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paolo

I denti dei roditori e l'alimentazione del porcellino d'india.

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Quando serviamo ai nostri porcellini le tanto attese verdure abbiamo un tangibile segno del loro entusiasmo sentendo il "crunch crunch" della vigorosa masticazione e notando il ben definito segno dei dentini sulle foglie. Ed è sempre sorprendente constatare come anche le verdure un po' più consistenti, come certi gambi o coste, vengano gagliardamente intaccati dai nostri.

E qualcuno, come il sottoscritto, avrà anche avuto un'ulteriore prova dell'affilatezza dei loro dentini letteralmente sulla propria pelle.

Questa capacità di tagliare tipica di tutti i Roditori (pensiamo ai castori) è consentita dall'affilatezza degli incisivi,

Questi dentini hanno una particolare conformazione: lo smalto, infatti, ricopre solo la superficie anteriore del dente (lato labiale), mentre quello esposto verso l'interno (lato linguale) ne è privo.

Proprio questa asimmetria genera il bordo tagliente dell'incisivo, conferendogli una forma a punta di scalpello.

Nella maggior parte dei Mammiferi, invece, lo smalto riveste tutto il dente.

Lo smalto è il tessuto più mineralizzato dei Vertebrati e viene prodotto da cellule altamente specializzate, gli ameloblasti, che differenziandosi acquisiscono la forma e la funzione adatti.

Esaminando una sezione longitudinale dell'incisivo di un Roditore è possibile constatare che la forte asimmetria nella crescita dello smalto è dovuta al diverso grado di maturazione degli ameloblasti, meno differenziati nella parte posteriore del dente e maggiormente differenziati anteriormente, sulla superficie labiale.

Il controllo sull'attività delle cellule che producono lo smalto è esercitato dalla follistatina, una proteina importante nello sviluppo embrionale. Nel topo la follistatina è maggiormente espressa nel lato del dente privo di smalto: proprio l'espressione asimmetrica della molecola renderebbe conto della particolare formazione dello smalto negli incisivi dei Roditori.

Topi privi del gene per la follistatina producono smalto su entrambi i lati dei denti incisivi, mentre in topi modificati per produrre proteina in eccesso lo strato di smalto è completamente assente; queste osservazioni hanno consentito di ipotizzare un effetto regolatore sulla produzione di smalto da parte della follistatina attraverso l'inibizione di una famiglia di proteine dette "bone morphogenetic proteins" (BMP, proteine morfogenetiche ossee) coinvolte, tra l'altro, nell'espressione dei geni per l'epitelio dentale e gli ameloblasti [ref.1].

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Grazie agli affilati dentini gli  erbivori obbligati, come i porcellini d'India, possono cibarsi di vegetali talvolta anche particolarmente duri, come ramoscelli, foglie ed erbe anche secche come il fieno, che eserciteranno un forte effetto abrasivo sui denti, che saranno quindi maggiormente soggetti ad usura rispetto a quelli di animali carnivori o onnivori.

Un dente consumato o rotto può impedire la corretta alimentazione dell'animale e quindi pregiudicarne la vita stessa; ma fortunatamente gli incisivi di Roditori e Lagomorfi, nonchè i molari della cavia, del coniglio e dell'arvicola di campagna sono "ipsodonti", ovvero a radice aperta: la crescita di questi denti quindi, a differenza di quanto accade negli umani e in molte specie di Mammiferi, non si arresta con il raggiungimento dello sviluppo definitivo, ma continua per tutta la durata della vita dell'animale, un po' come accade con le nostre unghie.

Questo è consentito dalla presenza, nell'estremità apicale degli incisivi dei Roditori, di cellule staminali odontogeniche che proliferano continuamente, auto-rinnovandosi, grazie all'espressione continua di segnali di regolazione mediati dal fattore di crescita dei fibroblasti (fibroblast growth factor, FGF). Nei denti a crescita limitata, invece, questi segnali sono espressi solo durante la fase iniziale di rapida crescita dei denti, per poi cessare gradualmente [ref.2].

