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paolo

Crescita e consumo dei denti nel porcellino d'india (e nel coniglio)

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I denti dei roditori caviomorfi hanno radice aperta e sono a crescita continua; questa particolare caratteristica è un adattamento per assicurare la funzione dei denti anche in presenza dell'abrasione causata dalla masticazione di cibo particolarmente fibroso o inquinato da polvere o terriccio.

Il ritmo di crescita dei denti incisivi del porcellino d'india è di 1,4-1,9 mm a settimana per gli incisivi superiori e di 1,2-2,4 mm a settimana per quelli inferiori.

Il consumo dei denti può essere indotto dalla frizione tra i denti stessi o dall'abrasione per il contatto fra denti e cibo; il cibo può contenere abrasivi interni, come i fitoliti, o abrasivi esterni, come sabbietta o polvere.

Qualsiasi processo che vada a interferire con la normale crescita e consumo del tessuto dentale provoca una patologia.

Le patologie dei denti sono fra le malattie più frequenti del porcellino d'india (da 12% a 23,4%, a seconda delle casistiche); la sintomatologia clinica è molto varia e comprende: perdita di peso, problemi di masticazione o tendenza a mangiare cibo più morbido, salivazione eccessiva, perdita di pelo sul mento, aspetto del pelo scadente e diminuita igiene, gonfiore facciale o ascessi, spurgo dagli occhi dovuto all'ostruzione o infiammazione del dotto naso-lacrimale, difficoltà di deglutizione, incapacità di praticare la coprofagia, feci diminuite e più piccole.

L'eziologia della patologia dentale è ancora poco chiara, ma le cause sono solitamente divise in acquisite e congenite, sebbene quelle congenite siano rare tra i roditori (ma sono diagnosticate con una certa frequenza nei lagomorfi).

Tra le cause acquisite gli eventi traumatici sono particolarmente comuni, per lo più causati da cadute o sistemazioni improprie; come conseguenza si verifica spesso la frattura degli incisivi; in questo caso l'incisivo opposto non si consuma efficientemente e si può generare malocclusione.

Anche un deficit di vitamina C può interferire con la formazione del tessuto periodontale e dello smalto e portare quindi alla malocclusione.

E' possibile che le principali cause per problemi dentali acquisiti siano le malattie metaboliche dell'osso causate da carenza di calcio o condizioni d'allevamento che impediscono l'esposizione alla luce UV.

Accanto ai traumatismi e alle alterazioni metaboliche dell'osso, anche una dieta inadeguata o l'insufficiente opportunità di rosicchiare sono tra le più importanti cause per l'insufficiente consumo dei denti e la malocclusione nei roditori e nel coniglio.

E' infatti opinione corrente tra i veterinari è che una dieta ricca in carboidrati, ma povera in fibre, porterà un senso di sazietà e non stimolerà a cercare cibo più adatto, determinando quindi un basso ritmo di attrito dentale, insufficiente consumo e allungamento dei denti. Di conseguenza si raccomanda di nutrire roditori e conigli con una dieta basata principalmente su fieno.

In uno studio precedente è stata dimostrata una correlazione tra la crescita e il consumo dei denti incisivi e molari nel coniglio, e che il tipo di alimentazione non influenzava necessariamente la crescita dei denti; si ipotizzava quindi l'esistenza di un meccanismo di feedback tra crescita e consumo dentale per adattarsi al tipo di dieta.

Si è quindi voluta testare l'influenza di diete isocaloriche con progressivo livello di abrasività sulla lunghezza e consumo dei denti nel porcellino d'india.

Quattro diverse diete pellettate con contenuto crescente di abrasivi interni (pellet di erba medica L, pellet di erbe G, pellet di erba con l'aggiunta di buccia di riso GR, pellet di erba e buccia di riso addizionata a sabbia quale abrasivo esterno GRS).

Infine, per valutare l'effetto di una dieta differente e di una differente azione masticatoria, fu utilizzata una quinta dieta basata su fieno di erbe foraggere H.

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differente livello di abrasività delle diete somministrate

Il tipo di dieta (essendo isocaloriche) non influiva sul peso dei porcellini.

La dieta aveva un'influenza significativa sulla lunghezza degli incisivi e dei molariformi superiori, ma non su quella dei denti inferiori, che restano comunque più lunghi rispetto a quelli superiori.

Tanto i fitoliti presenti nelle erbe, quanto gli abrasivi esterni, determinavano un consumo dei denti.

Come osservato in precedenza nel coniglio, nel porcellino d'india la crescita e il consumo degli incisivi erano correlati e dipendevano dall'apporto di abrasivi interni ed esterni, significando che il tasso di crescita è regolato in modo da compensare quello d'usura.

Evidentemente, il concetto che un tasso costante di crescita dentale sia necessario per far fronte al consumo al fine di evitare un'eccessiva crescita dentale, non può essere sostenuto sulla base dei risultati ottenuti, eccezion fatta per la dieta con bassissima abrasività che non stimola la masticazione.

