'acqua, appunto). Ci sono alcuni "centri agricoli" che, però, non possono soddisfare in alcun modo il fabbisogno alimentare singaporiano (credo producano l'1% - non scherzo - del totale, il resto è tutto importato) e sono utilizzati come "oasi" o come agriturismi didattici per i bimbi (anche come ristoranti). Qualcuno cerca si sensibilizzare il fatto e si prova ad allestire altre aree agricole per innalzare la produzione interna almeno al 10%.

C'è un sacco di gente, a Singapore, data la dimensione ridotta dell'isola, ma la densità è ben gestita, alle volte ci si "accalca", ma non si ha mai la sensazione di essere "troppi". L'ho sperimentato in Cina, in qualsiasi metropoli cinese, Beijing, Shanghai, Nanjing, l'impressione che si ha, camminando per le strade (e, ancora di più, guidando un'auto), è di essere troppi, qualcosa di inconsueto per un Occidentale, anche abituato alle grandi megalopoli degli States. Si è in "troppi", esattamente, dato che non c'è spazio per camminare e ci si sente quasi "assorbiti" dalla folla. Un poco claustrofobica, la Cina, per i miei gusti (ma non ditelo a mia moglie! huh.gif). A Singapore ci si muove bene e gli spazi sono ben gestiti, voglio dire gli spazi urbani sono stati strutturati in modo tale da consentire grande libertà di movimento e nessuna "congestione" di individui.

Le sperequazioni sociali ci sono. Gli "strati" della popolazione singaporiana sono ben precisi e, come ho accennato, non ancora completamente "comunicanti". Occidentali a parte, che sono una "cosa" a sé, se pure ben inseriti ed integrati, gli "strati" sono i seguenti, 1) i Cinesi singaporiani, la stragrande maggioranza che detiene il potere economico ed anche "intellettuale" (ammesso che possa chiamarsi così), molto diversi dai Cinesi della Cina, più evoluti, più cosmopoliti, più ricchi, più "singaporiani", appunto, Chinese-speakers, oltre che English-speakers, ma non così radicati nelle loro origini cinesi, 2) i Malesi, meno abbienti, ma abbastanza numerosi ed inseriti più o meno ovunque (spesso sono Malesi cinesi, Cinesi immigrati da generazioni in Malesia e, poi, immigrati, ancora, a Singapore), 3) gli Indonesiani, non così numerosi e "sparsi" dappertutto, dai lavoratori più "umili" (orrenda parola, in questo contesto), ai "grandi" dirigenti, 4) gli Indiani, lo "strato" purtroppo più "basso" (altro orrido aggettivo) della popolazione, impiegati in massa come operai negli onnipresenti cantieri. Molti hanno fatto fortuna e vivono vite più che dignitose, abitano in HDB od anche in Condos e possono mantenere tre o quattro figli e vivere "spensieratamente", ma per coloro che sono arrivati, negli anni, fino a poco fa, c'erano i dormitori "pubblici" (nei quali entravano soltanto Indiani, il "razzismo" non è un concetto superato, qui, alle volte) e turni di lavoro massacranti, 12 ore in cantiere, anche più ore se il lavoro era considerato un poco più "leggero". Naturalmente con "turni" e con un'ora di riposo garantita (wow, che Paradiso!). Condizioni "non-occidentali". A fronte di ciò, occorre dirlo, ci sono alcune cose valide. I livelli di sicurezza dei cantieri singaporiani sono incomparabili con quelli italiani ed occidentali. Gli operai hanno un'assicurazione medica che copre praticamente ogni cosa. Gli stipendi sono molto alti, non raffrontabili con quelli occidentali. Lavorano molto, ma sono pagati molto. Ed infatti, a Singapore, nessuno, nemmeno coloro che appartengono agli "strati" più "umili" della popolazione, si fa problemi a fare bimbi, generalmente "producono" (ma come scrivo, oggi? Che termini uso?) la "coppia", se possibile, maschietto e femminuccia, e poi vanno "oltre", con il terzo o con il quarto bambino. Gli "strati" non sono così rigidi, ci sono molti Docenti indiani, per esempio, nelle Università e molti ricchi uomini d'affari indiani, ma se si esaminano le grandi "fette" (altro termine improprio) della popolazione, i "rapporti" sono questi.

Gli stipendi sono alti, con meno di 4000 Dollari di Singapore al mese, da non-Singaporiani, non si può essere assunti ed il Ministry of Manpower (il Ministero del Lavoro) non concede un Work Pass. Ma 4000 Dollari di Singapore è lo stipendio "minimo", nessuno è pagato così, gli stipendi sono tutti - anche quelli dei lavoratori meno "specializzati" - più alti.

I Sindacati, in sé, non esistono, ci sono Associazioni dei lavoratori, divise a seconda delle cosiddette categorie, ma non sono "rappresentative" come i Sindacati. Anche la contrattazione sui salari è "ambigua", ma le categorie sono ben pagate, come detto, dunque non "esistono" problemi "al ribasso". Non sono sicuro, ma credo che il diritto di sciopero non esista proprio. A Singapore, in ogni caso, nessuno sciopera mai.

La Sanità è di modello americano (statunitense) "vecchio", occorre avere l'assicurazione medica. Essa viene fornita, per tutti i lavoratori dipendenti, dal datore di lavoro, l'assicurazione medica di base, poi ogni individuo può personalizzarla a seconda di varie opzioni. Qui all'Università l'assicurazione medica copre tutto, il dipendente non deve pagare nulla, se non una tassa "simbolica" (circa 5 Dollari) quando richiede una prestazione medica ("normale"), e l'assicurazione è estesa anche a tutti i dependants, moglie (o marito) e figli. Non esiste Sanità "pubblica" (anche se gli ospedali sono finanziati dallo Stato).

Le pensioni sono ugualmente legate alle Assicurazioni. Lo stato eroga, a tutt'oggi, una pensione minima, sufficiente, coi giusti contributi, ma la gente, dati gli elevati guadagni, organizza pensioni integrative con le Assicurazioni, che elargiscono emolumenti mensili molto più alti e che diventano le reali "prime pensioni". Lo Stato se ne "giova", non avendo un eccessivo esborso nelle pensioni "basiche". Ci sono anche pensioni miste, nel senso, ci sono incentivi statali per versare direttamente alle Assicurazioni, riducendo la pensione statale "basica" ed aumentando quella "privata".

Le scuole, così come le Università, sono pubbliche, nel senso che sono finanziate dallo Stato e sono "statali" (ci sono, naturalmente, anche numerose scuole private ed alcune Università private), ma richiedono quasi tutte una retta. Più è prestigiosa la scuola, anche se pubblica, più alta è la retta. Se volete iscrivere Vostra figlia di dieci anni (Vi siete trasferiti qui da poco) ad una scuola pubblica singaporiana con standards internazionali (insegnamento di Inglese, Cinese Mandarino e tutte le discipline necessarie per il requisito di "internazionalità"), Vi possono "ballare" (ma come scrivo, oggi?) anche 15000 Dollari (tanti, eh?) per semestre. Ma, generalmente, il "costo" è "ammortizzato" da contributi statali. Se siete un Docente in un'Università od un dirigente in Enti pubblici, l'Università o l'Ente pubblico Vi paga direttamente la metà della retta. Scuole private di prestigio sono anche più costose, così come le Università private (una retta universitaria annuale normale corrisponde, più o meno, anch'essa a 15000 Dollari, ma le spese sono più alte e non ci sono contributi di sorta). Ma il "problema" non si "pone", quasi, ed è quasi "immorale" dirlo, perché gli stipendi sono così alti (spesso, nelle famiglie, ambedue i coniugi lavorano) che un costo così esorbitante non "spaventa" ("meraviglie" dell'Equatore. Fanno un po' di paura, ma sono "reali", ammesso che il "contesto" singaporiano possa essere definito "reale").

