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paolo

Cavie e malattia di Alzheimer.

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La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa progressiva caratterizzata da un deposito anormale di proteina amiloide (soprattutto ß) che danneggia i neuroni.

Nelle prime fasi, il sintomo più comune è l'incapacità di acquisire nuovi ricordi e la difficoltà nel ricordare eventi osservati recentemente; con l'avanzare della malattia, il quadro clinico può prevedere confusione, irritabilità e aggressività, sbalzi di umore, difficoltà nel linguaggio, perdita della memoria a lungo termine e progressive disfunzioni sensoriali.

La causa e la progressione della malattia di Alzheimer non sono ancora ben compresi, ma fra tutti i potenziali fattori di rischio nell'uomo l'invecchiamento è certamente il più forte.

Cavia porcellus ha una sequenza dell'amiloide ß simile a quella dell'uomo (e per questo è considerata una specie interessante dagli studiosi della malattia); però nella cavia non sono state trovate tracce statisticamente significative di aumento di amiloide con l'avanzare dell'età, anche se depositi della proteina e modificazioni del processamento del suo precursore furono osservati in certe zone del cervello degli animali più anziani.

Occorre puntualizzare che lo studio prendeva in considerazione cavie fino ad un massimo di 48 mesi d'età, all'incirca equivalenti a 50-60 dell'umano, mentre noi sappiamo che i porcellini possono vivere anche 5-7 anni e in alcuni casi anche 8-9 anni.

E' anche possibile che la cavia possieda un meccanismo di rimozione dell'amiloide più efficiente di quello dell'umano.

In effetti, nel corso della mia frequentazione del Forum di Amicacavia e della mailing list in yahoo non ho mai letto di cavie di una certa età con sintomi senili equivalenti a quelli della malattia di Alzheimer umana.

E' probabile che i porcellini abbiano ancora tantissime cose da insegnarci.

Fonte:

Bates K e coll. Aging, cortical injury and Alzheimer's disease-like pathology in the guinea pig brain. Neurobiology of Aging 2013 Nov. 27, Epub ahead of print.

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E' probabile che i porcellini abbiano ancora tantissime cose da insegnarci.

...probabile sia così! ma mi chiedo anche se sia poi possibile rendersi conto di tali cambiamenti nella cavia.

Mi spiego: la perdita di memoria su fatti recenti, l'uso della "parola", e gli sbalzi d'umore sono difficili da interpretare in una cavia! Oppure potrebbe essere capitato di vedere cavie di età avanzata avere comportamenti inusuali: nervosismo, capacità motorie e sensoriali meno attive...ma credo che per un occhio non espertissimo sia difficile portarsi al paragone con la malattia che colpisce l'uomo.

Comunque il tuo documento è molto interessante.

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...probabile sia così! ma mi chiedo anche se sia poi possibile rendersi conto di tali cambiamenti nella cavia.

Mi spiego: la perdita di memoria su fatti recenti, l'uso della "parola", e gli sbalzi d'umore sono difficili da interpretare in una cavia! Oppure potrebbe essere capitato di vedere cavie di età avanzata avere comportamenti inusuali: nervosismo, capacità motorie e sensoriali meno attive...ma credo che per un occhio non espertissimo sia difficile portarsi al paragone con la malattia che colpisce l'uomo.

...

Osservazione pertinente: i sintomi della malattia di Alzheimer sono riferiti all'uomo ed è difficile indagare certe disfunzioni nel porcellino d'india.

Però, per esperienza personale e in base alla lettura del Forum e della mailing list, ho notato che i porcellini sembrano normalmente attivi (con l'eccezione della mobilità e agilità nei più anziani) ancora subito prima di lasciarci o di ammalarsi per quello che li porterà sul Ponte.

In certi casi, purtroppo, prima di andarsene alcuni porcelli mostrano evidenti sintomi neurodegenerativi, ma la durata di questa fase è dell'ordine di pochi giorni e non può essere comparata, come durata, alla cronicità progressiva dell'Alzheimer.

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Certo quando ci sono segni evidenti come incapacità a deglutire quindi il non controllo di azioni solitamente ordinarie ecco che può esserci alla base un problema neurologico che purtroppo in pochissimo tempo ci porta via anche il nostro piccolo. Ricordo un pò gli ultimi 2/3 giorni di vita del mio Augusto: non sembrava più lui sia nei movimenti sia nei comportamenti. E il veterinario mi disse chiaramente che non era certo dovuto ai denti, ad una passata cura antibiotica o a quell'ascesso che parve scatenare tutto...in realtà lui mi disse si era innescato qualcosa di più profondo, a livello neurologico appunto, e quando tante piccole cose si sommano ad una cosa più grande ecco che spesso non possiamo fare altro che sperare che il nostro piccolo soffra il meno possibile. Proprio come quando abbiamo accanto una persona che si ammala di queste malattie che "intrappolano" la persona in un mondo che non è più il proprio.

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Molto interessante e anche affascinante come argomento. Grazie Paolo, che condividi con noi i tuoi approfondimenti scientifici.

La malattia di Alzheimer è veramente brutta...credo che molti di noi hanno potuto "viverla" in famiglia tramite parenti più o meno vicini.

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