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Beatrice82

Stress e apprendimento

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Mi è capitato di leggere sul manuale QUIT di G. Axia del 2002 il resoconto di un interessante studio effettuato proprio sui roditori. Da quando l'ho letto mi sono resa conto che possiamo fare molto per favorire l'apprendimento dei nostri porcelli!

In questo studio che viene riportato vengono studiati i recettori dei corticoidi di tipo Ie II nell'Ipotalamo. Tali recettori sarebbero i responsabili delleconseguenze psicologiche in seguito allo stress percepito o esperito.In pratica tutti sappiamo che lo stress ha una curva ed è funzionale all'adattamento all'ambiente o allo svolgere un compito se il suo livello non risulta eccessivo mentre può inibire l'adattamento e dell'apprendimento in situazioni opposte. Siamo geneticamente dotati di recettori di questo tipo e nello specifico quelli di tipo I, che sono i primi ad essere coinvolti nell'aumento dei corticoidi e la cui attività inibirebbe il comportamento in atto, sono occupati all'80-90% in situazione basale. Ben pochi recettori di tipo I sarebbero quindi disponibili a ricevere cortisolo in una situazione stressante, motivo per cui si attiverebbero i recettori di tipo II che influenzerebbero le risposte adattive in caso di stress in quanto consentono di integrare risposte precedenti in caso di stress con quelle attuali. Tali risposte hanno ragion d'essere adattive in condizioni di stress ancora non troppo alto ma sappiamo che a riguardo esistono differenze individuali nella modulazione del comportamento e si è infatti visto che nei roditori l'esposizione allo stress nella prima infanzia favorisce un aumento di recettori di tipo II mentre la stessa esposizione dopo l'infanzia ne diminuisce il numero. (Meaney, Aitken, Van Berkel, Bhatanager e Sapolsky, 1988).Per concludere hanno notato che ci sono razze di roditori con un più elevato numero di recettori di tipo I e II e che risultano essere meno paurosi e mostrano meno emozioni negative , inoltre sono in grado di apprendere in condizioni di stress. (Walker, Rivest, Meaney eAubert, 1989).

Più recentemente, nell'articolo “Stress and glucocorticoid receptor-dependentmechanisms in long-term memory: From adaptive responses topsychopathologies” di Charles Finsterwald, Cristina M. Alberini,(settembre 2013), viene studiato come un livello ottimale di stres sfavorisca l'apprendimento. Riporto brevemente alcuni passi dello studio.

Una risposta adeguata contro lo stress è fondamentale per la sopravvivenza in quanto lo stress stimola una risposta funzionale all'adattamento. Nei mammiferi, la risposta allo stress è principalmente mediata dalla secrezione di glucocorticoidi tramite l' asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e dal rilascio di catecolamine attraverso la neurotrasmissione adrenergica . L'attivazione di questi percorsi risultati in una rapida risposta fisica allo stress media cambiamenti a lungo termine cervello che portano alla formazione di memorie a lungo termine dell'esperienza. Queste memorie a lungo termine sono un meccanismo di adattamento essenziale che consente un animale di affrontare efficacemente richieste simili nuovamente.

Infatti , un livello di stress moderato ha un forte effetto positivo sulla memoria e cognizione , come singolo eccitante o evento moderatamente stressante può essere ricordato per un massimo di una vita. Viceversa,l'esposizione a estremo, traumatico da stress, o cronico può avere l' effetto opposto e causare perdita di memoria.

Lo stress innesca risposte fisiologiche che sono necessarie agli organismi per adattarsi ad un ambiente in evoluzione e a rispondere alla perturbazione immediata di una minaccia o di un pericolo. La sopravvivenza degli animali dipende non solo dalla loro risposta immediata ad un fattore di stress, ma anche dalla capacità di memorizzare e integrare le informazioni imparate tramite lo stimolo stressogeno, al fine di rispondere efficacemente alle simili richieste in futuro.

Oltre alle risposte fisiologiche rapide che includono la pressione sanguigna , la frequenza cardiaca e la ventilazione polmonare e uno stato di ipervigilanza , lo stress produce cambiamenti duraturi nel sistema nervoso centrale ( CNS ) che sono responsabili memorizzazione dell amanifestazione.

Nell'articolo concludono soddisfatti per aver dimostrato come i percorsi sopra menzionati occorrono a favorire la risposta in caso di stress e pure la memorizzazione della risposta adattiva. Lo stress quindi modula il consolidamento della memoria orchestrato dall'attivazione di percorsi neuroendocrini in uno spazio specifico e temporale. Consolidare un ricordo forte dopo un saliente o stress ante evento è una risposta adattativa che è necessaria per la sopravvivenza e per fornire le stesse reazioni a richieste simili in futuro. In particolare , le variazioni molecolari indotte dai glucocorticoidi, che vengono rilasciati in risposta allo stress svolgono un ruolo fondamentale nella formazione della memoria a lungo termine.