L'obbligo scolastico dovrebbe essere stato esteso fino alla High School, ma tutti vogliono prendere (oggi la forma lascia a desiderare, avrei dovuto dire "conseguire") almeno un Bachelor's Degree (Laurea di primo livello) per trovare un lavoro ed impiegarsi immediatamente. La gente, qui, si sposa giovanissima, prendono la Laurea (di primo livello), trovano subito un lavoro, si sposano e fanno bimbi. A 22 anni una ragazza (o donna) ha già un bimbo, lavora e suo marito, poniamo ventiquattrenne, ha, anch'egli, un buon lavoro. Poi, naturalmente, in molti ambiscono al Master's Degree (Laurea di secondo livello) od al PhD (Dottorato di Ricerca), ma la "famiglia-base" si forma molto presto e, anche con due bimbi, ci sono tante studentesse e tanti studenti (naturalmente sposati) che studiano (e lavorano).

Sì, a livello di strutture e soluzioni per i disagiati e gli infermi Singapore è all'avanguardia, c'è assistenza ovunque, ogni struttura è omologata e conforme e la gente è molto impegnata nel sociale (gli stessi ospedali sono centri di solidarietà, oltre che strutture avveniristiche), la "vita lavorativa" prende loro metà della giornata (ai più fortunati, intendo a coloro che possono "permettersi", per disponibilità di mezzi economici e di tempo, di farlo), dedicano il resto a fare sport, a suonare (molti) ed a fare volontariato. Il volontariato è promosso ed incentivato dal Governo e le varie risorse, dunque, sono sia di tipo statale che di tipo volontario, consentendo un'assistenza che tocca il 100%.

Il grave - secondo me - problema dei lavoratori ottantenni è una delle grandi contraddizioni di Singapore. Loro amano i loro "vecchi", come ho accennato, la generazione dei Pioneers, coloro che hanno "fondato" Singapore, è amata e "coccolata" da tutti, la gente li ama, li "vezzeggia", sono pubblicamente "onorati" (addirittura, al cinema, prima del film, tra un trailer e l'altro, c'è un lungo "documento filmico" dedicato a loro), gli anziani in generale sono rispettati, ma lo Stato non interviene a "salvare" i poveri "vecchietti" ottantenni (non dico per dire, l'età media è quella) che non possono mantenersi con la pensione. Uno Stato ricco come Singapore potrebbe permettersi di "mantenerli" tutti, ma non lo fanno (e, devo essere onesto, non ho ancora capito il perché), così essi sono "costretti" a lavorare, svolgendo, come accennato, lavori anche duri, come i giardinieri nelle Università o gli operatori igienici nella metropolitana. Lo Stato, come detto, li "esalta" come "(gloriosi) volontari" che, invece di starsene a casa, ogni mattina alle 05:00 iniziano a lavorare nonostante la loro età, ma la cosa sembra, almeno ad un Occidentale come me, un abominio. Anche essi, essendo Pioneers, sono molto rispettati (ed hanno assicurazione medica gratuita, nel senso, lo Stato paga per loro - da quest'anno -, e ci credo, a quell'età!), nessuno li "maltratta" (e ci mancherebbe altro), ma nessuno si pone il problema (morale, secondo me) di quello che sono costretti a fare, con le loro 12 ore di lavoro quotidiano, dal lunedì al sabato (con la sola domenica di pausa), con appena un'ora di riposo giornaliera. Penso che tutti costoro siano un buon 10% almeno della popolazione "anziana" singaporiana, forse anche di più. Lo Stato sa che "se ne andranno", prima o poi, e, così, il "problema" - anche morale - sarà risolto. E' un cinismo che fa venire il vomito.

Singapore è in Oriente, ma non è una Paese orientale. Un Paese orientale è il Giappone, dove, nonostante l'"eccidio dei Samurai" (che è un "evento simbolico ed epocale" che sancisce, simbolicamente, appunto, la fine di un'epoca, il feudalesimo "dolce", e di una parte di Storia), le memorie e la tradizione sono ancora fortissime ed anche "schematicamente gestite" (a dispetto dell'impressionante sviluppo tecnologico e delle metropoli avveniristiche). Il Giappone molto di più della Cina (come saprete, lo stesso Tiziano Terzani descrive severamente la Cina come un luogo nel quale il popolo cinese, dopo / con la cosiddetta "Rivoluzione culturale", ha distrutto la propria Storia e la propria tradizione ed ora i Cinesi vivono un'esistenza grigia non perché priva di gioia, ma perché priva di profondità e di memorie vere, e si ammazzano di lavoro dal mattino alla sera per fare soldi, perché non sanno che cos'altro potrebbero fare. E' la visione di Tiziano Terzani e, come detto, è severa, ma più conosco la Cina, più mi accorgo che una simile analisi non si discosta quasi dal vero). Singapore è un Paese estremamente occidentale, più occidentale (non soltanto nel senso "capitalistico") dell'Occidente. L'idea è di prendere tutto quel che l'Occidente (gli States, in particolare) fa e di farla "più grande" (non scherzo, sembra un pensiero infantile, da bambini, ma è così). Dunque, poniamo, se le Compagnie americane sono le migliori, quelle singaporiane le devono copiare e devono diventare migliori di esse, stessa cosa per le Università, il modello è americano "estremo" ed è così sclerotizzato da sembrare illogico perché il modello americano è stato estremizzato senza "ammortizzatori". Stessa cosa per l'architettura. Non hanno idea, ad esempio, che l'architettura neo-classica che usano qui e che "gonfiano" al punto da renderla irreale e non rispondente ad alcun canone originario, deriva non dall'Inghilterra neo-classica, ma dall'antica Grecia, e che il neo-Classicismo ha costituito una riscoperta, appunto, dell'architettura classica. Loro si limitano a copiare il modello UK, perché tutto ciò che è "anglo-sassone", secondo loro, è affidabile (ma non hanno idea di chi fossero gli Angli ed i Sassoni) e di eccellenza ed allora lo imitano e lo "ingrandiscono". Un esempio "stupido". C'è la torre Eiffel (passiamo a Parigi)? E' un monumento noto in tutto il mondo ed "apprezzato"? Ok, cosa fanno qui? Lo copiano. E lo costruiscono due volte più grande. Kitsch, per qualsiasi Occidentale, un poco "orrida", come cosa, secondo il "buon" gusto di molti. Bellissimo, per loro. E grandioso. Stessa cosa fanno i Cinesi, da quando hanno "perso" la loro Storia, ma i Singaporiani sono più "evoluti". E' "brutto" dirlo, ma quando vedete un abitante (cinese) di Beijing del 2015 ed un abitante (cinese) di Singapore del 2015, quello Singaporiano sembra la versione di quello cinese tra duecento anni. Non è questione di "preferire" Cinesi o Singaporiani, io amo entrambi, vivo a Singapore e mia moglie è cinese (che più cinese non si puo! rolleyes.gif), è, credo, soltanto una valutazione oggettiva delle cose.

Assolutamente d'accordo che l'attenzione all'ecologia ed al verde dei Singaporiani, così come la loro dedizione agli animali domestici, derivino dal grande benessere economico che si vive qui.

