Vai al contenuto
paolo

Il ritorno della cavia.

Recommended Posts

Successivamente alla scoperta dell’America la cavia fa il suo ingresso anche in Europa, trasportata a bordo delle navi spagnole, olandesi e inglesi; le cavie nelle nostre case sono quindi le lontane pronipoti di quelle viaggiatrici.

Ma della storia della cavia in Europa, successiva alla scoperta dell’America, conosciamo molto poco.

La cavia domestica, Cavia porcellus, si è evoluta nel continente sudamericano a partire dalla sua parente selvatica, Cavia tschudii.

L’addomesticamento sarebbe iniziato intorno al 5000 a.C. da pastori delle tribù che vivevano sulle Ande ed era ormai ben consolidato dal 2500 a.C.

Quando gli spagnoli arrivarono in America meridionale nella prima metà del XVI secolo trovarono porcellini con la varietà di colori tipica delle forme domestiche (ricordiamo che la cavia selvatica ha il mantello nella caratteristica colorazione agouti); diverse di loro furono imbarcate sui galeoni per essere portate in Europa, a titolo di esotica curiosità, ma anche come fonte di cibo fresco a bordo.

La specie domestica si propagò rapidamente tanto che già nel 1547 ne viene descritta la presenza a Santo Domingo, dove veniva chiamata cori.

Dati archeozoologici relativi all’introduzione della cavia in Europa sono estremamente rari; due ritrovamenti sono stati fatti in Inghilterra e uno, recentissimo, in Belgio.

Uno scheletro parziale databile al 1574-1575 (parliamo del regno di Elisabetta I) è stato riportato alla luce in un maniero nell’Essex (Hill Hall Manor) appartenuto a Sir Thomas Smith, che era stato ambasciatore in Francia e aveva un elevato rango a corte; da questo gli studiosi avevano ipotizzato che la cavia fosse animale di prestigio, diffuso solo fra la nobiltà di alto rango a titolo di curiosità e di animale di compagnia.

Una seconda scoperta, questa volta frammenti di cranio risalenti all’inizio del XIX secolo, proviene dal contesto del Royal London Hospital; questi reperti sarebbero correlati alla presenza della scuola di anatomia annessa all’ospedale e quindi legati ad una specifica attività, anche perché in tale sito si sono ritrovati resti animali con segni di dissezione.

Un terzo reperto, il più recente e meglio studiato, proviene dalla città di Mons, in Belgio, da un quartiere di origine medioevale presso il centro della città ancora oggi sede di attività commerciali e artigianali.

Ossa di cavia sono state ritrovate nel cortile di un’abitazione della classe media; i resti dell'animaletto risalgono a un periodo tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, quando la città apparteneva all'impero spagnolo, quindi pochi decenni dopo la scoperta dell'America e l'inizio dei commerci transatlantici. La datazione è stata confermata con il radiocarbonio (1550-1640).

In base alla morfologia e alle dimensioni dello scheletro si è appurato che si trattava di una cavia domestica; lo scheletro presentava infatti i segni distintivi che distinguono i porcellini domesticati da quelli selvatici, come una curvatura nel punto in cui si saldano le ossa frontali e parietali del cranio. Inoltre, le analisi chimiche delle ossa hanno rivelato che l'animale si era nutrito soprattutto di resti della tavola dei suoi padroni: segno che era nata in Europa, visto che in Sudamerica le cavie venivano nutrite soprattutto con il mais.

post-1528-0-46367800-1352901952_thumb.jp

Lo scheletro di cavia trovato a Mons è integro, non c'è traccia di uso alimentare; gli autori dello studio ritengono quindi che fosse considerata come un membro della famiglia e sepolta amorevolmente in un angolo del cortile di casa.

