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hellismorag

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Tutti i contenuti di hellismorag

  1. Tranquilla, le mie 4 cavie vivono in una stanza tutta per loro, e quando vogliono girare libere in giardino fischiano finchè un "portiere" non apre la porta e le accompagna come guardia di sicurezza. E certo non intendo portarle per strada. Ma se tante volte dovesero esplorare un giardino sconosciuto sono terrorizzata all'idea che si infilino in qualche tubo o posto pericoloso ed io non riesca a tirarle più fuori. In un caso del genere sarebbe utile poter contare sul guinzaglio, anche se credo che le mie siano oramai troppo viziate per imparare..
  2. Si la pettorina non la possono proprio vedere... ma non è pericoloso fatto così? Non rischia di strozzarsi se tiri?
  3. Io non sono mai riuscita ad abituare i miei taralli pelosi al fastidio del guinzaglio, ma capisco che per alcune situazioni particolari potrebbe essere utile. Tu come hai fatto ad abituarla? Ti andrebbe di scrivere i dettagli? Ciao!
  4. Grandioso! Mi è piaciuto un sacco questo post.... grazie! :-DD
  5. hellismorag

    doriano

    Scusa ma eravate in attesa o è stata una sorpresa? Si possono prendere in mano con delicatezza, ma sarebbe meglio separare il padre altrimenti la neomamma rischia di restare subito incinta di nuovo, con conseguenze per la sua salute. Cerca di pulire senza provocargli troppi stress. C'è una sezione apposta in questo sito dedicata ai parti. ciao
  6. A me è piaciuta sopratutto la parte della pentola col manico. Mi ha fatto pensare al personaggio di Tiffany Aching di Terry Pratchett, a cui la mia Tiffany-porcellina si è ispirata. Ciao e grazie mille!
  7. Una mia amica di messina tempo fa venne a trovarmi con il suo fidanzato dublinese che parlava solo in inglese. Videro le cavie, le coccolarono. Lei disse (a proposito del popopo) :" Ma... SEMBRA UNA CAFFETTIERA!" E lui invece: "Super cute!" Quindi hanno forgiato l'italo-inglese "cutini" (pron. chiutini ) per chiamarli...
  8. Si sente da come le parli che ti ha riempito il cuore di amore.. so cosa intendi, quando le ho prese non sapevo nulla di loro, mi aspettavo pochissimo, credevo che non avrei mai potuto amarle come avevo amato prima altri animali come i gatti per esempio... poi il fascino timido e discreto di queste bestioline che ti guardano con i loro occhi a bottone, e sembrano dirti: sei il centro di tutto il mio mondo (sopratutto quando hai le mani piene di pappa, ma lasciamo correre!) mi ha fatto sciogliere. Mi piace quando mi dimostrano tutta la loro fiducia, perchè so che con gli estranei sono invisibili e quindi vuol dire che il loro affetto l'ho in qualche modo meritato, o quando vogliono uscire ma se non mi vedono davanti a loro a sorvegliare il giardino non si fidano perchè si sentono poco sicure... :-DD Ah, per come fare trovi le spiegazioni nelle schede di addestramento...
  9. Ciao a tutti! Qualche tempo fa io e Paolo avevamo scambiato osservazioni sul timore dei pelosi per l'obbiettivo. Ora sto cercando di stilare un decalogo per ottenere migliori foto dei nostri "modelli", e se qualcuno ha ulteriori consigli li gradirei molto. Per ora ho notato questo: -è preferibile escludere il flash ed utilizzare la luce naturale (meno occhi rossi e riflessi bianchi sul pelo lucido) possibilmente all'aperto -se possibile, l'impiego di modalità di fotografia "sportiva" riesce ad eliminare l'effetto "porcello inquieto" (in cui il porcellino è sempre girato dall'altra parte, o semplicemente "evaporato" dalla zona dell'obbiettivo) -usare sempre la massima sensibilità che la macchina consente (perchè si possono cogliere dei dettagli interessanti anche a distanza - il mio vet l'ha usata per controllare l'occhio ferito a Pichan) -accendere l'apparecchio in un'altra stanza per non allarmarli. E voi?