Concluderei quindi che sicuramente esiste una base genetica grazie alla quale possiamo essere più o meno dotati nel fronteggiare lo stress al fine di apprendere dall'esperienza tuttavia non bisogna sottovalutare quanto un'adeguata stimolazione possa favore una buona crescita dei nostri porcelli che si possono fare più recettivi al nostro ambiente.Un'adeguata stimolazione può favorire la costruzione di percorsi di apprendimento nella memoria a lungo termine e ciò consente un migliore livello di vita anche del nostro animaletto!!

da quando ho Crilùaggiungo: “con tanta pazienza!!”

vorrei ringraziare Paolo per avermi sostenuto nella ricerca di articoli inerenti al tema! io ne ho scelto uno ma chissà che poi non integri con altri?

bibliografia

Axia G., QUIT questionariitaliani del temperamento, 2002, Erickson, Trento.

Alberini C.M.,Finsterwald C., Stress and glucocorticoid receptor-dependentmechanisms in long-term memory: From adaptive responses topsychopathologies, 2013, in press.

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Grazie per questa bella scheda!

Stimolare i porcelli (ma questo vale per qualsiasi specie, homo sapiens incluso) è fondamentale per l'apprendimento. E' vero che il miglior apprendimento lo potrebbero realizzare all'interno di una colonia caviosa, ma anche noi umani possiamo fare qualcosa per loro.

E' probabile che nel prossimo CavioNews ci siano due righe mie su come l'esperienza olfattoria in età perinatale possa favorire lo sviluppo del cervello.

Quindi non smettiamo mai di proporre stimoli ai nostri porcellini.

Volendo semplificare: se un porcellino, naturalmente timido, resterà rintanato perchè noi abbiamo paura di infastidirlo, non potrà realizzare quella summa di esperienze, positive e negative, che lo aiuteranno a crescere.

E questo vale anche per gli umani.

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Davvero interessante! Pensare che anch'io leggendo Axia quando ero arrivata a questo esperimento ho pensato subito alle mie caviotte! X caso studi psicologia? Cmq sono davvero diversi gli studi che confermano queste ricerche ci sono anche delle teorie che confermano come la stimolazione quotidiana porti a modificazioni anche importanti dei circuiti neuronali e ne modulino il comportamento. La parte iniziale legata alla capacita di far fronte allo stress in maniera adattiva è davvero curiosa ..il meccanismo è proprio identico a noi umani attraverso la resilienza!! Grazie mille Beatrice x il tuo approfondimento..da molto da riflettere!!

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Davvero interessante! Pensare che anch'io leggendo Axia quando ero arrivata a questo esperimento ho pensato subito alle mie caviotte! X caso studi psicologia?(...)

ah sì studio Psicologia a Genova, grazie, questo era solo un piccolo inserto accompagnato da un articolo più recente!

si Axia lo riportava per argomentare le basi genetiche del temperamento, ma quando l'ho letto ho pensato alle mie cavie e a quello che avrei potuto fare con loro... con Margaret, a cui ho praticamente fatto da madre, è stato molto semplice capire quale fosse per lei la soglia sopportabile oltre la quale non andare. Con Crilù vedo che ci pensa Margaret, la piccola è così suscettibile! ma pian piano ci stiamo avvicinando. Pensa che a volte mi sembra che non ci veda benissimo: ma credo che sia offuscata dall'agitazione!

Quello che non riportano gli studi è "come fare" ma questo è pane per psicologi....!!

tu studi ancora?

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Grazie per questa bella scheda!

(...)

Volendo semplificare: se un porcellino, naturalmente timido, resterà rintanato perchè noi abbiamo paura di infastidirlo, non potrà realizzare quella summa di esperienze, positive e negative, che lo aiuteranno a crescere.

E questo vale anche per gli umani.

ecco: un ottimo riassunto!! direi che questo rappresenta uno dei più comuni errori che possiamo fare!! come credere che quando entrano ed escono dalla casetta/rifugio sia dovuto al fatto che hanno paura di noi! invece loro si divertono a giocare!! anche questa è una forma di stimolazione! entrare in contatto col loro mondo a volte è difficile proprio perchè diamo per scontate delle barriere che forse non ci sono!!

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beatrice è una bellissima scheda!ora parto con le domande:

quali possono essere i segnali per farci capire che stiamo andando oltre la soglia controproducente di stress?

anche fargli fare l'agility potrebbe diventare controproduttivo?

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Quindi non smettiamo mai di proporre stimoli ai nostri porcellini.

Volendo semplificare: se un porcellino, naturalmente timido, resterà rintanato perchè noi abbiamo paura di infastidirlo, non potrà realizzare quella summa di esperienze, positive e negative, che lo aiuteranno a crescere.