Ugualmente, nessun Eldorado, purtroppo, Singapore è un luogo pieno di contraddizioni. La più grande, come ho accennato, è il "prezzo". Sono felici, i Singaporiani, posso "garantirlo", sono felici perché non hanno nessun "problema", sono ricchi, vivono in un luogo climaticamente favorevole, bellissimo per quel che riguarda la natura e l'ambiente, hanno tutto quel che desiderano, ed anche di più, e, economicamente, sono un "faro" nel mondo. Il "problema" è che pagano un "prezzo" secondo me molto alto. Vivono in un romanzo orwelliano senza "tortura". Ma la sostanza è la stessa. Un Socrate non potrebbe vivere, qui. Lo "eliminerebbero" o lo "espellerebbero", semplicemente (no Work Pass, philosopher, you're out!). Forse un Platone potrebbe vivere qui, piegandosi al volere dei potenti, il Governo ed i "Soldi", e/o insegnando in qualche Università con uno stipendio faraonico. Forse anche un Aristotele. Ma un Socrate no. E ciò la dice lunga sul "prezzo", il "prezzo" di questa vita felice. Ma i Singaporiani, come la maggior parte della gente in Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, non ha alcun interesse a sapere chi sia Socrate ed a "volere leggere i libri", dato che, per loro, e per Singapore, Socrate è assolutamente inutile. Produce qualcosa? "Sa fare" qualcosa di utile? No. E' soltanto un "pensatore", "improduttivo". Allora no Work Pass, philosopher, you're out! In fondo Socrate è stato ucciso dagli Ateniesi stessi, che non sarebbero paragonabili ai Singaporiani, dunque, forse, se ci si pensa bene, per Socrate non c'è e non ci sarebbe spazio in alcuna parte del mondo. Spero di essere riuscito a spiegarmi. smiley.gif

La gente è felice, dato che vive nel benessere e non si pone domande. Una volta la gente (i Singaporiani) spariva "misteriosamente", adesso nessuno sparisce più, perché coloro che sparivano si ponevano domande, ora nessuno più se le pone. Una volta espellevano i giornalisti (specie stranieri), dato che si ponevano domande, ora non danno loro un Work Pass prima che essi entrino in Singapore, se sono considerati "non affidabili", e non vengono assunti, semplicemente (e molti di loro, in ogni caso, hanno smesso di porsi domande, "staccando" così il ticket d'ingresso nel "mondo felice"). Il sistema "paga" (e molto), il sistema ti "fa felice" e nessuno "odia" il sistema. Ma quale è il "costo" di tutto ciò? La morte di Socrate. La cosa impressionante è che gli Occidentali si adeguano alla grande a tutto questo. Anche perché, ai giorni nostri, venendo da una crisi feroce e dalla "fame", a loro non sembra vero di avere trovato un luogo simile, con simili stipendi e garante di "tranquillità". Vedo tanti Italiani - molti miei colleghi - che si sono "singaporizzati" a livelli estremi. E ciò, forse, è giusto, dopo tanta "lotta" per la sopravvivenza, ma è qualcosa che non mi appartiene, da sempre, e che non mi apparterrà mai.

Fantastico, interessantissimo questo " reportage" su Singapore! Grazie davvero! cheesy.gif

Grazie mille a te! smiley.gif

Eco cosa mi ero dimenticato di commentare: le galline! cheesy.gif/> Meraviglioso!

Temo quindi che i singaporiani abbiano di noi la stessa idea che abbiamo noi dei latino americani che usano le cavie come animali da cortile. embarrassed.gif

Sì, le galline "selvagge" sono davvero particolari! smiley.gif Devo dire che, sfortunatamente, i Singaporiani non hanno alcuna idea di noi, non sanno cosa sia l'Italia - se non per le solite cose, pizza, pasta, mare e non ci metto il "mandolino" perché è già troppo, che tristezza! -, non tanto per ignoranza, ma perché non se ne pongono assolutamente il "problema". Noi Italiani - almeno i nostri grotteschi politici - pensiamo di essere "importanti" e di contare qualcosa, nel mondo. Ma, in realtà, nessuno - o quasi - sa niente di noi, perché non sanno nemmeno se esistiamo. Non intendo l'Italia in sé, tutti conoscono il Rinascimento e Michelangelo (che sta diventando come il "mandolino", purtroppo), ma gli Italiani, dico, l'Italia attuale, quel che rappresenta, quel che è stata nel suo "essere" adesso. Siamo Italiani, considerati ancora come bad Westerns seduttori e pigri (all'inizio anche mia moglie, che Singaporiana non è, ma Cinese, pensava ciò di me), esperti di cucina e "miserandi". La domanda che alcuni mi fanno qui, dall'alto dei loro stipendi, è "Se l'Italia è così bella e piena di Storia, come mai ci sono così tanti Italiani che corrono a Singapore?" e, sottintende, naturalmente, un'idea di superiorità "dei soldi", noi avremo anche Michelangelo, ci dicono, ma dobbiamo venire qui, all'Equatore, dove non sanno niente di Michelangelo, se non il nome, per "sbarcare il lunario" e per "mangiare". E' triste. La gente che mi pone questa domanda non sa niente della Storia dell'Umanità, non si interessa di nulla, non ha mai letto un libro - intendo Letteratura -, non ha mai letto, tanto meno, una Poesia, conosce la musica soltanto perché "fa stile" citare Mozart e Chopin (senza conoscerli). Hanno un Master od un PhD al MIT di Boston od un titolo equivalente in Finance presso una prestigiosa Università americana, pagata loro dai loro già ricchi genitori, hanno un lavoro che frutta loro 35000 Dollari di Singapore al mese e pensano di essere i padroni del mondo, i padroni anche, è brutto dirlo, ma è così, di quegli Italiani che vengono qui credendo di avere trovato l'America e che invece, "comperati", si riducono a "leccare i piedi" di gente che, con tutto il rispetto, non ha la loro stessa profondità "filosofica", né preparazione. Quando parlo di "costo" intendo anche ciò. Non voglio generalizzare, non è sempre così, ma è una sensazione che ritorna spesso, se non sempre, in chi, come me, vive fuori casa tutto il giorno e frequenta un ambiente internazionale e "variegato" come una grande Università. Scusate la "divagazione". Spero di non essere stato troppo prolisso. Ma di essere stato esaustivo (sempre a Vostra disposizione per altre domande). Cari saluti! smiley.gif

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Caro Steve, nel ringraziarti molto per il tempo che hai dedicato a rispondere, devo dire che leggerti è davvero affascinante. Tu non dai solo informazioni, ma interpretazioni che partono da presupposti culturali che ci sono propri (intendo come Italiani). I mondi, soprattutto quelli altrui, non solo si guardano, ma si osservano con gli occhi del proprio animo e della propria conoscenza. Mi hai reso comprensibile un mondo diverso proprio perchè me l'hai saputo raccontare con occhi diversi da quella diversità. (scusa il gioco di parole).

Avevo pregiudizi che con il tuo racconto si sono confermati come giudizi. Mi chiedo se per me vivere in una realtà così sarebbe da "felici". E mi rispondo che probabilmente sarei appagato nei miei bisogni, ma felice no. Certo, la mia alternativa "domestica", è quella di uno che ogni tanto combatte per i propri bisogni, ma ho conosciuto e conosco sprazzi di felicità. Perchè sono un uomo profondamente libero e consapevole.

La felicità è data dalla conoscenza e non "dall'inconoscenza". Certo, l'inconoscenza è comoda, non porsi problemi o pensieri, potendoselo permettere, ti crea quel "limbo di beatitudine"

che assieme all'inconsapevolezza ti regala forse tranquillità.

Ma anch'io amo Socrate e credo nel pensiero, non solo nella vanga.

Non voglio annoiare oltre.

Saranno stati buoni i wontons che hai mangiato? Sono subito andato a vedere di cosa si trattava. Più o meno ravioli, ripieni. Mi sono subito venute in mente le nostre paste ripiene.

Tortellini, tortelloni, ravioli, casoncelli, cjarzons, i ravioli del Plin...e un'infinità d'altro. Ah la cucina italiana. Ti manca mai?