Lo stato degli incisivi della cavia rappresenta quindi l'istantanea di un equilibrio tra la crescita e l'usura determinata dall'abrasione. Questo equilibrio deve essere mantenuto nella cavia domestica con una alimentazione opportuna.

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Il problema di un eccessivo consumo dentario non è solitamente ricorrente in condizioni di allevamento domestico, mentre è assai più frequente osservare denti non sufficientemente consumati, che possono ferire e trafiggere guance e gengive, determinando ascessi, ferite e infezioni del cavo orale, e arrivando anche a coinvolgere gli occhi dell'animale, che potrà mostrare aumentata lacrimazione o addirittura l'occhietto che sporge (esoftalmo) a causa della pressione dei dentini verso l'esterno [ref.3]. Naturalmente l'animale avrà prima difficoltà e poi impossibilità ad alimentarsi.

Questa situazione si determina con maggiore facilità se l'alimentazione della cavia è povera di fibra, facilmente masticabile e ipernutriente. Cibo cioè che soddisfa il "palato" della cavia, saziandola, e facendo sì che non dedichi tempo a fieno e vegetali. Questo accade tipicamente somministrando come alimento principale certi cibi pellettati proposti in commercio.

La somministrazione di fieno, erbe spontanee e verdure (soprattutto da foglia) e qualche rametto fresco, costringerà la cavia a masticare a lungo, consumando i denti, evitando un eccesso di cibo e tenendola occupata. Da non trascurare i benefici della corretta alimentazione sul delicato intestino della cavia.

Le lesioni orali non sono affatto infrequenti fra i piccoli erbivori domestici sottoposti a visita veterinaria: si pensi che in una recente casistica [ref] ben 80 conigli su 210 (38,1% del totale) e 60 cavie su 257 (23,4%) erano affetti da una patologia orale.

La regolazione della lunghezza dei dentini è operazione delicata, perché si potrebbe rovinare il "germe" contenente le cellule staminali odontogeniche e il dentino potrebbe ricrescere storto, perpetuando quindi la malocclusione.

E' buona norma sottoporre l'animale apparentemente sano ad una visita dal medico veterinario almeno una volta ogni anno. Il medico esperto in cavie esaminerà certamente i dentini dell'animale, non limitandosi agli incisivi, ma esaminando con un otoscopio anche i molari, disposti più profondamente, manovra non invasiva e assolutamente indolore.

Se il vostro medico visita il porcellino senza esaminargli la dentatura: cambiate medico!

In conclusione, i problemi dentali nel porcellino d'india, nei Roditori in genere e nei Lagomorfi, sono relativamente frequenti e la loro insorgenza ne può compromettere gravemente la qualità della vita. La preparazione del proprietario è fondamentale per la loro buona salute, perché sulla base delle proprie conoscenze potrà fare un'efficace opera di prevenzione delle malattie.

Riferimenti bibliografici.

1. Wang :angry: e coll. Follistatin regulates enamel patterning in mouse incisors by asymmetrically inhibiting BMP signaling and ameloblasts differentiation. Developmental Cell 2004; 7: 719-730.

2. Ohshima H e coll. The eternal tooth germ is formed at the apical end of continuously growing teeth. Archives of Oral Biology 2005; 50: 153-157.

3. Florin M e coll. Clinical presentation, treatment, and outcome of dacryocystitis in rabbits: a retrospective study of 28 cases (2003-2007). Veterinary Ophthalmology 2009; 12: 350-356.

4. Jekl V e coll. Quantitative and qualitative assessments of intraoral lesions in 180 small herbivorous mammals. Veterinary Records 2008; 162: 442-449.

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La scheda che ho pubblicato è praticamente la sintesi di quattro diversi post presentati recentemente nella mailing list.

Vorrebbe fornire qualche base biologica per comprendere il delicato meccanismo che consente la crescita continua e l'affilatezza ai dentini dei nostri porcelli, ricordando che l'evoluzione della dentatura nei Mammiferi rappresenta lo specchio fedele dell'adattamento delle specie i diversi tipi di dieta e che qualsiasi nostro intervento che faccia deviare dalla corretta alimentazione avrà sicuramente delle conseguenze sulla salute dei pelosi.

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