Vai al contenuto
paolo

Johann Jakob von Tschudi. Ha descritto la cavia selvatica.

Recommended Posts

Con questa scheda spero di poter iniziare una serie di appuntamenti dedicati ai personaggi che hanno in qualche modo legato il loro nome alle cavie.

In realtà questa sarebbe più precisamente la terza scheda sull’argomento; abbiamo infatti già avuto diverse occasioni in Forum per menzionare Cristoforo Colombo, Ammiraglio del mare Oceano, e abbiamo trattato con particolare attenzione il suo possibile primo incontro con la cavia

post-1528-0-83825500-1559116548_thumb.jp

E abbastanza recentemente, all’interno del CavioNews n.27, abbiamo dedicato un articolo a George Papanicolaou, che grazie allo studio del ciclo estrale della cavia ha potuto mettere a punto un inestimabile strumento di prevenzione dei tumori dell’apparato genitale femminile: il PAP test.

post-1528-0-96161500-1559116587_thumb.jp

Dopo questa necessaria introduzione passiamo al personaggio protagonista di questa scheda.

Johann Jakob von Tschudi

Glarona, Svizzera, 25 luglio 1818 - Lichtenegg, Austria, 8 ottobre 1889

Naturalista ed esploratore svizzero, studiò scienze naturali e medicina; nel 1838 andò in Perù, su incarico del museo di storia naturale di Neuchâtel, dove rimase 5 anni per studiare la fauna e costituire una collezione di piante andine.

In una pubblicazione del 1845 il von Tschudi descrisse una specie di cavia selvatica che successivamente avrebbe portato il suo nome: Cavia tschudii.

post-1528-0-43172500-1559116647_thumb.pn

Ritornò successivamente tra il 1857 e il 1859 per un secondo viaggio che lo condusse a visitare Brasile, Argentina e, al di là delle Ande, Cile, Bolivia e Perù.

In quell’occasione compì la sua impresa più difficoltosa: l’attraversamento delle Ande in 66 giorni (18 giugno – 13 agosto 1858) all’altezza del deserto di Atacama, viaggio del quale ci lasciò il resoconto e una precisa mappa del nuovo itinerario aperto tra Argentina e Cile.

Visitò l’America una terza volta (1860-1862), venendo nominato ambasciatore della Confederazione Elvetica in Brasile; in quella veste si adoperò per migliorare le condizioni di vita dei coloni svizzeri (e di altre etnie europee) presenti in quel continente. Nel frattempo esplorò il paese ed estese i suoi interessi alla zoologia, all’etnologia, all'antropologia, alla storia delle culture e alla linguistica pubblicando saggi in tutte queste discipline e raccogliendo materiale per le collezioni museali.

Al suo ritorno in Europa descrisse e illustrò le sue esplorazioni in una grande opera in 5 volumi: Reisen durch Südamerika (1866-69) .

due copertine di suoi volumi:

post-1528-0-90583100-1559116702_thumb.jp post-1528-0-33378500-1559116723_thumb.jp

I suoi scritti sulla sua esperienza sudamericana sono stati e sono tuttora consultati da studiosi e appassionati, come dimostrato dal grafico sottostante che mostra nel tempo le pubblicazioni dell’autore stesso (in arancione), le opere postume e le riedizioni dei suoi scritti (in verde) e le pubblicazioni concernenti l’autore (in blu) (da: WorldCat).

post-1528-0-84103600-1559116767_thumb.jp

Il sito archeologico di Chan Chan in Perù (850-1470), capitale della civiltà Chimù, è la più grande città precolombiana dell’America meridionale; un complesso al suo interno, meta dei turisti che visitano i resti dell’antica città, porta il suo nome: la “cittadella Tschudi”.

Un’immagine delle rovine di Chan Chan e il dettaglio di un muro scolpito:

post-1528-0-45380600-1559116837_thumb.jp post-1528-0-52864700-1559116854_thumb.jp

Tschudi terminò la sua carriera come ambasciatore svizzero a Vienna dal 1872 al 1883.

Per quanto ci riguarda più da vicino, il nome dell’eminente esploratore e scienziato è legato ad una specie di cavia selvatica: la Cavia tschudii.

Questa cavia è così classificata:

ordine: Roditori

sottordine: Istricomorfi

famiglia: Caviidae

sottofamiglia: Caviinae

genere: Cavia

specie: Cavia tschudii

sinonimi: C. cutleri, C. leucopyga, C. aperea tschudii, C. tschudii pallidior, Microcavia niata

post-1528-0-91329800-1559116932_thumb.jp post-1528-0-71901200-1559116946_thumb.jp post-1528-0-90980200-1559116962_thumb.jp

Localmente la Cavia tschudii si chiama “cuy de Tschudi” o “sacha cui”.