  10. No, credo sia solo ritrosa...quando sono abituati a muoversi corrono e saltano come matti; però se non è molto allenata può darsi che serva del tempo per farsi "i muscoli". Lascia le cose come stanno, il tono muscolare è una cosa buona per la sua salute e non è certo una tortura farla uscire dalla gabbia... Fammi sapere se migliora! Ciao
  11. scusa avevo risposto in modo esteso e con foto ma mi è sparito il post: è un incrocio peruviana e abissina, e fino a che non sarà adulta è impossibile dire quanto diventerà lungo il pelo.
  12. Birmelin (un biologo comportamentale che ha scritto un libro sulle cavie) sostiene che la massima risposta all'addestramento si ha intorno ai 10 mesi e prima sono troppo timorose. Però anche se può essere un pochino frustrante puoi insistere, lei comunque si abitua a te, al tuo odore e alle tue abitudini. E vedrai poi che soddisfazione! Quanto al cibo in mano il video è un esempio, non sei tenuta a fare quello che vedi, adatta l'esercizio a te (cioè alle dimensioni delle tue mani) ed alla tua cavia. Ho notato che gli uomini con le mani grandi devono muoversi in modo molto più circospetto per esempio, perchè le loro mani alle mie cavie sembrano gigantesche, quindi meglio tenere le cose sul palmo con la mano piatta e distesa, cerca quindi quella che è la posizione giusta per te.
  13. Sì, coraggio non mollare e sii paziente. Io non avevo capito, pensavo che il "tubo" fosse un tubo in cui lei poteva entrare, quindi un rifugio di suo gradimento, ecco perchè dicevo di metterlo fuori. Ma dato che è uno dei suoi giochini è tutto un'altro discorso. Stai tranquilla, se la ignori quando la porticina è aperta, e se lei ha il passaggio libero per entrare ed uscire prima o poi si tranquillizza. Figurati che i miei che oramai sono discretamente domestici ogni tanto si innervosiscono e fanno i ritrosi, e allora se voglio vederli mangiare devo guardarli da dietro alla porta. Ora che ho la tosse poi si infilano nel tubo componibile e aspettano che abbia finito di emettere suoni terrificanti.
  14. Io ho provato il massaggio alla colonna vertebrale su Bianca e le è piaciuto. Mi guardava e sembrava pensasse: "Ehi, che grattino strano che mi fai...oohh...ma come si chiama 'sta cosa qua?" Grazie delle istruzioni!
  15. Si vede che sei una padroncina amorevole. Potresti provare così: -rendi stabile l'uscita dalla porticina (un piano inclinato o una scatola bella grande) e se deve passare su delle sbarrette foderale di carta e nastro così che non ci infini dentro le zampine - metti dei pezzettini di verdura a lei graditi subito fuori dalla gabbia (faglieli annusare e poi mettili li) -metti subito fuori dalla gabbia il tubo (che lei conosce già come "posto sicuro") oppure una scatolina di cartone spesso con due porte abbastanza grandi per lei su due lati -lascia la gabbia aperta per molto tempo e cerca di muoverti il meno possibile. -se è il pavimento a spaventarla (è freddo, liscio, scivoloso per i suoi piedini) prova a mettere un telo di colore scuro sotto la zona subito fuori dalla gabbia, come se fosse uno strano tipo di erba. Fammi sapere se funziona! Ciao
  16. Mentre per gli esercizi visti nella scheda precedente l’importante è chiamare per nome e soprattutto avere in mano qualcosa di buono, per i prossimi esercizi è necessario di volta in volta associare allo svolgimento un comando verbale e gestuale che possa farci comprendere meglio dal nostro amico. Naturalmente vi illustrerò quali segnali utilizzo io, ma in questo non voglio condizionarvi: dal momento che dovrete usare sempre la stessa parola o lo stesso gesto vi conviene scegliere quello che vi viene più naturale, così da non fare confusione. Ovviamente le parole migliori sono brevi e molto diverse le une dalle altre, ed i gesti migliori semplici e lenti, cioè non minacciosi. “Fermo”: