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paolo

La cavia preferisce bere dal beverino piuttosto che dalla ciotola

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Balsiger A e coll. Guinea pig (Cavia porcellus) drinking preferences: do nipple drinkers compensate for behaviourally deficient diets? Journal of Animal Physiology and Animal Nutrition 2016 Jul 23; doi: 10.1111/jpn.12549

I porcellini d'india sono popolari animali domestici e perciò spesso presenti nella pratica veterinaria. L'urolitiasi è tra le patologie più frequentemente diagnosticate nei porcellini d'india presentati alle cliniche per animali esotici e il motivo più frequente per una consulenza telefonica presso i servizi di consultazione nutrizionale.

Poichè gli uroliti sono solitamente costituiti da carbonato di calcio, si suppone che il fattore predisponente nella cavia sia un'alterazione del metabolismo del calcio.

La cavia assorbe il calcio dall'intestino e espelle l'eccesso con le urine; un eccessivo apporto alimentare di calcio può influire sulla formazione dei calcoli urinari e per questo motivo in letteratura viene spesso raccomandato di porre attenzione al contenuto di calcio nell'alimentazione dei porcellini.

Anche l'apporto di acqua gioca un ruolo importante nella patogenesi dell'urolitiasi: un apporto insufficiente può diminuire la produzione di urina, che sarà di conseguenza più concentrata con un aumentato rischio di deposito di minerali. Anche per questo motivo l'acqua da bere dovrebbe essere sempre a disposizione delle cavie.

Il consumo d'acqua nelle diverse specie animali dipende da molti fattori.

Anche la scelta del sistema per bere è importante; nel coniglio è stata dimostrata una preferenza per le ciotole nei confronti del beverino.

Nello studio in oggetto è voluto verificare quale sia la preferenza dei porcellini d'india, scoprendo che preferiscono i beverini con beccuccio, probabilmente perchè questo dispositivo offre la possibilità di un'attività orale che potrebbe essere correlata con i meccanismi di alimentazione in questi animali.

Quattro gruppi di cavie furono nutriti con diversi tipi di dieta: fieno (hay), prezzemolo fresco (parsley), miscela di semi commerciale (seed mix) e un cibo pellettato (pellet, Cavia Complete, Versele Laga). Il fieno era comunque presente anche negli altri tre schemi di alimentazione per il 10% del cibo totale.

Tutti gli animali avevano a disposizione acqua fresca, cambiata giornalmente, nella ciotola (10 cm di diametro, 5 cm di altezza) e nel beverino. La quantità consumata in entrambi era misurata giornalmente e si teneva conto dell'evaporazione, nel caso della ciotola, e del gocciolio, nel caso del beverino con beccuccio. Fu valutata anche la contaminazione dell'acqua nella ciotola e solo nel 3% dei casi il grado di contaminazione risultò tale da impedire il consumo.

Si supplementava la vitamina C sciogliendo un preparato nell'acqua del beverino e della ciotola ad una concentrazione di 0,3 mg di vitamina per mL.

Tutti i porcellini nello studio, senza eccezione, consumavano per prima il fieno.

Qualsiasi fosse il tipo di alimentazione, i porcellini preferirono consumare dal beverino rispetto alla ciotola.

La quantità di acqua assunta dipendeva dal contenuto secco della dieta e fu generalmente inferiore nel gruppo nutrito con prezzemolo fresco; nonostante ciò, l'apporto totale di acqua (dal vegetale e dal beverino) è più elevato in questo tipo di dieta (figura, grafici "a" e "b").

Quindi l'offerta di cibo fresco (vegetali) può essere considerata una misura di prevenzione nei confronti dell'urolitiasi. Ancora, nel porcellino d'india i vegetali aiutano a far fronte al requisito della vitamina C.

Gli autori (fortunatemente) puntualizzano che l'offerta di cibo fresco non è una giustificazione per non dare anche l'acqua e che l'accesso illimitato al dispositivo con l'acqua è fortemente raccomandato.

Per quanto riguarda il coniglio, che preferisce bere dalle ciotole aperte, è stato suggerito che questa specie in generale beva per far fronte alla necessità di acqua.

Per contro, nel porcellino d'india l'assunzione di acqua è maggiore e viene preferito il sistema che richiede maggior tempo per poter bere.

Questo fatto suggerisce il soddisfacimento di una motivazione comportamentale collegata a una carenza di fibra nella dieta piuttosto che al requisito fisiologico della sete. A questa ipotesi contribuisce l'osservazione che la dieta che richiede il maggior tempo di masticazione, quella di solo fieno, era la sola in cui i dispositivi per bere venivano utilizzati entrambi in quasi uguale misura (figura, prima serie di colonne a sinistra, "Hay").