Mentre il ritrovamento nell’Essex suggeriva che la cavia fosse animale di prestigio, il reperto di Mons sembra invece suggerire che la cavia potesse essere acquisita anche dalla classe media locale, probabilmente anche perché non si trattava più di un’assoluta rarità, ma era diventata relativamente comune e diffusa in Europa a causa della sua prolificità.

Passando alle fonti letterarie, le prime descrizioni di cavie contribuiscono a confermare che gli europei importarono la cavia domestica e non quella selvatica; sono infatti descritti animali con pelo bianco o di diversi colori, caratteristica tipica della domesticazione.

Come abbiamo detto in precedenza, inizialmente la cavia in Europa era generalmente considerata una curiosità esotica o un pet, anziché una fonte di cibo come accadeva in gran parte dell’impero coloniale spagnolo. Non si esclude però che sia anche diventata una fonte di cibo, soprattutto tra i ceti meno agiati, come del resto avveniva tra i nativi sudamericani. È noto che all'epoca in Inghilterra si mangiavano regolarmente ghiri e altri roditori e che l’agronomo francese Olivier de Serres, nel suo “Théâtre d’agriculture” scritto nel 1563, precisava che il “connins d’Indie” importato dal Brasile era allevato per il consumo alimentare e consigliava di aggiungere determinate spezie per migliorarne il sapore della carne.

All’interno dei Promessi Sposi (1840-1841), capitolo XI, il Manzoni dipinge un bellissimo quadretto per giustificarsi di aver dovuto narrare di Lucia prima, di Don Rodrigo poi e infine di Renzo.

Ho visto più volte un caro fanciullo, vispo, per dire il vero, più del bisogno, ma che, a tutti i segnali, mostra di voler riuscire un galantuomo; l'ho visto, dico, più volte affaccendato sulla sera a mandare al coperto un suo gregge di porcellini d'India, che aveva lasciati scorrer liberi il giorno, in un giardinetto. Avrebbe voluto fargli andar tutti insieme al covile; ma era fatica buttata: uno si sbandava a destra, e mentre il piccolo pastore correva per cacciarlo nel branco, un altro, due, tre ne uscivano a sinistra, da ogni parte. Dimodoché, dopo essersi un po' impazientito, s'adattava al loro genio, spingeva prima dentro quelli ch'eran più vicini all'uscio, poi andava a prender gli altri, a uno, a due, a tre, come gli riusciva.

Nel libro Costumi e usanze dei contadini in Sicilia, di Salomone Marino (1879), leggiamo che “Nessuna classe sociale è sì affezionata, sì tenacemente legata agli animali domestici come la contadinesca. Ma non si ama l’animale per l’animale, si ama per il tornaconto, per l’utile immediato e sicuro che se ne ricava. Degli animali domestici, una parte entrano nel dominio autonomo ed assoluto della massaia: i polli, i colombi, le oche ed anitre, i conigli e i porcellini d’India, il maiale”.

E’ evidente il ruolo di animale da cortile con probabile uso alimentare, alla stregua delle galline, uso che si è conservato ancora oggi in alcune zone d’Italia.

La cavia è rappresentata in numerosi dipinti fiamminghi dell'età barocca, dove la sua esoticità ben si accorda con il desiderio di sedurre, commuovere e meravigliare.

Di particolare interesse i dipinti di Jan Brueghel il Vecchio, quali Il Giardino dell’Eden (1610-1612), L’ingresso degli Animali nell’Arca di Noè (1613) e Il ritorno dalla guerra: Marte disarmato da Venere, dipinto assieme al Rubens (1610-1612), quest’ultimo fattoci conoscere qui in Forum da Simo81. Sono dipinti che testimoniano che all’epoca in Europa venivano importate e allevate cavie domestiche e che mostrano soprattutto porcellini bianchi o pezzati, altra caratteristica che li distingue dalle varietà selvatiche.

post-1528-0-71518900-1352901980_thumb.jp post-1528-0-26683800-1352901994_thumb.jp

post-1528-0-63612300-1352902146_thumb.jp post-1528-0-27536900-1352902158_thumb.jp

post-1528-0-30725200-1352902481_thumb.jp

Sulle vicissitudini europee della cavia ecco una nota tratta da Wikipedia: Usata inizialmente da Robert Koch e altri microbiologi, la cavia è diventata un sinonimo di "animale di laboratorio". Nel lessico comune, infatti, si indica per estensione come cavia un qualsiasi soggetto, anche umano, di esperimento.