esercizio da svolgere nella gabbia se questa possiede una apertura dall’alto, altrimenti serve un perimetro che limiti (ma non troppo) le possibilità di fuga del porcellino. Utilità: rendere la calata di una mano dall’alto (fenomeno generalmente associato ad attenzioni sgradite, visite veterinarie ed operazioni di “cavycure”) un momento più sereno. Chiamando il nome del porcellino e “fermo” con tono sempre calmo e rassicurante, infilare la mano dall’alto muovendola il meno possibile. Alcuni porcellini, spaventati, potrebbero mettersi a correre. Fate finta di niente. Cercate di avvicinare la mano al naso dell’animale per permettergli di sentirne l’odore. Continuate a parlare e ad avvicinare la mano per carezzargli il dorso subito dietro al collo. Se si lascia carezzare, dategli subito un buon boccone, ditegli “bravo” e chiudete la gabbia. Se continua a non lasciarsi toccare prendete un pezzettino del boccone e fateglielo annusare tenendo la mano ferma. Se si avvicina lasciateglielo prendere e cercate di carezzarlo. Non siate ingordi se non è ancora abituato a lasciarsi carezzare: verrà anche il tempo delle coccole sostanziose, con un po’ di pazienza. Insistete più volte ma in tempi fra loro distanti. Lo scopo è dimostrargli che se entra una mano, non gli succederà nulla di male, ma riceverà cose buone e qualche grattatina. La cavia è paurosa ma dopo numerose dimostrazioni di scarsa pericolosità e dopo aver scoperto che prima si lascia toccare e prima ve ne andate inizierà a considerare la faccenda sotto altri aspetti. In piedi: questo esercizio, pur essendo di scarsa utilità pratica, alle cavie piace molto. Lo usano spesso anche per attirare l’attenzione e sollecitare la somministrazione di qualche boccone ghiotto. Il comando che uso è “Su!”, accompagnato da un gesto lento verso l’alto della mano che contiene il premio. Per abituare il porcellino, fategli annusare il boccone e iniziate ad alzarlo leggermente, spostandovi più in alto ma sempre sul punto su cui ha la testa. Per raggiungerlo prima proverà ad allungarsi, poi scoprirà di essere molto stabile appoggiato sulle zampe di dietro e allora fare “il piccolo T-Rex” non sarà più così brutto. Premiate i sui sforzi. Questo esercizio si vede abbastanza bene nel video “Playtime”. Curiosità: questo esercizio lo ha inventato Diddi (la mia cavia) quando, incintissima, scoprì che se si metteva in questa posizione ero abbastanza terrorizzata all’idea che le succedesse qualcosa da darle qualunque cosa desiderasse. No comment. Inoltre la posizione di questo esercizio è un po’ meno stabile se il porcellino ha le unghie posteriori più lunghe del dovuto: può essere usato per controllarle a vista senza disturbare, visto che mentre la cavia è in piedi sono ben visibili. Se il porcellino dondola, sono MOLTO lunghe. “Qui”: per svolgere questo esercizio è indispensabile che i porcellini si siano già appassionati al gioco e alla possibilità di ottenere qualche ghiottoneria extra mangiando dalle vostre mani. Potrete iniziare a provare quando inizieranno a venirvi vicino con aria interrogativa, tipo: “Beh, com’è che oggi non hai niente da darmi? Cosa ci stai a fare qui?”. Sempre stando seduti, prendete fra le dita il bocconcino, e con la mano volta verso il basso battete leggermente la punta delle dita in un punto del pavimento vicino a voi, ripetendo il comando “Qui!” con voce tranquilla. Se avete più di una cavia in casa è il momento di sfruttare la cosa: a differenza degli esercizi in cui “si mangia al proprio turno” e cioè ottiene il boccone il porcellino che voi chiamate, in questo caso il boccone lo ottiene il primo a recarsi nel luogo dove avete appoggiato la mano. Ripetete quando il fatto è stato acquisito, provando ad appoggiare la mano in un altro posto. Utilità: imparano a venire più vicini al padrone.
