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paolo

Bambini con autismo e porcellini d’india.

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Anche se al momento non ci sono evidenze scientifiche in supporto di questa ipotesi, molti studiosi sono del parere che gli animali impiegati negli interventi animal-assisted siano in grado di percepire la disabilità delle persone e di adattarsi ad esse.

Gli autori di questa ricerca hanno ipotizzato che gli animali possano percepire particolari comportamenti, quali gli handicap di sviluppo presenti nei bambini con autismo.

L’autismo è caratterizzato da deficit sociali ed emotivi e possibile disabilità intellettiva, responsabili di difficoltà comunicative e sociali e nell’attenzione condivisa secondo modalità estremamente differenziate e per questo è più corretto parlare di “disturbi dello spettro autistico” (ASD).

I disturbi autistici sono fra le patologie nelle quali l’interazione con animali in funzione di co-terapisti e compagni ha evidenziato dei benefici effetti.

I ricercatori si sono quindi proposti di valutare il comportamento di porcellini d’india in presenza di bambini con ASD e bambini con normale sviluppo.

Nello studio erano coinvolti 44 bambini (maschi e femmine, 6-12 anni), 22 dei quali con autismo e 22 con normale sviluppo.

I porcellini erano femmine a pelo lungo provenienti da famiglie che le avevano acquistate in pet-shop ed erano abituate al contatto con i proprietari. Ovviamente erano animali sani e non aggressivi.

Per l’interazione con i bambini erano posti in gabbie alle quali era stata rimossa la parte superiore; la lettiera era in segatura e le porcelline disponevano di cibo e acqua in abbondanza. Il comportamento dei bambini e delle cavie era videoregistrato per la successiva valutazione.

I criteri per valutare l’atteggiamento dei porcellini e dei bambini sono riassunti nelle tabelle seguenti.

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Il comportamento dei porcellini differiva leggermente a contatto dei due gruppi.

All’inizio essi mostravano un comportamento maggiormente positivo nei confronti dei bambini con autismo, mentre verso la fine dell’incontro preferivano cibarsi e riposare vicino ai bambini con normale sviluppo.

Nella fase iniziale i porcellini approcciavano maggiormente i bambini autistici forse perché in genere questi bambini non cercavano subito di toccarli; è anche possibile che avessero maggiormente paura di essere morsicati, inoltre questi bambini hanno talvolta disabilità motorie e una gestione atipica dello spazio e questo potrebbe aver contribuito a rendere più difficile l’approccio tattile con i porcellini.

Ma nel prosieguo dell’incontro prendevano a passare più tempo vicino ai bambini normali, riposandosi e mangiando, e anche l’esplorazione dell’ambiente avveniva preferibilmente vicino a questi bambini.

Questo probabilmente avveniva perché alcuni comportamenti dei bambini con ASD erano un pochino stressanti per le cavie: per esempio, alcuni di loro cercavano di coprirli con la segatura usata come lettiera.

Nonostante ciò non si osservarono atteggiamenti negativi verso i due gruppi (evitare, ritirarsi, saltare) ad indicare timore per un comportamento dei bambini.

Probabilmente all’inizio si fidavano più dei bambini autistici, che non avevano comportamenti troppo decisi e non tentavano di toccarli, ma alla fine erano più tranquilli con i bambini dell’altro gruppo, perché la presenza di quelli con autismo poteva talvolta essere fonte di stress.

Queste osservazioni supportano almeno in parte l’ipotesi di partenza: i porcellini sembravano percepire la disabilità comportamentale dei bambini autistici all’inizio dell’incontro e si adattavano ad essa.

Fonte: Grandgeorge M et al. Do animals perceive human developmental disabilities? Guinea pigs’ behaviour with children with autism spectrum disorders and children with typical development. A pilot study. Animals, 2 agosto 2019.

Che riflessioni possiamo fare su tale esperienza?

Prima di tutto noto la dolcezza delle cavie (cavie in tutto e per tutto in questa sperimentazione) che hanno interagito con i bambini: hanno approcciato entrambi i gruppi e non si sono osservati comportamenti timorosi o impauriti. La loro innata timidezza gli ha fatto inizialmente preferire l’approccio più cauto dei bambini con handicap e quando questi si sono talvolta mostrati un po’ monelli hanno semplicemente preferito continuare le loro attività preferite, mangiare e riposare, vicino agli altri bambini.

Poi, hanno percepito il diverso comportamento dei bambini con autismo, la loro iniziale riservatezza, e si sono più fiduciosamente approcciati ad essi.

Certamente i porcellini d’india non sono dei geni: il piccolo cervello e l’assenza di arti atti a manipolare, conoscere e dominare l’ambiente circostante ne limitano il loro ruolo in natura. Nonostante ciò sono in grado di percepire le differenti attitudini di due gruppi di una specie così diversa dalla loro.

Io ho spesso scritto che li vedo come dei bambini piccoli: con comportamenti innati e spontanei, pacifici e tendenzialmente fiduciosi. E mi sembra che con questo possano dare una grandissima lezione a noi, specie “evoluta”.

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Posso dire, per esperienza personale, che mi sono un po'ritrovata nel comportamento dei porcellini...e spero di non essere fraintesa per ciò che dirò.

Nella mia attività di educatrice volontaria con bambini e ragazzi, mi è capitato di trovarmi nei gruppi affidatimi, anche bambini con autismo ( a livelli non troppo gravi cioè con buone capacità di dialogo e interazione con gli altri) premetto anche che non ho i requisiti per occuparmi totalmente di ragazzi con problemi legati all'autismo, semplicemente cerco di mantenere unito un gruppo sapendo che ogni bambino è unico e diverso.

Fatta questa premessa, anche io, come i porcellini, quando so di avere nel gruppo bambini problematici, mi accosto prima a loro, per farmi conoscere e far capire loro che non mi devono temere, che io x loro vorrei essere un riferimento e un aiuto.

Poi, però, questi bambini diventano davvero dei monelli e furbescamente se ne approfittano e devo dire che arrivano a sfinirmi...così torno a "rifugiarmi" maggiormente tra i ragazzi senza disturbi comportamentali...

Devo poi dire che anche questi ultimi sono molto bravi ad approfittare della mia pazienza. In realtà io devo molto a queste esperienze e a tutti i ragazzi che incontro perché mi regalano momenti meravigliosi.

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Molto bella questa tua testimonianza, Simo74!

E in effetti i porcellini dello studio si sono comportati all'incirca allo stesso modo, distinguendo tra i comportamenti dei due gruppi di bambini, supportando così l'ipotesi iniziale dei ricercatori.

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