E' noto che i porcellini d'india hanno una tendenza a giocare col beccuccio dei beverini; è stato suggerito che una mancanza di stimoli e di occupazione, in presenza di una dieta particolarmente energetica, ma senza l'offera di sufficiente cibo fibroso da rosicchiare, può portare polidipsia (sete intensa, ingestione di notevole quantità di liquidi).

In uno studio molto particolareggiato sul movimento della bocca durante l'uso del beverino con beccuccio si è visto che la cavia esegue un caratteristico movimento verticale di rosicchiamento unitamente allo sporgere della lingua (non una tipica sequenza di masticamento), interrotto da una combinazione di movimenti orizzontali e verticali di mascella e mandibola (sequenza tipica del masticamento).

E' quindi plausibile che il beverino con beccuccio possa servire per sfogare una stimolo frustrato di rosicchiamento e masticazione.

Nel porcellino d'india, un forte stimolo per un'attività orale consistente nella tendenza a mordere il pelo, proprio o dei compagni di gabbia, è l'assenza del fieno. Ma nello studio in questione l'uso del beverino si osservava anche dove la dieta era rappresentata dal fieno a volontà.

Un'altra possibile ragione per una preferenza per il beverino da parte della cavia può essere la difficoltà di accedere al contenuto della ciotola: la ridotta altezza del corpo, le zampine e il collo corti, possono rendere difficoltoso bere da un manufatto con un bordo alto alcuni centimetri, rendendo preferibile una ciotola il cui bordo sia praticamente a livello del terreno. Per evidenti ragioni igieniche questo non sarebbe pratico.

L'immagine allegata è tratta dall'articolo citato.

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Alcune considerazioni personali su quanto riportato nell'articolo recensito.

Beverino vs. ciotola.

Per noi il problema non si è mai posto. La ciotola può rovesciarsi, ma anche nel caso di una ciotola pesante e stabile, sappiamo che un porcellino (a maggior ragione se più d'uno) può ridurre il contenuto della ciotola in una vera schifezza in tempi brevissimi.

Prevenzione della calcolosi (o urolitiasi).

Sappiamo bene che bere acqua regolarmente può contribuire a ritardare o impedire l'insorgenza della calcolosi. Purtroppo non tutti i porcellini bevono e anche tra quelli che si attaccano al beverino alcuni giocano solamente. Qualcuno, con molta pazienza, somministra regolarmente acqua particolarmente leggera con la siringhina senz'ago; non tutti ne abbiamo la pazienza e non tutti i porcellini apprezzano.

Importanza del fieno.

Come ripetiamo ad ogni occasione, il fieno (e il cibo fibroso in genere) è fondamentale per la salute della cavia. In difetto rischiamo la malocclusione, problemi di stasi gastrica e intestinale, comportamenti aberranti come il barbering praticato su se' stessi o sui cospecifici.

Stabulazione degli animali da esperimento.

Sono spesso meravigliato nel leggere il dettaglio della sistemazione e alimentazione dei porcellini descritte negli articoli scientifici (e parlo solo di quelli indicizzati, pubblicati in PubMed): Cibo secco, per fortuna in genere pellettato, ma anche granaglie come in questo caso; capisco che non c'è chi va a far la spesa di verdura per questi pelosini e che altri hanno sorte ben peggiore, tant'è... Anche il requisito della vitamina C, sempre largamente citato negli articoli in questione, viene talvolta assolto col metodo del supplemento nell'acqua del beverino (o della ciotola) e sappiamo bene che il fabbisogno giornaliero potrebbe non essere raggiunto almeno da quei porcellini che bevono poco o nulla. E quasi sempre le condizioni dell'esperimento sono approvate dal Comitato Etico dell'istituzione.

Infine, l'articolo è stato pubblicato il mese scorso; in quanto ad aggiornamento culturale non ci facciamo mancare nulla.

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Davvero interessante! Grazie Paolo!! Sono stata immediatamente colpita anche io da alcune grossolane imprecisioni relative alla cura della cavia commesse dagli sperimentatori, mi sono sentita sollevata quando ho letto il tuo secondo commento nel vedere che non ero l'unica!

Stabulazione degli animali da esperimento.

