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paolo

Antoine-Laurent de Lavoisier. La chimica entra nell'era moderna.

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Antoine-Laurent de Lavoisier

Parigi, 1743 – Parigi, 1794

Antoine Lavoisier fu una figura cardine del progresso scientifico; ci è forse meglio noto per l’enunciazione della Legge di conservazione della materia: “Rien ne se perd, rien ne se crée, tout se transforme”, “Nulla si perde, nulla si crea, tutto si trasforma” all’interno del suo Traité Élémentaire de Chimie, 1789, considerato il primo testo di chimica realmente moderno.

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Fu chimico, naturalista, astronomo, economista ed esattore delle imposte, e quest’ultimo ruolo a favore della monarchia gli costò l’accusa di tradimento e la condanna a morte durante la Rivoluzione francese.

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Si dedicò in particolare a comprendere la natura della combustione e la chimica della respirazione, dimostrando che l’ossigeno giocava un ruolo fondamentale nella combustione e confutando così la teoria allora in voga del flogisto (i materiali che bruciano rilascerebbero nell’aria il flogisto, responsabile della combustione).

E chi gli venne in aiuto per dimostrare il ruolo dell’ossigeno nella combustione e nella respirazione? Elementare: il porcellino d’india!

Lavoisier scoprì che un porcellino d’india in una camera chiusa consumava "aria eminentemente respirabile" (ossigeno) e produceva "acido di calcio" (anidride carbonica); allo scopo realizzò il calorimetro a ghiaccio (insieme all’inventore Pierre Simon de Laplace).

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Lo strumento era formato da tre involucri metallici concentrici. In quello più interno, che era di lamiera molto sottile munita di fori, si collocava la sostanza o il corpo in esame (inizialmente un porcellino d’india); quello intermedio conteneva ghiaccio tritato che veniva sciolto dal calore emesso dalla sostanza in oggetto. L'acqua ottenuta dalla fusione poteva colare, tramite un rubinetto, in un recipiente posto sotto il calorimetro; in quello più esterno si collocava dell'altro ghiaccio con la funzione di isolante, per evitare che il calore dell'ambiente esterno potesse fondere il ghiaccio del recipiente intermedio e mantenendo a 0°C la temperatura interna. L'acqua derivata dalla fusione del ghiaccio contenuto nel recipiente più esterno poteva fluire attraverso un secondo rubinetto posto obliquamente sul fondo del calorimetro.

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La quantità d'acqua che fuoriusciva dal recipiente intermedio veniva poi pesata e la sua quantità risultava proporzionale al calore emesso dalla sostanza esaminata.

Il calore derivante dalla respirazione dei porcellini d’india scioglieva il ghiaccio, dimostrando così che lo scambio gassoso nella respirazione è una combustione dovuta all’attività metabolica dell’animale.

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Misurando l'ossigeno consumato durante la respirazione Lavoisier concluse che la quantità cambia a seconda delle attività umane: fare esercizio, mangiare, digiunare o sedersi in una stanza calda o fredda, e che negli animali superiori e nell’uomo l'energia chimica contenuta negli alimenti è utilizzata dall'organismo per mantenere stabile la temperatura corporea e svolgere l’attività fisica necessaria.

Oggi abbiamo ben chiaro che qualsiasi essere vivente per vivere, crescere e riprodursi, deve continuamente prelevare energia e materia dall’ambiente circostante. Gli alimenti sono l’unica fonte da cui poter estrarre, attraverso i processi digestivi, i nutrienti utili per ricavarne energia. L’unità di misura di questa energia apportata dai cibi è la caloria.

L’importanza di Lavoisier per la scienza venne ben espressa dal matematico e astronomo torinese Joseph-Louis Lagrange dicendo: “Alla folla è bastato un solo istante per tagliare la sua testa; ma alla Francia potrebbe non bastare un secolo per produrne una simile”.

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Mi rendo perfettamente conto che la nostra sensibilità è urtata dall’uso del porcellino per la sperimentazione in un ambiente angusto e freddo; tuttavia l’esperimento di Lavoisier ha contribuito al cammino della scienza che ha portato l’umanità a un superiore grado di conoscenza. Non possiamo quindi voltare la testa dall’altra parte, ma solo inviare un pensiero riconoscente ai piccoli pionieri che si sono involontariamente prestati per migliorare il nostro benessere.

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Piccoli martiri pelosi a servizio della scienza per il bene umano!:angel:/>

Certo che in quanto ad esempio di consumatori di cibo per ricavare energia, i porcelli sono l'esempio N. 1!!:rolleyes:/>

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