Tu sei piemontese...le tome, i bolliti, la bagna cauda...i sontuosi vini. smiley.gif

Non volevo essere crudele, magari il tuo palato si è ormai orientalizzato....Ne dubito.smiley.gif

Al piacere di rileggerti. Ciao.

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Caro Steve, nel ringraziarti molto per il tempo che hai dedicato a rispondere, devo dire che leggerti è davvero affascinante. Tu non dai solo informazioni, ma interpretazioni che partono da presupposti culturali che ci sono propri (intendo come Italiani). I mondi, soprattutto quelli altrui, non solo si guardano, ma si osservano con gli occhi del proprio animo e della propria conoscenza. Mi hai reso comprensibile un mondo diverso proprio perchè me l'hai saputo raccontare con occhi diversi da quella diversità. (scusa il gioco di parole).

Avevo pregiudizi che con il tuo racconto si sono confermati come giudizi. Mi chiedo se per me vivere in una realtà così sarebbe da "felici". E mi rispondo che probabilmente sarei appagato nei miei bisogni, ma felice no. Certo, la mia alternativa "domestica", è quella di uno che ogni tanto combatte per i propri bisogni, ma ho conosciuto e conosco sprazzi di felicità. Perchè sono un uomo profondamente libero e consapevole.

La felicità è data dalla conoscenza e non "dall'inconoscenza". Certo, l'inconoscenza è comoda, non porsi problemi o pensieri, potendoselo permettere, ti crea quel "limbo di beatitudine"

che assieme all'inconsapevolezza ti regala forse tranquillità.

Ma anch'io amo Socrate e credo nel pensiero, non solo nella vanga.

Non voglio annoiare oltre.

Saranno stati buoni i wontons che hai mangiato? Sono subito andato a vedere di cosa si trattava. Più o meno ravioli, ripieni. Mi sono subito venute in mente le nostre paste ripiene.

Tortellini, tortelloni, ravioli, casoncelli, cjarzons, i ravioli del Plin...e un'infinità d'altro. Ah la cucina italiana. Ti manca mai?

Tu sei piemontese...le tome, i bolliti, la bagna cauda...i sontuosi vini. smiley.gif

Non volevo essere crudele, magari il tuo palato si è ormai orientalizzato....Ne dubito.smiley.gif

Al piacere di rileggerti. Ciao.

Grazie a te, Walter! smiley.gif

Vedo che condividiamo molte idee e molte opinioni e ciò mi fa piacere. La sensazione che ho io è di vivere a Singapore, ma di non essere affatto "Singaporiano". Il che è "scontato", ma non così tanto, dato che molti Occidentali si "snaturano" un po', non soltanto nelle abitudini, ma anche nella mente e nel background "ideale", e diventano appartenenti "al qui". Ciò non è in alcun modo un "giudizio negativo" su Singapore, che è un bellissimo luogo dove la gente, in un modo o nell'altro, è contenta davvero (e ciò è importante) e dove le persone vivono nel rispetto reciproco quotidiano ed in un'atmosfera di pace (sociale e "dell'anima"), ma si tratta semplicemente del fatto che io sia / sono un Occidentale, anche orgoglioso di esserlo, e ciò che sono, ciò che sento, ciò che ho imparato, ciò che ho visto, ciò che ho vissuto, mi rende "straniero" (se pure integrato ed inserito), qui, come è anche giusto che io sia, dato che, effettivamente, straniero sono. Credo che anche tu, con le variabili che dipendono da persona a persona, ti sentiresti come me, qui, e la cosa mi "consola", dato che, come ho accennato, ho visto tanti e tanti Occidentali, in particolare Italiani, nostri connazionali, così "singaporizzati" che, alle, volte, è difficile "riconoscerli" (consci del "vantaggio estremo" che Singapore porta loro, si sono lasciati andare ad una sorta di "lavaggio del cervello auto-indotto" ed hanno fatto propri schemi e concetti che "nostri" non sono affatto e non saranno mai).

No, non mi sono "orientalizzato" affatto, nei miei gusti "gastronomici", hai perfettamente ragione, amo la cucina italiana e ne ho molta nostalgia. cry.gifI ravioli al plin, le tome, la bagna cauda, ci pensavo giusto ieri, non so perché, e spesso ne parlo con mia moglie. Il "fatto" è che lei è Cinese ed è anche molto "attiva" e "dotata", ai fornelli, dunque dumplings e wontons a profusione. Non a caso ho una "predilezione" (facendo di necessità virtù) per essi, dato che sono "ravioloni" ripieni - di verdura, carne o pesce - i dumplings, generalmente, sono "asciutti, nel senso di fritti o solo minimamente "in umido" (e sono più diffusi nel Nord della Cina), i wontons (invece più tipici nel Sud), al contrario, si preparano "in brodo" o "in zuppa", come direbbero qui. Pensa, poi, che io sono Piemontese, ma la mia nonna materna era Emiliana, dunque ho avuto la fortuna (non solo "culinaria", naturalmente) di potere associare, fin dalla mia infanzia, le caratteristiche e le peculiarità di ambedue le Regioni. smitten.gif

Sono sempre a Tua e Vostra disposizione, per qualsiasi domanda e/o chiarimento e, naturalmente, aggiornerò la pagina qualora intervengano novità interessanti o qualora mi venga in mente qualcosa di "speciale" da riferirVi riguardo a Singapore. Grazie a te di avermi risposto. E grazie al forum, che ospita le mie modeste parole. Saluti carissimi! smiley.gif

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Ma quali "modeste" parole Steven. Suvvia. Avessi io la tua proprietà di linguaggio. E poi la "modestia" non mi piace. Preferisco l'umiltà.

Certo che ricevere lezioni da un singaporese è particolarmente fastidioso. Dire che un italiano vive circondato dalla bellezza dell'ambiente, dalla magnificenza dell'arte, dall'immensità della storia, è dire cosa ovvia. Pittori, scultori, poeti e letterati hanno lasciato segni indelebili in tutta l'umanità. Non basta citare Firenze, Roma o Venezia. Tutta l'Italia è uno scrigno. Ed in qualunque regione tu ti rechi trovi la cultura applicata al cibo con una creatività unica, una capacità di valorizzare i nostri prodotti davvero straordinaria. Certo, pizza e spaghetti sono uno stereotipo, ma hanno trovato cittadinanza e apprezzamento in tutto il pianeta. E sono solo il nostro biglietto da visita. (assieme alla mafia ahime).

Ciò non significa che siamo un popolo di tutti geni, ma il DNA qualcosa ci regala.smiley.gif

Se loro non sanno niente dell'Italia, figurati noi di Singapore. Chiedi alla gente dov'è. Ti diranno India, Thailandia, Giappone...insomma da quelle parti la. (e lo confonderanno con Hong Kong.

Qualche anno fa di Singapore si sentiva parlare solo come aeroporto di transito, ed era nominato il Duty Free).smiley.gif

Gli arricchiti di denaro pensano sempre di essere superiori ai ricchi di storia e ci fanno lezioni sull'italiano pigro, indolente e caciarone.

Allora noi che dovremmo dire andando sempre per luoghi comuni? Che mangiano riso, sono bassi, con le gambe storte e...ce l'hanno pure piccolo.grin.gif

(e così ci ho messo una buona dose di sciovinismo. Tiè)grin.gifgrin.gif

Ciao.

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Ciao Steve, giusto prima di leggere l'ultimo post di Walter, stavo per scrivere come sempre più spesso mi trovo a condividere molti suoi pensieri uno tra questi il tuo modo affascinante di raccontare Singapore. (Walter scherzo, io magari non avrei ironizzato sulle dimensioni sono pur sempre una signora :-DD/> ) A differenza tua e di walter io non ho una grande padronanza nella scrittura, ma adoro leggere e informarmi. Il tuo reportage è molto piacevole ed apprezzo anche il tuo non essere super partes, ovvero inserisci un minimo delle tue riflessioni tanto da dare spunti, ma mai eccessivi. Grazie!