In inglese “montane guinea pig” o “wild cavy”; in olandese “tschudicavia”; in francese “cobaye de Tschudi”; in tedesco “Tschudis Meerschweinchen”; in portoghese “porco da guinè selvagem”; in spagnolo “cuy silvestre” o “poronccoy”; in svedese “tschudimarsvin”.

E in italiano: ovviamente “cavia selvatica”!

E’ presente nella regione andina di Argentina, Bolivia, Cile e Perù.

post-1528-0-07545900-1559117002_thumb.jp

Come puntualizza il suo nome inglese, “montane guinea pig”, è una specie che vive prevalentemente ad altezze comprese tra 2000 e 3800 metri ed è stata osservata fino a quote di 4500 metri. E’ in grado di scavare tane sotterranee dotate di numerosi ingressi, probabilmente per difendersi dai rigori del clima d’alta quota e per sfuggire ai predatori.

Le giovani Cavia tschudii diventano fertili intorno ai due mesi e dopo una gestazione che dura mediamente 63 giorni (in cattività) mettono al mondo da uno a quattro cuccioli.

La vita media di questa specie è calcolata in 6,3 anni.

Si ritiene sia la specie selvatica più vicina a quella domestica (le due specie si sarebbero separate circa 5000 anni fa) e questa ipotesi è confortata anche da una notevole analogia tra i cromosomi di Cavia tschudii e di Cavia porcellus (vedi anche )

cariotipo da maschio di C. tschudii (a sinistra) e di C. porcellus (a destra)

post-1528-0-80307700-1559117067_thumb.jp

Share this post


Link to post
Share on other sites

Che belle queste schede storiche! :D

Vorrei fare un viaggio in queste zone solo per vedere le cavie! :rolleyes:

non credevo però che la vita media della cavia selvatica fosse così lunga (immagino che comunque si riferisca ad una cavia selvatica tenuta in un ambiente protetto).

Share this post


Link to post
Share on other sites

...

non credevo però che la vita media della cavia selvatica fosse così lunga (immagino che comunque si riferisca ad una cavia selvatica tenuta in un ambiente protetto).

Il dato ha stupito anche me. Penso anch'io che sia stata valutata su esemplari protetti o addirittura in cattività.

Share this post


Link to post
Share on other sites

Mi sono presa il tempo necessario e doveroso per leggere questa interessante ricerca e osservare i grafici e le schede riportate nelle immagini allegate...e anche le immagini di questa cavia, cugina dei nostri porcellini domestici.

Una scheda molto interessante, grazie per condividere con tutti noi, ogni volta, le tue ricerche , la tua curiosità e voglia di approfondimento e conoscenza.

Share this post


Link to post
Share on other sites

Il lavoro del von Tschudi oggi è noto solo a pochi, ma ho potuto constatare come abbia profondamente influenzato il pensiero di molti europei a partire dalla metà dell’Ottocento.

Nelle sue cronache di viaggio nel Perù narra delle meraviglie di quel paese: giacimenti d’oro, gioielli, vestiti, strumenti, strade e di quell’unico segreto che gli Inca non vollero rivelare agli Spagnoli: l’ubicazione di El Dorado, città sacra fatta di oro purissimo, una meraviglia dell’architettura che avrebbe lasciato a bocca spalancata e arricchito chi avesse avuto la ventura di trovarla.

Naturalmente von Tschudi era interessato agli aspetti etnografici della cultura locale e aveva quindi raccolto anche le leggende, ma non furono pochi quelli che influenzati dalla lettura dei suoi appunti decisero di partire per l’America meridionale per cimentarsi nella ricerca della favolosa città d’oro degli Inca.

Von Tschudi influenzò sicuramente anche Hiram Bingham, insegnante di storia nelle università di Harvard, Princeton e Yale. Nel 1906-1907 Bingham ritrovò la strada percorsa all’inizio dell’Ottocento, attraverso la Colombia e il Venezuela, dal generale Simón Bolívar e nel 1908-1909 esplorò un’antica strada spagnola da Buenos Aires a Lima. Ma fu nel 1911, che alla guida di una spedizione peruviana, scoprì le rovine dell’antica città di Machu Picchu.

Descriverà la sua scoperta nel libro “Lost city of the Incas” nel quale, tra l'altro, ho trovato numerosi riferimenti ai porcellini d’india, che pare fossero onnipresenti e in gran numero nelle case e cortili dei villaggi da lui attraversati.

post-1528-0-77282800-1573205677_thumb.jp

post-1528-0-29567500-1573208729_thumb.jp

Share this post


Link to post
Share on other sites

Join the conversation

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, Accedi Ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Reply to this topic...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
×
  • Crea Nuovo...