  17. Grazie, sono felice che vi sia piaciuto. Ho già postato i primi esercizi, sono banali ma dovevo cominciare con qualcosa di semplice che andasse bene anche per caviottine timidissime. Ai prossimi giri ci saranno "fermo", "in piedi" (esercizio facilissimo e quasi spontaneo),"strofinata di naso","carezze diffuse", "spazzola","qui","zampa", "in collo" e "topo-ascensore". Mi servirà un po più di tempo però... ciao!
  18. Se si stabilisse a quale età sarebbe splendido poter mettere insieme le caviotte senza più pensieri. Però servirebbe un qualche test (analisi del sangue o che so io) per determinare la presunta menopausa, perchè se per errore non fosse così sappiamo quali sono le conseguenze di una gravidanza dopo la calcificazione del bacino ....
  19. Concordo. Ma la cosa non sempre aiuta. Per esempio Tiffany, molto ribelle, ancora adesso talvolta morde il boccone, tira e scappa con tutto il pezzo se ci riesce. Se questo accade, tutti iniziano a farlo e comincia la rivoluzione. L'unico modo per risolvere: riprendere il pezzo grosso e andarsene lasciandoli con un palmo di naso (e tornare a riprovare dopo un' oretta). Il cattivo esempio funziona come il buon esempio ma attecchisce piu velocemente, non so perchè!
  20. Forse puoi provare a chiedere dei dati a grosse compagnie che vendono alimenti per loro (tipo la Bunny per es.). Loro li hanno di sicuro per il marketing e probabilmente potrebbero condividerli visto che stai scrivendo la tesi (e li puoi citare in bibliografia). Insisti, non mollare! =: )
  21. Parafrasando il lavoro di Solomon Rarey, che si rivolgeva principalmente a domatori di cavalli, voglio solo dire due cose a chi si accinge all’addomesticare il porcellino d’india: 1. all’animale deve essere richiesto solo ciò che capisce ed è in grado di fare 2. l’animale non deve sperimentare successi indesiderati, cioè non si deve “tentare di insegnargli qualcosa”. Se si è stabilito che un esercizio è alla sua portata non lo si premia se non si impegna (niente di terribile, non lo stiamo privando del pranzo, ma solo di una piccola ghiottoneria extra – non sentitevi in colpa). Mentre il primo concetto è di una banalità disarmante, il secondo non è così facile da applicare come sembrerebbe. Guardate gli occhi a bottone del vostro porcellino e provate a resistere. Se non ce la fate neanche a pensare di non dargli tutto quello che vuole, lasciate perdere. E’ perché vi ha già addomesticato. Ma non crediate che abbia fatto un affare: se non sapete togliergli un boccone che sapete non essere salutare per lui, o insegnargli a non avere paura delle vostre mani, lo esponete ad altri rischi. Pensateci su. Per quelli che invece stanotte riusciranno a dormire anche con quello sguardo implorante nella memoria (vi insegno un trucco: ricordate il pancino tondo tondo che sta subito sotto!) eccovi i primi esercizi. Mangiare in mano, seguire la mano, girare su se stessi, conoscere il proprio nome Questi esercizi si possono ricondurre allo stesso esercizio di base, variato un poco ma sostanzialmente identico. Immanuel Birmelin sostiene che il picco di apprendimento nella cavia si ha verso i 10 mesi, e che è piuttosto inutile cercare di addomesticare animali più giovani, perchè troppo timorosi. Ho avuto in casa i cuccioli, ho avuto in casa gli adulti: tranne che in qualche raro caso (di porcellino coraggioso) è vero, sono molto più lenti. Possono imparare però a mangiare dalle mani, quindi iniziate con quello e non andate oltre finchè questa fase non sarà acquisita a pieno. Poi continuerete. La prima fase (mangiare dalle mani) è appresa spontaneamente per pura golosità dalla maggior parte delle cavie. Mettetevi di fronte al porcellino con in mano della verdura o del pellet e chiamatelo col suo nome a voce bassa e calma, finchè non si sporge abbastanza da assaggiare. Potete farlo anche mentre è nella gabbia, attraverso le sbarre. Avrà meno paura finchè si sente protetto dalla gabbia, ma poi provate a farlo anche quando è fuori. Potrebbe volerci un po. Siate pazienti. Fategli annusare il