La cosa che mi rattrista è leggere di come un popolo benestante non senta un minimo interesse per "quella conoscenza" che non produce denaro. Capisco che tanti nel mondo non conoscano l'Italia, anche se lo trovo assurdo, L'ITALIA fa la storia, ma infondo io non so dove si trovino Paesi come il Kiribati, Lesotho o Santa Lucia ....Però se avessero alle spalle un vissuto qualcosina saprei. Ora scrivo da patriotica, quale sono, se l'Italia rappresenta solo pizza, pasta ....ne sono ben orgogliosa. Quest' anno, non so se lo sai, spero non per merito degli scandali, a Maggio a Milano ci sarà Expo 2015 dove parteciperanno 140 paesi (non sono pochi) evento di enorme portata dove non si parlerà solo del "piatto tipico", ma delle risorse, come impegnarle e migliorare la produzione senza danneggiare ulteriormente il pianeta, biodiversità ed altre tematiche importantissime. Se non sbaglio Singapore non c'è.:azn:/> Scusa non voglio fare la polemica, anzi ribadisco apprezzo tutte le informazioni che ci dai, ma mi ha infastidito l'essere poco riflessivi dei tuoi concittadini. In fondo se nessuno ti vendesse più nulla, volessero annientare Singapore, basta non commercializzare più. Quindi essere convinti che si vive solo di soldi forse forse se non produci nulla, sei anche troppo vulnerabile. Così come i Paesi potenti l'hanno resa florida, dall'oggi al domani chiudendo ogni rapporto sarebbe la fine. Mie considerazioni , poco più, ma visto che è un topic un po' particolare mi sono permessa.

Per il cibo ahimè chissà se riuscirei a stare senza tutte le prelibatezze italiane? Forse per amore si. Mi piace viaggiare, da turista ovviamente, mai lavorato all'estero cosa che un po' ti invidio se non altro perché credo apre le "vedute". Quando mi reco in altri paesi la cucina italiana non esiste più e cerco di assaggiare tutto ciò che è locale. Apprezzo le diversità, ma sino ad ora la mia cucina non la cambierei con nessun altra. Ogni tanto torni a casa? Tua moglie ha già avuto il piacere di visitare il TUO PAESE?

Scusa se scrivo cosa mi passa per la testa, ma oggi sono anche influenzata quindi il mio cervellino bolle ulteriormente. A presto.

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Ancora un sentito ringraziamento a Steven che con la sua bella e accurata narrazione ci dà anche l'opportunità di fare riflessioni su diversi argomenti non caviosi, ma che ci stanno particolarmente a cuore.

La sezione degli off-topics è qui anche per questo.