Sono spesso meravigliato nel leggere il dettaglio della sistemazione e alimentazione dei porcellini descritte negli articoli scientifici (e parlo solo di quelli indicizzati, pubblicati in PubMed): Cibo secco, per fortuna in genere pellettato, ma anche granaglie come in questo caso; capisco che non c'è chi va a far la spesa di verdura per questi pelosini e che altri hanno sorte ben peggiore, tant'è... Anche il requisito della vitamina C, sempre largamente citato negli articoli in questione, viene talvolta assolto col metodo del supplemento nell'acqua del beverino (o della ciotola) e sappiamo bene che il fabbisogno giornaliero potrebbe non essere raggiunto almeno da quei porcellini che bevono poco o nulla. E quasi sempre le condizioni dell'esperimento sono approvate dal Comitato Etico dell'istituzione.

Poveri caviotti! Trattati proprio da cavie, alimentati con semi e, i più fortunati che hanno avuto in sorte la verdura solo prezzemolo :mellow:/> E poi la vitamina C nel beverino non si può proprio sentire. L'ho notata anche in altri contesti questa cosa, una sorta di disattenzione per misure di stabulazione che costituiscono l'abc della sistemazione della cavia. Anche nel bel documentario sugli studi comportamentali dei porcellini d'india condotti da Herbert Ostwald restai perplessa dall'uso di truciolato come lettiera e di casette di cartone tutte mangiucchiate. Anche in alcuni servizi televisivi mi è capitato di vedere caviotti a cui vengono date da mangiare intere carote!

Tornando invece all'argomento dello studio, ho notato anche io che le mie cavie tendono ad avere sete quando mangiano fieno. A volte lo mollano proprio per andare a bere e poi ritornano a mangiarlo. Un bel po' di mesi fa, sembra abbiano "riscoperto" il fieno, ne mangiano molto di più (me felice), sono diventate caviette che usano bere parecchio (all'inizio non toccavano acqua). (Ho già escluso che giochino col beverino, e l'eventuale presenza di problemi di salute legati alla cosa, come malocclusione o diabete).

PS: Condividendo assolutamente la scelta del beverino rispetto alla ciotola, mi sono posta un dubbio: avranno i ricercatori tenuto conto del condizionamento dato dall'abitudine? Cioè i caviotti che hanno fatto da "cavie", prima dell'esperimento erano soliti abbeverarsi da ciotole o da beverini?

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Grazie Lawsonia, per il commento articolato! :)

Rispondo al tuo quesito finale.

Per ovvi motivi io sintetizzo il contenuto degli articoli, in particolare i dettagli sperimentali, per lasciare maggiore spazio ai risultati e alla discussione degli stessi.

In questo studio, prima di passare alla fase di rilevamento dei risultati, si procedeva con un periodo di "adattamento" di 25 giorni, durante il quale venivano messi a disposizione dei porcelli i diversi tipi di alimentazione e i due sistemi per bere in modo da abituarli ad essi.

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Davvero interessante! Grazie Paolo!! Sono stata immediatamente colpita anche io da alcune grossolane imprecisioni relative alla cura della cavia commesse dagli sperimentatori, mi sono sentita sollevata quando ho letto il tuo secondo commento nel vedere che non ero l'unica!

Poveri caviotti! Trattati proprio da cavie, alimentati con semi e, i più fortunati che hanno avuto in sorte la verdura solo prezzemolo mellow.gif/> E poi la vitamina C nel beverino non si può proprio sentire. L'ho notata anche in altri contesti questa cosa, una sorta di disattenzione per misure di stabulazione che costituiscono l'abc della sistemazione della cavia. Anche nel bel documentario sugli studi comportamentali dei porcellini d'india condotti da Herbert Ostwald restai perplessa dall'uso di truciolato come lettiera e di casette di cartone tutte mangiucchiate. Anche in alcuni servizi televisivi mi è capitato di vedere caviotti a cui vengono date da mangiare intere carote!

Purtroppo per alcuni mesi della mia vita (nel periodo della tesi sperimentale) ho dovuto lavorare in stabulario con topini e ratti. E posso dirti che se la malgestione si limitava al tipo di alimento sbagliato o di lettiera... beh sono state comunque caviotte "quasi" fortunate. cry.gif

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In questo studio, prima di passare alla fase di rilevamento dei risultati, si procedeva con un periodo di "adattamento" di 25 giorni, durante il quale venivano messi a disposizione dei porcelli i diversi tipi di alimentazione e i due sistemi per bere in modo da abituarli ad essi.

:afro:/> Grazie

Purtroppo per alcuni mesi della mia vita (nel periodo della tesi sperimentale) ho dovuto lavorare in stabulario con topini e ratti. E posso dirti che se la malgestione si limitava al tipo di alimento sbagliato o di lettiera... beh sono state comunque caviotte "quasi" fortunate. cry.gif

immagino... cry.gif

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