boccone e aspettate. Evitate i movimenti bruschi. Questo è uno dei casi nei quali più porcellini “si aiutano” nell’esercizio, perché nel gruppo ce n’è sempre uno più ghiotto o più coraggioso. Quando vedete che il porcellino inizia ad essere più fiducioso nel prossimo boccone, non lasciatevi strattonare via il cibo, anche se cerca di agguantarlo e portarselo via. Ma neanche giocate a tiro alla fune: semplicemente tenete la posizione. Per questa fase sono utili verdure lunghe come un gambo di sedano o una carota, che si tengono bene anche se loro tirano e non si stracciano come invece fa la lattuga. Se il porcellino è tranquillo, si può mettere nel palmo un po di pellet perché lo mangi direttamente li, oppure tenerlo con due dita (questo servirà più avanti per insegnargli a farsi strofinare il naso senza fuggire). Seguire la mano: una volta che si è abituato a mangiare i bocconi dalle vostre mani organizzate per terra davanti a voi qualche ostacolo (qualche scatola rovesciata o qualche cestina) e stando seduti spostate la mano con il boccone in modo che il porcellino salti su e giù, si sposti, si sporga. Anche in questo caso la verdura può essere più rassicurante perché permette una maggiore distanza, ma se non ha paura anche il pellet va bene. Insisto sullo stare seduti perché se avete una posizione stabile limiterete i movimenti e non dovrete muovere i piedi, riducendo il rischio che il porcellino si spaventi o si distragga. Mantenere a lungo la posizione è altrimenti difficile. Girare su se stessi: è una variante del precedente. Si fa seguire il boccone al porcellino facendolo girare intorno a lui lentamente sempre nello stesso verso (scegliete voi se orario o antiorario). Progressivamente si accellera finchè il porcellino gira su se stesso automaticamente per prendere il boccone. Questo l’ho imparato guardando un video su youtube e l’ho applicato per un po’, ma personalmente non l’ho trovato molto utile e ora preferisco farli giocare con altri esercizi. Comunque è facile. Riconoscere il nome: l’unico modo è parlare sempre al porcellino chiamandolo per nome, semplificandolo se questo è troppo lungo e scandendolo in modo chiaro. Pronunciare sempre il nome del porcellino quando gli si da un boccone. Questo è utile soprattutto quando i porcellini sono più di uno: lasciate che vi vengano intorno per mangiare dalle vostre mani e scegliete un ordine (porcellino A, B,C,D) che rispetterete poi nel giro dando solo un boccone per volta ad un solo porcellino, mentre lo chiamerete per nome. Per amor di pace domestica, io cerco di seguire se posso l’ordine con cui mangiano per conto loro (quindi non faccio mangiare prima il più piccolo o più carino, ma quello dominante). Si evitano le risse e si riconfermano i ruoli. Dopo 2 o 3 giri vi accorgerete che aspettano il proprio turno. Sentendo ripetere il proprio nome insieme al boccone si abituano, e se per sbaglio salterete qualcuno ve lo faranno notare di sicuro. Questo esercizio serve anche quando nel gruppo uno diventa troppo aggressivo e cerca di rubare il cibo agli altri. Essere costretto a rispettare il proprio turno o altrimenti rinunciare al premio di solito calma un po gli animi. Ciao!
  22. Davvero? WoW! Il fatto è che nel mio corso di studi ignoriamo completamente l'interazione con gli organismi , quindi sintetizziamo molecole che altre discipline ci segnalano come importanti e cerchiamo modi più ambientalmente compatibili o meno costosi di farlo, pur avendo solo approssimativamente l'idea di cosa faranno queste sostanze una volta prodotte. Quindi non farmi domande complicate che mi vergogno! Ciaooo!
  23. Ehm, Paolo? Non vedo quello che ho scritto. Ma so che c'è. AIUTo è invisibile! Qualcuno sa dirmi PERCHè?
  24. Niente di "cavioso" purtroppo. Sono a Chimica Industriale, e la mia tesi specialistica è sulla sintesi di precursori di farmaci biomimetici della serotonina e di alcune molecole antitumorali tramite microonde. Spero di finire presto.. o mi chiuderanno in manicomio.
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