Basandosi su questi dati, è opinione degli autori che il tipo di dieta, e il suo contenuto abrasivo, potrebbe non essere un fattore così importante nel causare patologia dentale come viene spesso percepita. Piuttosto, fattori acquisiti, quali l'effetto di una dieta sbilanciata in minerali o una malattia metabolica dell'osso e fattori genetici, sembrano più plausibili.

Si suggerisce quindi ai medici veterinari di tenere conto di questi altri motivi per la patologia dentale e si consiglia di prevenire la riproduzione degli animali affetti.

Fonti:

Müller J e coll. Tooth length and incisal wear and growth in guinea pigs (Cavia porcellus) fed diets of different abrasiveness. Animal Physiology and Animal Nutrition 2015; 99: 591-604.

Muller J e coll. Growth and wear of incisor and cheek teeth in domestic rabbits (Oryctolagus cuniculus) fed diets of different abrasiveness. Journal of Experimental Zoology 2014; 321A: 283-298.

Modificato da paolo
aggiornamento

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Non so se l'avevo già detto commentando il cavionews, comunque davvero molto molto interessante questo studio. Modifica alcuni concetti che si sono quasi dati per scontati finora circa la crescita continua dei denti, spero che anche i veterinari si aggiornino :)

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In estrema sintesi significa che l'alimentazione appropriata è importantissima, ma che altri fattori possono intervenire a causare una patologia dentale.

Infatti sappiamo che ci sono cavie (e conigli) che pur mangiando il fieno hanno problemi di malocclusione, altre che mangiano poco fieno, ma non sviluppano comunque patologia dei denti.

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Lo so che sono esibizionista e vanitoso, ma concedetemelo.

Ho trovato oggi in VetJournal la recensione degli articoli che noi abbiamo riassunto e commentato ormai sette mesi fa.

Si sottolinea che oltre agli errori connessi con l'alimentazione, dovuti in particolare alla scarsa abrasività del cibo, anche gli squilibri minerali e la predisposizione ereditaria alla malocclusione siano causa di malattia dentale in cavie e conigli.

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L’effetto dei fitoliti (quelle minuscole particelle di silice presenti nei vegetali) sul consumo e sulla funzione dei denti è un argomento che a tuttora richiede chiarimenti; una nuova ricerca porta ulteriori dati per comprenderne il meccanismo.

Martin LF et al. The way wear goes: phytolith-based wear on the dentine-enamel system in guinea pigs (Cavia porcellus). Proceedings of the Royal Society B: Biological Siences Epub 2019 Oct 9.

Molto brevemente.

Porcellini d’india sono stati nutriti con foraggi a diverso contenuto di fitoliti, quindi con una capacità di abrasione crescente: erba medica (Medicago sativa), fleolo (Phleum pratense) e foglie di bambù (Phyllostachys aureosulcata f. spectabilis).

Si dimostrava un evidente effetto di una dieta ricca di silicati sul consumo dentale.

In particolare la dieta di foglie di bambù riduceva l’altezza degli incisivi e molari superiori quasi al livello della gengiva; sorprendentemente la fila di denti aveva un’estensione maggiore e una superficie di masticazione più larga rispetto alle cavie con dieta differente. Si tratta di un evidente tentativo di incrementare comunque il tessuto dentale in una situazione di abrasione estrema, dove il semplice aumento del ritmo di crescita in altezza non consente un’adeguata compensazione dell’usura.

La risposta compensatoria quindi non consiste solamente in una crescita longitudinale (verticale) del tessuto del dente, ma anche in una orizzontale e ci insegna che esiste una plasticità funzionale della quale non eravamo a conoscenza.

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Per una migliore comprensione di quanto sopra vi invito a confrontare, nella figura tratta dall’articolo citato, l’immagine in alto a sinistra (erba medica, fresca) con quella in basso a destra (bambù, essiccato). Notare nella vista frontale i molari superiori ridotti quasi a livello della gengiva e in quella laterale la maggiore estensione degli stessi nell’arcata dentale, nella dieta di foglie di bambù.

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Grazie Paolo per questo prezioso aggiornamento.

In effetti vi è una differenza molto elevata del consumo dei denti tra le 2 immagini che ci indichi.

In generale questa scheda ci fa anche capire che la scelta delle erbacee da noi scelte per i nostri porcelli (sia secco che fresco) incide notevolmente sulla crescita e sulla naturale regolazione della lunghezza dei denti.

Quindi occorre fare attenzione anche al mix di fieno che abitualmente somministriamo, può sicuramente aiutare molto a prevenire l'insorgere di patologie legate all'eccessiva crescita dei denti, specialmente i molariformi.

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Giustissimo Simo74!

In effetti la verdura che diamo in casa in genere è molto "morbida" (insalate varie, peperone, pomodoro...) e poco utile al mantenimento della corretta lunghezza dei dentini.

Il fieno allora diventa fondamentale e se è un po' più consistente tanto meglio, ovviamente a patto che sia comunque fresco, profumato e a fibra lunga.

Se poi si possono cogliere erbe spontanee... beh, sarebbe un po' come se si alimentassero in natura.

Comunque l'articolo appena citato ci mostra una volta di più che i nostri piccoli hanno delle risorse naturali sorprendenti!

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