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Sì, condivido quel che mi scrivete, cari amici. smiley.gif Purtroppo lo stereotipo è duro a morire, soprattutto in aree, come quella nella quale mi trovo a vivere (per "ventura", come sapete, non per "scelta premeditata"), che hanno avuto (in questo caso dopo l'indipendenza dalla Malesia) uno sviluppo velocissimo e vertiginoso. Occorre dirlo, come ho già accennato, qui non hanno alcuna idea di quel che significhi realmente la Cultura (non a caso con la "C" maiuscola). Vogliono gente esperta di Business e qualificatissima, vogliono grandi ingegneri, vogliono architetti. Nient'altro. Avendo un'economia che si basa sui soldi e su null'altro, non hanno un'idea "umanistica" del "cosmo" (detto in senso di macro-cosmo e micro-cosmo, come "idea filosofica"). La stessa bellezza di Singapore, che è tanta, sussiste in quanto "puntiglio" dei Singaporiani nell'avere dato vita a qualcosa di bellissimo (soprattutto in rapporto alla Malesia), ma non viene "sentita" in sé, come "bellezza platonica" (scusate l'espressione, è per evitare di spiegarmi con mille parole), né ha un criterio che non sia improntato alla bellezza in sé (molto "manieristica" o "parnassiana") ed all'efficienza (nella bellezza, il che è un poco "ossimorico"). Quando sono arrivato qui e qualcuno mi ha chiesto che lavoro io faccia, ho risposto di essere un Linguista e loro mi hanno chiesto quante lingue io parli (ciò per dirVi la loro percezione "minimalista" o "minimale" di tutto quel che non sia affari e tecnica). Noi Docenti e Ricercatori occidentali cerchiamo di essere "occidentali", appunto, nell'insegnamento, e di "aprire", per quanto possibile, la mente dei nostri studenti e di essere "approfonditi", ma, alle volte ci viene richiesto di essere davvero "elementari", dato che le discipline nelle quali non occorre essere "elementari" sono, per loro, l'Economia, l'Ingegneria e la Medicina (e la Biologia). Il che ha un "senso", voglio dire, la società è estremamente efficiente, gli Economisti che insegnano qui vengono dalla migliori Università internazionali, gli ingegneri singaporiani sono bravissimi, così come i medici, e gli ospedali sono centri di primissimo livello. Il "problema", però, è che non c'è "anima". Non hanno, come ho già detto, Storia, non hanno una Letteratura, non hanno "origini", nel senso che non si preoccupano di averle, di "investigarle", di "ricercarle", non hanno una tradizione (non ne sentono il bisogno). Sono "di plastica", all'apparenza. E ciò è strano - e fa anche "male", da un certo punto di vista -, perché la gente "normale" non è affatto "di plastica", è "bravissima ed onestissima gente", sono gentili, sensibili, sempre disponibili, amano tantissimo i bimbi ed hanno un senso molto forte della famiglia (i matrimoni durano, e non perché siano "costretti" a durare, durano perché, secondo loro, un nucleo famigliare è un nucleo famigliare e stanno insieme, si aiutano, condividono gioie e dolori, si sostengono e si "sopportano" per tutta la vita, con naturalezza e senza "strepito"), amano la natura e gli animali, ma, purtroppo, non hanno "profondità". Non leggono. In Singapore ci sono tantissime librerie, alcune catene specializzate molto note, delle quali la principale è giapponese. In quei negozi - che sembrano "quartieri", tanto sono estesi - si può trovare qualsiasi tipo di libro, in qualsiasi lingua, c'è anche una sezione enorme dedicata ai libri italiani in Italiano, ma i Singaporiani leggono soltanto i libri che servono loro all'Università, se studiano, o ridicoli "manuali", tipici dell'Asia - che sarebbero oggetto di scherno in Occidente - intitolati, ad esempio (non scherzo) "Come diventare un Leader", "Come avere successo nel lavoro", "Come avere una perfetta carriera", "Come auto-motivarsi", "Come raggiungere grandi obiettivi" (questi sono i best-sellers, qui), e potrei andare avanti fino a domani. L'idea di "uomo" (inteso come "essere umano") è non inerente al "chi tu sia" ed al "cosa tu abbia dentro", ma al "cosa hai fatto?", "quali traguardi hai raggiunto?", "quanto successo hai avuto?". La carriera è l'indicatore del "tuo valore" di "uomo", puoi essere anche un meschino miserevole, nella tua anima, ma, se sei il CEO di una grande azienda, tu sei un "grande uomo". Puoi essere il Mahatma Ghandi, invece, ma, se non hai avuto successo, non vali nulla. Stessa cosa avviene, oggi, con linee ancora più marcate e, se vogliamo, più spietate, in Cina. Vi faccio alcuni esempi "stupidi". Come "sceglie", una ragazza, il proprio fidanzato, qui? Uso volutamente il verbo "scegliere". Perché, in Amore, si sceglie e non si sceglie, voglio dire, ci si innamora, e dipende da moltissimi fattori. Ma, qui, ho la sensazione che si "scelga". Se parlate con una ragazza del suo fidanzato, Vi dirà quanto segue, se lo "ama" e se lo stima (le due cose, qui, coincidono sempre, ovunque dovrebbero coincidere, ma, qui, "combaciano"), che è stato il migliore nella sua classe nei primi anni di Università, classe di Finance, naturalmente, che ha ottenuto un Master's Degree negli States, che so, alla Cornell University, ed anche lì era il primo del suo corso, poi è tornato in Patria (Singapore) ed ha fondato, da sé - coi soldi di mamma e papà -, una Compagnia (qui la tassazione è favorevolissima e ci sono moltissimi - e reali - incentivi), ora fa business ed ha un fatturato di qualche milione di Dollari all'anno, nel frattempo si è iscritto ad un PhD presso un'altra Università americana (mettiamo la Saint Louis University), e che, contemporaneamente, nonostante sia negli States, dirige con successo la sua Compagnia. Dunque, ho un po' "estremizzato", nel senso che ho ritratto una specie di Superman, ma, più o meno, è così. Cosa c'è di strano? Beh, nessuna ragazza Vi dirà mai "Lo amo perché è romantico", "Lo amo perché non lo so, ma so che lo amo", "Lo amo anche se mi fa diventare matta e guarda le altre ragazze" (terribile grin.gif), "Lo amo perché mi trasmette sicurezza" (beh, sicurezza la trasmette, economica), "Lo amo perché siamo cresciuti insieme ed è stato sempre insieme a me". Affatto. L'Amore, questo tipo di "Amore", almeno, viene "misurato" col "successo". Vi ho fornito questo esempio, perché è indicativo. Se anche una donna "sceglie" un uomo sulla base (esclusivamente sulla base) di quanto un uomo faccia od abbia fatto, indipendentemente dai "valori" e dal "valore umano" di quell'uomo (spesso è davvero "indipendentemente"), si può ben capire come la società basi tutta se stessa su questo tipo di valutazioni. A ciò si riallaccia anche il mio discorso sulla loro interpretazione delle cose e sul fatto che "copino" l'Occidente senza conoscerlo, con la volontà di replicarlo, "facendolo più grande". Occorre dire che le ultime generazioni sono un po' stanche di ciò, anche se il modello è sempre prevalente e ci vorrà ancora moltissimo tempo perché "muoia" (ammesso che "muoia"), così, nonostante considerino i ragazzi e gli uomini occidentali "bad Westerns", pensando che vengano qui soltanto (anche coloro che vivono e lavorano qui da anni) per fare baccano e fare sesso (non scherzo, ciò è quel che dicono e che pensano), alla fine in molte "cedono" alle "lusinghe" dei "bad Westerns" per scoprire, poi, nella stragrande maggioranza dei casi, l'assurdità dello stereotipo che avevano in testa, perché i cosiddetti "cattivi ragazzi" occidentali sono, in realtà, buonissimi, le amano molto ed aprono loro anche un orizzonte diverso. Così è accaduto anche tra mia moglie e me, Cinese di Nanjing, la più tradizionale delle megalopoli cinesi, ha subito pensato di me che fossi un "terribile Occidentale". Dopo ben sette mesi di "resistenze" e di "scappo senza scappare" (ma chi? Lei od io? Mistero! grin.gif), alla fine è "caduta" come una "pera cotta". Che salama! smitten.gifAltro esempio. La musica. A Singapore suonano quasi tutti, camminate per la strada?, siete a casa con le finestre aperte? Non ha importanza, sentirete sempre, o quasi, il suono di un pianoforte o di un violino provenire da qualche casa. Molti sono "dilettanti", ma molti, anche tra i "dilettanti", suonano molto bene. Ma, Vi ho detto, sentireste sempre il suono di un pianoforte o di un violino. E gli altri strumenti? Che fine hanno fatto? Uhmm, non esistono. Spiegazione. Il pianoforte ed il violino sono i due "re" degli strumenti musicali, secondo un'interpretazione un poco "razzista". E' vero, in un certo senso, io amo moltissimo il piano, lo strimpello un po' ed ancora rimpiango di avere voluto "sfuggire", quando ero bambino, alle lezioni di piano di mio padre (che lo suona molto meglio di me) per studiare l'oboe (anche se amo moltissimo anche l'oboe e la so suonare, almeno quella!), il pianoforte ti permette di suonare tutto e di tutto e ti dà molta "pienezza", amo molto anche il violino, che raggiunge livelli spirituali elevatissimi. Ma gli strumenti musicali sono tanti ed ognuno ha le sue caratteristiche commoventi ed "elevanti" (nel senso che la musica, è banale dirlo, eleva l'anima). No. A Singapore cosa vogliono? Il "meglio". I migliori esperti di Economia, di Ingegneria, di Medicina (gli Umanisti a cosa servono? Non li vogliamo!), i migliori edifici, i migliori monumenti ("migliori" secondo loro, copiati ed "accresciuti", in realtà), il "meglio" di tutto. E, così, vogliono il "meglio" anche negli strumenti musicali. Perché mandare mia figlia a scuola di flauto dolce (in Inglese recorder, parola che porta a molti fraintendimenti) o di contrabbasso? E chi li conosce, quegli strumenti? E chi li "apprezza"? No, voglio che mia figlia sia una pianista. O, almeno, una violinista. E, così, frotte di bimbi a suonare pianoforte e violino (sempre gli stessi pezzi, i più classici dei classici, ma sempre gli stessi, senza sapere, in fondo, chi fossero Liszt o Schubert) e gli altri strumenti musicali possono anche andare a farsi benedire. C'è anche il "culto" della chitarra, classica ed elettrica, ma esattamente perché si tratta di due strumenti universali e meno classici di pianoforte e violino, con le stesse implicazioni. Suonano e cantano i Pink Floyd, ad esempio Wish you were here, senza conoscere, in realtà, i Pink Floyd e senza porsi domande sui testi delle canzoni (poesie) che cantano (non a caso ho citato Wish you were here). Suonano l'ukulele, perché è cute, come direbbero loro, ma non conoscono la sua storia hawaiana, né comprendono a fondo la differenza dell'uno rispetto alla chitarra (infatti la "misura" più amata di ukulele, qui, è il tenore), se non la disparità numerica delle corde. La mia attuale Università è la quarantaduesima al mondo. Considerato che ci troviamo a Singapore, significa che il risultato, nel ranking mondiale, è di assoluto prestigio e che la qualità dell'insegnamento e, soprattutto, della Ricerca, è molto elevata. In effetti, occorre dirlo, a Singapore le Università non assumono Docenti o Ricercatori che non siano più che qualificati (loro li chiamano, orribile definizione, "i migliori", veramente orrenda) e con un background americano (statunitense) od anglo-sassone in generale (ciò la dice lunga sulla loro ignoranza, ad esempio, degli altissimi livelli delle nostre belle - e moribonde, ahimè - Università italiane). Io stesso sono stato "valutato" di più per le mie esperienze negli States, a Los Angeles, Stanford, Tallahassee, Miami e nell'UK (alla Nottingham Trent University, un'altra NTU, questo acronimo era nel mio destino), alcune delle quali "terrificanti" e non all'altezza degli standards pisani, nonostante i nomi "altisonanti" degli Atenei, che alla mia formazione (ci sono stato quindici anni) all'Università di Pisa, che non ha niente da invidiare agli Atenei che ho appena menzionato, anzi, sono essi a dovere invidiare l'Università di Pisa, ma ai Singaporiani non importa, Pisa, secondo loro, è "solo" Italia, in Italia non si parla l'Inglese, chi li conosce, gli Italiani? Ah, sì, sono quelli mafiosi e pigri. E buonanotte. Quale è la "politica" delle Università singaporiane (adesso è la stessa delle Università cinesi)? Noi abbiamo i soldi. Non li investiamo per formare Ricercatori di altissimo livello ed altrettanto validi Docenti. No, noi li "compriamo già fatti". Dunque, c'è quel Docente di Harvard che ha appena vinto il Premio Nobel per l'Economia? Benissimo. Gli offriamo quattro volte il suo stipendio di Harvard e lo facciamo venire qui. Harvard rilancia e pareggia l'offerta? Benissimo. Noi offriamo il doppio di Harvard e ce lo "accaparriamo". I Premi Nobel che abbiamo qui sono arrivati così. Allo stesso modo di una caterva di Full Professors occidentali di grande prestigio e noti in tutto il mondo, letteralmente "comprati", a suon di "rilanci", dalle loro Università di appartenenza. Ultimo, l'anno scorso, nel mio College, un famoso Docente di Antropologia (che non menziono per rispetto) dell'Università dell'Arizona, davvero celebre in tutto il mondo (lo si vede, spesso, anche in documentari italiani), ha lavorato in quell'Ateneo per trent'anni, ma i suoi studi sono rivolti anche ad un certo tipo di paesaggio (e popolazioni correlate) indonesiano. Ok, l'Università gli offre un super-contratto, lui esita e "barcolla", ne parla col suo Ateneo che, per non perderlo, gli pareggia l'offerta, l'Università la raddoppia ancora e, magicamente, il Docente, adesso, è qui, con il conto in banca pieno all'inverosimile e ciao ciao, Arizona. Ora, io credo che un Docente debba vivere la propria vita ed alcune opportunità non sono da trascurare. Ma, se sei un Full Professor da vent'anni presso una già prestigiosa Università, significa che non hai problemi economici e che la vita non ti è troppo "dura". Ora, che necessità c'è di farti "comperare"? Voglio dire, il "mercenariato intellettuale" non mi appartiene, ma esiste, non soltanto a Singapore, anzi, come detto, in Cina, attualmente, questo discorso è esasperato. Dicono, che bisogno abbiamo di reclutare giovani Docenti, anche dall'estero, se possiamo avere il meglio? E ricoprono d'oro Full Professors magari "scoppiati" che, "adagiati" nelle loro posizioni, non fanno più Ricerca attiva (ma si fanno scrivere articoli e libri dai loro PhD Students) da anni e che, tra qualche anno, con portafogli e pancia piena, se ne andranno in pensione. Costruiscono edifici bellissimi e mirabolanti, negli Atenei, edifici che, per anni, restano vuoti, perché, coi ritmi di qui, arrivano prima gli edifici del personale che li deve "riempire" (anche se non è come in Italia che costruiscono edifici che poi lasciano decadere senza averli mai usati e con uno spreco indecente di denaro pubblico, qui gli edifici vengono conservati e migliorati e le strutture sono sempre all'avanguardia). Ciò per darVi un'idea, se pure parziale ed "imprecisa", del sistema e della forma mentis di queste latitudini.