La nota conclusiva è che ormai, in Europa, il ruolo di animale da compagnia ha un’assoluta prevalenza su quelli di animale da laboratorio e fonte di cibo.

Modificato da paolo
aggiornamento

Share this post


Link to post
Share on other sites

Ed eccoci al quarto volume della “Tetralogia della cavia”, dove si tratta del viaggio di ritorno dal Nuovo al Vecchio Mondo ()

La cavia o porcellino d'India al pari di altri animali, come il tacchino, giunse in Europa a bordo delle navi spagnole, ma la scarsità di resti scheletrici risalenti ai primi tempi di permanenza in Europa non aveva consentito di capire se questi animali venissero usati come cibo, analogamente quanto si verificava per gli animali addomesticati nella terra d’origine, o come animali da compagnia.

Gli studi più recenti fanno prevalere questa seconda ipotesi.

Per quanto ci riguarda non abbiamo alcun dubbio sul loro ruolo nelle nostre case!

Share this post


Link to post
Share on other sites

davvero molto interessante :)ed è fantastico sapere (grazie ai resti trovati) che già in passato le cavie erano considerate animali da compagnia , ma la cosa meravigliosa a mio avviso è il riuscire a percepire dalle foto dei dipinti come un animale così piccolo riesce davvero a trasmettere serenità . io amo tutti gli animali e li rispetto ma la cavia mi ha sempre trasmesso dolcezza e serenità e credo che questi dipinti siano la massima espressione di questi sentimenti

Share this post


Link to post
Share on other sites

Mi sono reso conto dopo di una sorta di analogia con "Il signore degli anelli": quella è una trilogia che termina con "Il ritorno del re", la nostra è una tetralogia che termina con "Il ritorno della cavia".

:uglystupid::)

Share this post


Link to post
Share on other sites

Un commento sull'alimentazione del porcellino in passato.

Anche se le informazioni che ho trovato in proposito, presenti anche nella scheda, sono veramente minime, leggiamo che le cavie domestiche sudamericane sono nutrite principalmente a base di mais e quella di Mons con gli avanzi della tavola dei proprietari umani.

La descrizione dei Promessi Sposi è quella di un animale da cortile, quindi penso non venissero nutrite diversamente da galline e maiali.

L'abitudine a considerare la cavia un animale da "avanzi" deve essere stata a lungo consolidata e stenta a perdersi, lo constatiamo di fronte a certi racconti nei post del Forum, dove vengono descritte cavie recuperate da situazioni, anche alimentari, molto precarie.

Io stesso ho letto in un libro sull'allevamento della cavia di forse 10-12 anni fa, tra l'elenco degli alimenti, pane e biscotti.

Uno studio fatto sui resti archeologici della cultura Wari, sviluppatasi sulla sierra andina tra il 500 e il 1000, ha consentito di accertare che il mais era l'alimento base degli umani locali e, di conseguenza, costituiva gran parte di quello dei porcellini d'india dell'epoca, nutriti con gli avanzi di casa.

Però, anche se questo è vero in linea generale, l'analisi dei resti ossei dei porcellini ha evidenziato una grande eterogeneità, con animali nutriti quasi esclusivamente a mais e derivati e altri in cui il cereale costituiva solo una parte della dieta; forse alcune potevano permettersi di brucare anche un po' di erbe.

Share this post


Link to post
Share on other sites

Join the conversation

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, Accedi Ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Reply to this topic...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
×
  • Crea Nuovo...