Sono assolutamente d'accordo con questa affermazione. Gli animali non sono simulacri che vanno mantenuti in teche di cristallo, almeno non per me. Ribadisco che il loro valore aggiunto sta nell'interazione con noi. Ribadisco anche che non bisogna mai usare nei loro confronti metodi violenti ne pensare di snaturare la loro indole.

Però porgergli i giusti stimoli che lo aiutino a fidelizzarsi agli umani è opportuno e (qualche volta) risolutivo.

Porto un esempio. Un tempo avevo uno scoiattolo, con una brutta storia alle spalle, che viveva sempre rintanato e scappava sempre a nascondersi alla vista degli umani. E' la sua natura, certo. Ma si protraeva nel tempo.

Decisi allora di fargli una piccola forzatura. Gli preclusi alcuni dei suoi nascondigli inducendolo in qualche modo ad accettare la nostra presenza visiva. Fu la mossa vincente. Da allora non ci percepì più come minacce e cominciammo a sviluppare così un rapporto che nel tempo divenne splendido. Si chiamava Gigia e ci è rimasta nel cuore. (questa non vuole essere la regola, è solo il racconto di un'esperienza).

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<br />ah sì studio Psicologia a Genova, grazie, questo era solo un piccolo inserto accompagnato da un articolo più recente! <br />si Axia lo riportava per argomentare le basi genetiche del temperamento, ma quando l'ho letto ho pensato alle mie cavie e a quello che avrei potuto fare con loro... con Margaret, a cui ho praticamente fatto da madre, è stato molto semplice capire quale fosse per lei la soglia sopportabile oltre la quale non andare. Con Crilù vedo che ci pensa Margaret, la piccola è così suscettibile! ma pian piano ci stiamo avvicinando. Pensa che a volte mi sembra che non ci veda benissimo: ma credo che sia offuscata dall'agitazione! <br />Quello che non riportano gli studi è "come fare" ma questo è pane per psicologi....!!<br /><br />tu studi ancora?<br /><br /><br />
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eh si!! Impossibile nn pensare alle nostre caviette che sono così limpide e istintive!!io mi sono da poco laureata alla magistrale!ora tirocinio ed esame di stato!!siamo colleghe eh?! Che piacevole sorpresa! ;-)

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(...) parto con le domande:

quali possono essere i segnali per farci capire che stiamo andando oltre la soglia controproducente di stress?

anche fargli fare l'agility potrebbe diventare controproduttivo?

ciao, io penso di aver solo portato a conoscenza questi dati in favore di una interazione positiva che possa favorire l'apprendimento. Per mia esperienza personale ti posso dire che lo capisci, poi tutto dipende dalla tua sensibilità, però facendo appunto esercizi di agility o interagendo per altri motivi, puoi capire bene quando è troppo. Credo altresì che in quelle occasioni in cui si sia sulla soglia, bisogna dedicare un pò di tempo vicino all'animale per farli comprendere che non siamo una minaccia. Per esempio se Margaret sente un rumore che non conosce, e vedo che si agita, le spiego che non è niente, che è, chessò, il trapano... Crilù già è diversa: è iperagitata di suo, quindi le attenzioni sono addirittura maggiori, le ripeto sempre la stessa cosa, un bel pò di volte, finchè vedo che non è più agitata.... Questa è la mia esperienza, inoltre a volte, anch'io mi trovo come Walter e Paolo i quali hanno giustamente sottolineato che a volte bisogna imporsi per fare in modo che le cose avvengano, ovviamente bisogna proprio assumersene tutta la responsabilità, vedere ce succede e seguire passo passo!

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grazie! io interagisco molto con birretta ma leggendo questa scheda mi è venuta la paura che magari esagerassi e che fosse controproducente. leggendo ora la tua risposta mi rendo conto che forse nn sto sbagliando. perche' magari sforzandolo troppo dovrebbe in teoria catalogarla come esperienza negativa e nascondersi ed essere timido.ti faccio un esempio pratico: birretta odia la spazzola e fugge tutte le mattine ogni volta che la vede.forse lo spazzolo troppo a lungo e quindi nn gli do modo di abituarsi e lo cataloga come esperienza negativa.quando invece gli pulisco le zampette nn gli piace ma nn protesta e nn fugge forse perche' lo faccio velocemente senza stressarlo e quindi si è abituato? scusami se ti faccio tante domande ma sono altamente ignorantozza in psicologia ma la scheda nonostante io sia una profana mi è sembrata molto utile per il rapporto coi nostri porcelli!

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(...)

possono essere molte le variabili! comunque il bello è che si possono sperimentare più modi ed ogni volta potrebbe non essere uguale all'altra! non posso consigliarti più di tanto, come hai letto a volte bisogna proprio imporsi altrimenti ti sottomettono pure loro così piccoli ma per nulla indifesi!! box2.gif

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