Io amo l'Italia - non sarei stato così a lungo nell'Aeronautica Militare e non mi sarei quasi fatto ammazzare, per ben due volte, in guerra, se non la amassi - e sono molto orgoglioso di essere Italiano, Europeo ed Occidentale. Occorre dire, però, che l'Italia alle volte, se non spesso, si "merita" questa noncuranza e questo disprezzo da parte dei parvenus singaporiani (che, alle volte, sembrano un po' il Trimalcione di fronte all'Encolpio ed all'Ascilto del Satyricon di Petronio, nessuno dei tre personaggi, secondo me, in ogni caso, troppo "raccomandabile"). Siamo decaduti e decadenti - almeno così è il nostro ceto politico, che ha portato il Paese allo sbando - e non sappiamo nemmeno nascondere i nostri "difetti". Gli altri Europei e gli altri Paesi sono come l'Italia, se non peggio, ma sono più "bravi" a "nascondere" ed a lavare i propri panni in casa. Io sono molto orgoglioso dell'Università dalla quale provengo, Pisa, che mi ha dato molto, a livello di formazione, e che mi ha fatto diventare lo studioso che sono, ma occorre anche dire che a Pisa facevo "la fame", senza alcuna possibilità di carriera e, tanto meno, di "stabilizzazione" e che, come Vi accennai, ero tra i più fortunati, perché, almeno, come Ricercatore, avevo un lavoro (dato che la mia specializzazione è così specifica che ero l'unico, al momento, ad "intendermene"), mentre molti miei colleghi, anche molto più qualificati e bravi di me (io non sono mica così "bravo"), erano "a spasso", magari già con moglie e prole, e, dopo anni ed anni di studio e di perfezionamento, non sapevano dove sbattere la testa. Qui, almeno, accettando compromessi ed anche l'"umiliazione" di essere considerato come un Italiano machiavellico ed "infido" (come detto, alcuni di loro, i "potenti", affermano, sogghignando "razzisticamente", "Gli Italiani hanno un Paese bellissimo e pieno di Storia, ma perché ci sono tanti Italiani in Singapore?"), cosa che qui non sento molto, dato che alla mia Division siamo tutti Occidentali (Inglesi, Australiani - alcuni di origini italiane -, Americani - alcuni di origini italiane -, io sono l'unico Italiano, c'è un Docente dalla Repubblica Ceca), ma basta uscire fuori od andare ai piani più alti e le cose cambiano, qui, almeno, dicevo, ho un lavoro dignitoso e consono alle mie competenze ed a tutto il mio "vissuto" di studi e di Ricerca, che mi consente di essere "tranquillo" e di vivere una vita "normale" come uno studioso quale sono, dopo tanti anni di studio, di formazione e, nel mio caso, di lavoro, potrebbe anche "meritarsi" di avere. Tanto più con una moglie che è ancora una PhD Student. Contraddizioni del Pianeta e del nostro mondo. Gli esseri umani amano sempre molto complicare le cose. Ed essere "oltranzisti", sempre. Anche laddove tutto sembra "perfetto" o dove tutti vogliono credere o fare credere che lo sia.

Ehi, ma quanto ho scritto? Chiedo venia. E mi taccio. Sempre a Vostra disposizione per domande e commenti e tanti saluti carissimi! smiley.gif

P. S.: per rispondere direttamente ad alcune Vostre domande, è vero, Walter, quasi nessuno sa esattamente dove si trovi Singapore, ad Alessandria, ad esempio, molte persone con le quali ho parlato credono che Singapore sia in Cina (mentre siamo ad almeno cinque ore di volo dalla Cina), cosa normale, date le ristrette dimensioni ed il particolare status di città-stato di Singapore, ma è vero, è difficile "collocare" la Lion City, io stesso, quando mi hanno proposto di venire qui, sapevo dove fosse Singapore, ma non avevo alcuna idea di quale fosse l'Università nella quale mi volessero "mandare". Ho avuto una bella sorpresa, poi, ma Pisa, almeno, è nota in tutto il mondo, mentre NTU, ad essere sinceri, chi la conosce? smiley.gif

