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paolo

Indovinello fotografico.

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Oggi Stellina vi presenta un'altra namakdan, ovvero una sacca utilizzata per contenere il sale; altre, più piccole, servivano ai pastori per condire il loro pranzo mentre erano lontani da casa.

Questa namakdan proviene dal Caucaso, più precisamente dal Karabagh ("giardino nero") e porta nel "quadrante" inferiore destro una breve iscrizione o sigla in caratteri armeni.

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"A proposito Puffolo: ho deciso di cambiare un po' l'arredamento; basta con i soliti tappeti squadrati!"

"Va bene Stellina, come vuoi tu! (Ah, le donne...)".

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Belli! Quello a semicerchio è cinese? Dalla foto, oltre ai caratteristici draghi tipici dell'iconografia cinese e i delicati colori pastello, mi pare di vedere quella particolare tecnica di ricamo che ora non ricordo come si chiama...mentre quello con la caravella? Dopo la nina, la pinta e la santa maria...la Stellina cavio-maris!!

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Belli! Quello a semicerchio è cinese? Dalla foto, oltre ai caratteristici draghi tipici dell'iconografia cinese e i delicati colori pastello, mi pare di vedere quella particolare tecnica di ricamo che ora non ricordo come si chiama...mentre quello con la caravella? Dopo la nina, la pinta e la santa maria...la Stellina cavio-maris!!

Sono entrambi cinesi, dei primi anni del Novecento.

Quello semicircolare proviene dalle manifatture di Pekino e ha i contorni dei disegni incisi a punta di forbice, quello circolare con la giunca è invece di Tientsin.

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Quando si dice che un tappeto non può essere "letto" in un colpo solo e che ogni giorno si scoprirà qualcosa di nuovo.

Ricordate il tappeto turkmeno da culla o salatchak con il quale abbiamo iniziato questo topic?

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Guardate cosa ho scoperto subito sopra alla nicchia:

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Su alcuni testi si ipotizza ancora, in mancanza di prove documentate, che questo genere di manufatto fosse destinato alla preghiera; direi che il reperto di un motivo antropomorfo proprio in corrispondenza della parte sagomata sia un prova formidabile a favore dell'uso come tappeto da culla.

Nessun pio orante si servirebbe per la preghiera di un tappeto con motivi antropomorfi o zoomorfi.

Questo disegno, realizzato dove avrebbe dovuto poggiare le testa del bimbo, dovrebbe essere un potente talismano atto a proteggerlo dagli influssi negativi e da eventuali malefici.

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Interessante valutazione la tua Paolo, nel primo post a me (che ero tra quelli che avevano supposto il tappeto per preghiera) non era minimamente saltato agli occhi il particolare che ora ci mostri. In effetti le religioni islamiche non usano iconografie/immagini nei loro luoghi di preghiera ma solo simboli o caratteri di scrittura, per lo più riportanti i nomi di maometto e altri profeti...ma nessuna immagine. Chissà chi è quella sorta di "angelo custode" delle culle?!

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Quanti "intrusi" ci sono in questo dettaglio?

Scusate l'effetto strano, ma ho capovolto l'immagine originale per facilitarvi il compito.

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Giusto, quattro motivi zoomorfi (tre nel cantonale a fondo chiaro e uno sulla porzione di campo a fondo blu).

Si tratta del motivo morghi, la gallinella, che compare su molti tappeti persiani.

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Due cani di Fo (o cani di Buddha, o cani-leone), guardiani delle case (infatti si vedono solitamente in coppia all'entrata dei palazzi cinesi).

Non vi pare che siano una mamma e un cucciolo, questo con espressione particolarmente giocosa?

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Stella è andata in Marocco, tra le montagne dell'Alto Atlante, presso la cittadina di Talsint.

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Il piccolo tappeto (cm. 107 x 70) è realizzato interamente in lana e risale al 1930 circa. Questi piccoli manufatti si usano tuttora per rivestire i cuscini onnipresenti nelle loro case o come parte frontale di una piccola sacca.

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Nel tappetino c'è un contributo dell'anima ancora primitiva di queste regioni: l'ignota tessitrice ha cucito in mezzo alla lana del vello un piccolo dischetto metallico che ha la funzione di talismano.

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Non avevo visto questa foto! Che bella Camilla! E magnifico tappeto, da dove viene questo? È grande?

Grazie!

Il tappeto del quale si vede un dettaglio è anatolico, proviene da Herekè, un sobborgo di Istanbul, noto per gli atelier che producono manufatti raffinati interamente in seta o in seta e filo di seta placcato d'oro o argento. Non è grande, 160 x 120 (anche perchè diversamente sarebbe stato inavvicinabile).

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