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paolo

Roditori, suoni e ultrasuoni

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RODITORI, SUONI E ULTRASUONI.

L'orecchio umano percepisce le frequenze comprese tra 20 e 20.000 hertz (Hz), con la massima sensibilità nell'intervallo 1.000-2.000 Hz. Frequenze inferiori a quelle percepite dall'orecchio umano (<20 Hz) sono dette infrasuoni; frequenze superiori (>20.000 Hz) sono dette ultrasuoni.

Quali suoni possono percepire le cavie, e i roditori in generale?

La cavia percepisce frequenze variabili tra 54 e 50.000 Hz, il cincillà 90-22.800, il coniglio 360-42.000, il topo 1.000-91.000.

Ovvero, tutti i roditori mostrano la capacità di percepire gli ultrasuoni. Quindi, quando talvolta vediamo i nostri pelosi immobilizzarsi in atteggiamento di attenzione senza alcuna ragione apparente, è possibile che abbiano percepito qualche suono precluso alla nostra capacità uditiva.

Tanto per fare qualche confronto, ecco le frequenze percepite dall'orecchio di alcuni animali domestici: il cane 67-45.000 Hz, il gatto 45-64.000, il furetto 16-44.000, il canarino 250-8.000, il pappagallo 200-8.500, la gallina 125-2.000. 

Cito ancora, a titolo di esempio: il pipistrello 2.000-110.000 Hz, la balena 1.000-123.000, l'elefante 16-12.000. Dei primi due desidero ricordare la straordinaria capacità di orientarsi a mezzo "sonar" (guardate che frequenze massime arrivano a captare!); per quanto riguarda l'elefante credo sia uno dei pochi mammiferi a percepire realmente gli infrasuoni, anche se me ne sfugge il vantaggio funzionale.

I cuccioli di tutte le specie di roditori sono in grado di emettere, oltre a tutta una gamma di suoni nello spettro dell'udibile, anche ultrasuoni la cui frequenza e durata sono specie-specifiche.

Nei topini neonati, i più studiati in laboratorio, la capacità di emettere gli ultrasuoni aumenta fino a raggiungere un picco intorno al 6°-7° giorno di vita, per poi diminuire e scomparire completamente verso il termine della seconda settimana.

A quale scopo questo tipo di comunicazione tra roditori?

In natura i roditori sono preda di molte specie di mammiferi e uccelli, che li cacciano preferibilmente di notte, sfruttando soprattutto l'udito per localizzarli. Molti uccelli, come abbiamo visto sopra, non sono in grado di percepire suoni sopra i 10.000-20.000 Hz. Gli ultrasuoni si smorzano rapidamente sulla distanza, vengono deflessi anche da steli d'erba e ramoscelli, sono attenuati dall'umidità e da particelle di polvere nell'aria. Sono invece facilmente localizzabili sulla breve distanza, e questo rappresenta una vantaggiosa forma di comunicazione del cucciolo con la madre, non intercettabile da molti predatori!

Gli ultrasuoni hanno un importante ruolo nell'interazione madre-cucciolo perché sollecitano nella madre un'immediata attenzione, e sono emessi a fronte di determinati stimoli fisici e sociali. Per esempio, se la temperatura ambientale diminuisce, aumenta la frequenza dei richiami ultrasonici del cucciolo ("Mamma, mamma, ho freddo!"); così pure quando il cucciolo resta isolato ("Mamma, mi sono perso!"). Anche sensazioni tattili e olfattive stimolano l'emissione.

Nella madre, oltre a tutta una serie di modificazioni di parametri biochimici, la captazione degli ultrasuoni del cucciolo inibisce l'attitudine a mordere o addirittura al cannibalismo, come può accadere a madri deperite dopo il parto di cucciolate numerose.

Per chi volesse approfondire l'argomento indico questo articolo, nel quale potrete trovare anche una ricca bibliografia:

"Ultrasonic vocalisation emitted by infant rodents: a tool for assessment of neurobehavioural development", pubblicato in: Behavioural Brain Research 2001; 125: 49-56.