Per Rocky07, so bene dell'Expo, seguo quotidianamente le notizie dall'Italia, sarà qualcosa di grandioso e di importante, nonostante gli "inevitabili" e tristi scandali che sono scoppiati. Singapore non è auto-sufficiente in nulla, come hai giustamente affermato, il fatto è che "comprano" tutto e, fino a che pagano bene, come pagano, nessuno vorrà mai "annientarli", il "dio denaro" ha soppiantato da tempo - o da sempre? - gli antichi dèi. Nemmeno io cambierei mai la cucina italiana con un'altra cucina, tanto meno con quella singaporiana (si chiama peranakan) o con quella cinese (ma non ditelo a mia moglie! grin.gif). Torno in Italia due volte all'anno, durante la pausa natalizia, generalmente (anche se ho dovuto "saltare", quest'anno, per ragioni di lavoro), e durante quella estiva (qui l'anno accademico inizia ad Agosto, ma da Giugno ad Agosto, appunto, le attività sono molto "rarefatte" e si può tornare a casa). Torno a casa dalla mia mamma!!!!! Come ogni vero buon Italiano, tanto per restare negli stereotipi, nonostante la mia "veneranda" età, sono un mammone della "peggior" specie e, più ancora della cucina italiana, del mio Paese, dei nostri luoghi, della nostra lingua, qui, non mi vergogno ad ammetterlo, quel che mi manca di più è la mia mamma! Sì, mia moglie è già stata due volte in Italia, in occasione del nostro matrimonio italiano (come Vi accennai, tre matrimoni, cinese, a Nanjing, italiano e singaporiano, "terribile" sposare una donna cinese! laugh.gif), ed in seguito a trovare la mia famiglia ed a "scorrazzare" un po' di qua e di là. Parla anche un po' di Italiano, sicuramente il suo Italiano è migliore del mio Cinese Mandarino e si sta "italianizzando" un po' (sta diventando un po' "mammona" anche lei!). Mi dispiace che tu sia influenzata, spero che oggi tu stia meglio. smiley.gif

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Come sempre, i tuoi scritti, sono ricchissimi di spunti.

Pensavo alla Skyline di Singapore. Città avveniristica, con i suoi palazzi, questi grandi architetti che hanno dato il meglio di se. Credo si rimanga a bocca aperta per la maestosità delle costruzioni, le linee ardite, la testimonianza dell'ingegno e della creatività degli uomini, di alcuni uomini. Affascinante, per alcuni aspetti suggestivo. Ma si può definire tutto ciò "bello"?

D'accordo, la bellezza (si dice) è soggettiva. Ma ci sono alcuni dati di oggettività assoluta. C'è qualcuno che può affermare oggettivamente che la "Cappella Sistina" non sia bella?

L'Empire State Building, a New York è stato costruito negli anni 30, mi pare. Ha rappresentato per anni l'esempio dell'ardimento umano nelle costruzioni. Poi è stato superato non solo a New York ma in molte altre parti del mondo. C'è qualcuno oggi che vedendo quel palazzo possa oggettivamente dire che è "bello". Ne dubito. E' stato ampiamente superato. Oggi è vecchio, non antico.

Tutto questo per aprire una riflessione sulla memoria. In particolare sulla memoria storica.

Steven descrive magnificamente i suoi concittadini Singaporesi come radicati nell'oggi e proiettati nel domani. Ne sottolinea con sapienza i valori (o disvalori), le ambizioni, le aspettative.

A Singapore nulla di nuovo si è creato. Ci si è limitati ad importare (pessimi) stili di vita altrui. In particolare il modello è quello Statunitense. Deregulation, competizione esasperata, diseguaglianze sociali e...dio denaro.

Ok. Senza il reddito non si mangia, non si ha una casa, non ci si cura. Ma il reddito dovrebbe essere il mezzo per vivere, non il fine.

Ho grande disagio quando mi capita di vedere qualche servizio giornalistico in cui questi corsi di motivazione destrutturano ogni capacità critica degli uomini riducendoli a mere macchine al servizio del superiore profitto, senza morale, senza capacità critica propria. Contemporanei Faust ai quali il Mefistofele del 130° piano chiede di essere pronti ad uccidere la propria madre.

In nome del denaro, del possesso dei beni. Tutti si aspira ad una vita dignitosa ed a circondarsi da quanto ritenuto necessario. Ma qui non stiamo parlando di questo. Parliamo del di più, del molto di più, del sempre di più. Che senso ha tutto ciò rispetto alle necessità primarie che abbiamo, che ogni essere vivente ha e che avrebbe legittima aspirazione ad avere soddisfatto.

A che ti serve? Ad affermare il tuo potere? A comprare tante donne (perchè di questo si tratta). Per costoro, davvero esiste la bellezza?

Leggo che i tuoi concittadini non hanno memoria storica. Se ricordo bene il 75% sono di etnia cinese. Ma la cultura cinese è una cultura millenaria. davvero sono bastate poche generazioni per cancellare un patrimonio così immenso?

In Unione Sovietica e nei paesi a regime comunista hanno tentato con il laicismo di cancellare il sentimento religioso degli uomini. Non ci sono riusciti, lo stato si è laicizzato, ma ciò che era degli uomini è rimasto degli uomini.

Quando, in casa nostra, sento qualche estemporaneo "solone" declamare la teoria di quanto sia moderno non considerare più il posto di lavoro come posto fisso e di quanto sia "avanzato" pensare di spostarsi sempre alla ricerca dell'"occasione" mi vengono i brividi. Penso a quella generazione di giovani privati di ogni certezza, di ogni ideale, di ogni sicurezza. Gettati nell'agone della precarietà verso un futuro incerto e ignoto. Così va il mondo? Ma siamo sicuri che questa ristrutturazione della socialità possa reggere il limite di tolleranza. Quali prezzi è previsto si debbano pagare, e soprattutto, da chi saranno pagati? Io un'idea purtroppo ce l'ho.

Si continua a citare l'esempio degli Stati Uniti. Ma gli Stati Uniti sono una macchina autoalimentante. Hanno bisogno di sempre maggior carburante per mantenere la velocità. E quel carburante lo si procura attraverso il sistema, costi quel che costi, senza andare troppo per il sottile. Davvero quello è il modello? Gli americani sono migranti per definizione, ma sono un popolo senza radici, senza appunto "memoria storica". Lo stesso concetto di famiglia è diverso dal nostro, che saremo anche mammoni, ma che della famiglia facciamo il fulcro indimenticato della nostra esistenza.

Un americano si sposta da un posto all'altro e quello che si porta dietro sono gli effetti personali. Perchè troverà un'altra casa, standardizzata, già ammobiliata, simile a quella che aveva magari dall'altra parte del continente.

Un italiano ci mette una vita a costruire la "sua" casa. La pensa, la realizza e la abbellisce a sua immagine e somiglianza. Essa è la sua personale memoria storica, del suo essere vissuto.

Lo so, è legittimo che qualcuno mi consideri passatista, che abbia una visione del futuro più moderna ed aperta della mia. Ma io credo che tutti noi, prima o poi, dovremo fare il conto con "il sostenibile". E non sarà molto piacevole.

Quindi "la bellezza" dicevo. La bellezza ci è dentro. Si sposa al nostro ricordo, si nutre della nostra conoscenza, si crogiola nella nostra storia. Non si mangia eppure ci nutre.

Non possiamo prescindere da essa perchè noi abbiamo memoria storica. L'arte, la cultura, la poesia, la musica, tutto questa magnificenza che accompagna il nostro vivere, anche quando è permeato di fatica.

Ci saranno senz'altro i pragmatici a cui queste mie parole strapperanno un sorriso (per non dire altro), ma non sarà mai aperto come il mio quando penso a ciò che di bello ho visto, a quanta bellezza ho accumulato dentro di me. E il ricordo accompagna il mio "venire da lontano".

Oggi come ieri ci saranno un ragazzo e una ragazza seduti ad ammirare un tramonto (che è di tutti). Oggi come ieri faranno l'amore e poi si abbandoneranno ai progetti e ai sogni. Cercheranno di disegnare il futuro partendo dal loro passato. Dalla loro memoria e da quella di chi li ha generati.

E questo, vivaddio, non ce lo potrà mai togliere nessuno.

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