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Effetti positivi dal possesso di un animale domestico. 2

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Numerosi animali sono portatori di agenti infettivi virali e batterici che possono causare malattia nell’uomo, ma in certi casi il contatto con gli animali può favorire il nostro stato di salute.

E’ questo il caso delle malattie allergiche, così diffuse al giorno d’oggi, e di certi linfomi, un gruppo eterogeneo di neoplasie maligne maggiormente tipiche dell’età adulta.

Per le prime, si è osservato che bambini nati in famiglie che non hanno storia di patologie allergiche, all’età di 2 anni mostrano una minore prevalenza di asma ed eczemi se in famiglia è presente un cane.

La sempre migliore igiene della nostra persona e delle nostre case non consente al nostro il sistema immunitario di essere esposto ai microorganismi in grado sufficiente nei primi anni di vita; di conseguenza in seguito potrebbe reagire in maniera eccessiva all’esposizione a sostanze anche innocue. L’esposizione precoce a sostanze microbiche (batteri, virus, tossine) tenderebbe invece a sopprimere la produzione delle immunoglobuline E (igE), risultando in un rischio minore per le malattie allergiche.

Per quanto riguarda il linfoma, una disfunzione della risposta immunitaria in seguito ad un’infezione virale sarebbe un fattore chiave nell’eziologia del linfoma non-Hodgkin; se l’infezione si verifica nell’adulto è associata alla comparsa del linfoma, mentre nel bambino sembra trasmettere protezione.

Il possesso di un animale d’affezione (cani, gatti e altri, ma in particolare i polli) comporta un minor rischio di sviluppare quel tipo di linfoma (mentre il rischio aumenta con il bestiame e altri animali della fattoria).

L'elemento comune alle due condizioni è che la presenza in casa di cani e altri animali domestici causa un aumento delle endotossine volatili nell’aria e una maggiore concentrazione di endotossine nella polvere che si deposita sulle superfici e sul pavimento.

In pratica, dove sono presenti animali d’affezione, nei primi mesi e anni di vita i bambini possono in un certo qual modo “immunizzarsi” nei confronti di diversi microorganismi.

Riferimenti:

Pohlaben et al. Exposure to pets and the risk of allergic symptoms during the first 2 years of life. J Invest Allergol Clin Immunol 2007; 17: 302-308.

Bellizzi S et al. Household contact with pets and birds and risk of lymphoma. Cancer Causes Control 2011; 22: 159-165.

Tranah GJ et al. Domestic and farm-animal exposures and risk of non-Hodgkin’s lymphoma in a population-based study in the San Francisco Bay area. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2008; 17: 2382-2387.

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Abbiamo letto come la presenza di un animale domestico durante la prima infanzia riduca la possibilità di sviluppare allergie o ne riduce la sintomatologia.

Uno studio svedese si è proposto di verificare se esista un "effetto-dose" connesso alla presenza di pets (cani e gatti) durante il primo anno di vita e un eventuale successivo sviluppo di allergie.

Hesselmar B e coll. Pet-keeping in early life reduces the risk of allergy in a dose-dependent fashion. PloS One, 19 dicembre 2018.

Lo studio impiegava due diverse metodologie di investigazione.

In un caso furono distribuiti questionari per conoscere la presenza di sintomi allegici in una coorte di bambini di 7-8 anni (studio trasversale).

Nel secondo caso si investigavano bambini seguiti da pochi giorni dopo la nascita fino all'età di 8-9 anni, con visite periodiche da parte degli specialisti in allergologia come parte di un programma di monitoraggio delle patologie allergiche (birth study).

I risultati mostravano la presenza di un'associazione dose-risposta, con meno manifestazioni allergiche (asma, rinocongiuntivite allergica, eczemi) all'aumentare del numero di cani o gatti presenti in casa durante il primo anno di vita del bambino.

Fenomeni allergici erano presenti nel 49% dei soggetti che non avevano animali in casa per scendere a zero dove c'erano cinque o più pets; inoltre, maggiore il numero di animali in casa, minori i sintomi allergici osservati nell'ultimo anno.

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La frequenza di malattia allergica in bambini di 7-9 anni era ridotta in modo dose-dipendente con il numero di pets ospitati in casa durante il primo anno di vita del bambino, suggerendo un effetto "mini fattoria", con i cani e i gatti che proteggono dallo sviluppo di malattie allergiche.

Commento.

E' ormai ben noto come la presenza di animali (e di pollini) nelle prime fasi di vita del bambino abbia un effetto protettivo nei confronti delle malattie allergiche e di certe patologie tumorali linfatiche.

Questo recentissimo studio supporta ulteriormente i dati precedenti e introduce il concetto che più pets riducono il rischio di sviluppare sintomi allergici o ne alleviano l'entità.

E a proposito dell'effetto "mini-farm" abbiamo già trattato anche questo argomento scoprendo che la vita di fattoria, quindi in presenza di un'alta concentrazione di prodotti animali, riduce la possibilità di sviluppare un certo tipo di leucemia dell'infanzia.

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