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Mentre un epitelio oculare e olfattorio con caratteristiche simili a quelle dei moderni vertebrati può essere ritrovato nei fossili più antichi, un epitelio uditivo dedicato si sviluppa molto tardi nella storia evolutiva dei vertebrati.

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Il timpano e gli ossicini dell’orecchio medio (nell’uomo: martello, incudine e staffa) trasformano le vibrazioni sonore in variazioni di pressione del fluido cocleare dell’orecchio interno, che saranno tradotte in impulsi nervosi interpretati dal cervello.

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L’orecchio medio dei vertebrati terrestri comprende una membrana timpanica e una staffa, mentre i mammiferi sono i soli a possedere due ossicini addizionali che partecipano nella trasmissione delle vibrazioni dalla membrana timpanica alla staffa e da lì all’orecchio interno: il martello e l’incudine.

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Ma anche tra i mammiferi la struttura dell’orecchio medio varia considerevolmente; così fra i roditori ci sono diversi tipi funzionali di orecchio medio, atti a favorire la comunicazione intra-specie e la scoperta dei predatori.

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differente disposizione degli ossicini uditivi nell’uomo, gatto e porcellino d’india

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differente orientamento e diverso grado di asimmetria del manubrio del martello (la porzione dell’ossicino che si collega alla membrana timpanica e sul quale si inserisce il muscolo tensore del timpano) in diverse specie

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RODITORI, SUONI E ULTRASUONI.

Cito ancora, a titolo di esempio: il pipistrello 2.000-110.000 Hz, la balena 1.000-123.000, l'elefante 16-12.000. Dei primi due desidero ricordare la straordinaria capacità di orientarsi a mezzo "sonar" (guardate che frequenze massime arrivano a captare!); per quanto riguarda l'elefante credo sia uno dei pochi mammiferi a percepire realmente gli infrasuoni, anche se me ne sfugge il vantaggio funzionale.

Solo un'ipotesi: la capacità di percepire gli infrasuoni da parte degli elefanti potrebbe essere legata al fatto che questi animali con ogni probabilità ne producono in abbondanza quando camminano o trottano in branco sul terreno. Un eventuale elefante disperso potrebbe utilizzare gli infrasuoni per rintracciare gli altri esemplari del suo branco.

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Solo un'ipotesi: la capacità di percepire gli infrasuoni da parte degli elefanti potrebbe essere legata al fatto che questi animali con ogni probabilità ne producono in abbondanza quando camminano o trottano in branco sul terreno. Un eventuale elefante disperso potrebbe utilizzare gli infrasuoni per rintracciare gli altri esemplari del suo branco.

Potrebbe essere così.

Bisognerebbe documentarsi in letteratura dove sicuramente si potrà trovare qualcosa sull'argomento.

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Benvenuta!

Un quesito molto particolare.

In realtà credo che il coniglio nano, come la maggior parte dei roditori, possa emettere negli ultrasuoni solo da cucciolo. Comunque provo a documentarmi.

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Francamente trovo solo dati relativi alle frequenze percepite dall'orecchio del coniglio, la massima essendo di 42 o 49 kHz a seconda delle fonti, quindi ben dentro l'ultrasuono.

Ovviamente essendo quello il massimo del range percepito non avrebbe senso che la specie possa emettere in frequenze maggiori; non solo, la vocalizzazione nell'ultrasuono sarebbe esclusivamente un meccanismo di comunicazione "protetto" funzionante nella breve distanza, che sappiamo adottato dai cuccioli.

Continuerò con le ricerche e non mancherò di informare il Forum in caso positivo.

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Ecco un dato.

Il valore medio di emissione in una popolazione di conigli era di 590 Hz, con un range 419-728 Hz. Parliamo di conigli "non-stimolati", ovvero di una normale conversazione tra loro, se così si può dire.

Fonte: Laryngoscope 2016; 126 (7): 1589-1594. 

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