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paolo

Il prurito nel porcellino d'india.

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Questo contributo è inteso per fornire qualche nozione sull’argomento, non per sostituire il medico veterinario, ma per consentire una migliore interazione con esso nel riportare informazioni e sintomi.

Generalità

Nei piccoli mammiferi il prurito si può manifestare con grattamento, mordicchiamento, leccamento, strofinamento di parti del corpo contro oggetti e scuotimento della testa. Si accompagna spesso a lesioni che l’animale si procura da sé, quali escoriazioni, perdita di pelo (alopecia) diffusa o localizzata e formazione di croste.

La maggior parte delle condizioni che si manifestano con prurito nei piccoli mammiferi sono causate da parassiti cutanei (ectoparassiti), mentre cause batteriche, virali, allergiche, nutrizionali e comportamentali sono molto più rare.

Le forme parassitarie sono molto contagiose, anche se non è raro che gli animali in contatto con il soggetto colpito siano asintomatici, e alcuni parassiti sono trasmissibili all’uomo.

Non sempre le cavie si grattano per la presenza di parassiti, ma grattarsi di frequente, perdita di pelo, magari a chiazze irregolari, presenza di forfora, ulcere o croste possono essere segnali di infestazione da parassiti.

Per una corretta diagnostica della causa del prurito occorre valutare se l’animale è stato acquistato di recente o se è stato in contatto con animali di nuova introduzione, anche se tra l’acquisizione di un parassita e l’insorgenza di manifestazioni cliniche ad esso correlate possono passare settimane o mesi. E’ anche importante valutare se altri animali o persone in contatto presentano sintomi. Se recentemente sono stati applicati prodotti antiparassitari (in maniera corretta) la diagnosi di infestazione parassitaria è meno probabile.

Gli esami utili nelle malattie pruriginose sono i seguenti:

- Osservazione diretta. I parassiti, le loro uova adese al pelo e le loro feci, nel caso delle pulci, sono spesso visibili direttamente, con l’aiuto di una lente d’ingrandimento.

- Scotch test. E’ un esame particolarmente utile per rilevare la presenza di pidocchi, acari di superficie e/o uova adese ai peli. Per massimizzare la possibilità di trovare parassiti è preferibile raccogliere materiale da tutto il corpo dell’animale.

- Raschiati cutanei. I raschiati superficiali consentono di raccogliere gli acari, in genere abbondanti, e peli infetti da dermatofiti. Nel caso di Trixacarus caviae i parassiti possono essere difficili da trovare.

- Esame microscopico del pelo. Permette di osservare peli infetti da dermatofiti o uova di parassiti adese al pelo, e di valutare se il pelo è spezzato.

- Esame delle feci. Utile per la ricerca di vermi e delle loro uova.

- Trattamento con antiparassitari. E’ utile se si sospetta una rogna da acari, in cui i parassiti possono essere difficili da trovare. Si devono trattare tutti gli animali in contatto.

L’infestazione avviene per contatto con altri animali, oggetti o abiti sui quali i parassiti e le uova sono già presenti (anche il fieno può essere un veicolo di trasmissione).

Le difese del porcellino d’india sano possono mantenere sotto controllo la presenza di parassiti; noi possiamo aiutarlo spazzolando ed eventualmente sfoltendo il pelo, soprattutto se è naturalmente molto lungo, e pettinandolo con pettine a denti fitti per allontanare eventuali pulci e le uova dei pidocchi. Nel maschio una cura particolare si deve porre alla pulizia della zona genitale, dove si possono accumulare detriti di fieno, feci essiccate, granelli di lettiera...

La pulizia regolare degli ambienti, della gabbia e degli accessori è un’ottima misura di prevenzione o contenimento.

Esistono farmaci antiparassitari utilizzabili per la cavia, quali l’ivermectina, la selamectina e il piretro (o i suoi analoghi sintetici), da somministrare solo su indicazione del medico veterinario e nella posologia prescritta.

Le parassitosi possono essere causate da acari, da insetti, da funghi e da elminti (vermi).

Infestazione da acari.

Trixacarus caviae. Questo microscopico parassita, detto anche acaro della rogna, è piuttosto frequente nelle cavie e può rimanere silente per settimane o mesi prima della comparsa dei sintomi; non è quindi insolito che si renda clinicamente manifesto in animali che non hanno avuto contatto con altre cavie per lunghi periodi. La gravidanza, le malattie, la carenza di vitamina C e lo stress sono situazioni nelle quali l’infestazione può rendersi manifesta. Grattandosi l’animale si produce arrossamenti cutanei, aree prive di pelo, ferite e piaghe. L’acaro può causare un prurito così intenso che simula talvolta delle convulsioni epilettiche, arrivando a mettere la cavia in pericolo di vita a causa della disidratazione dovuta alle piaghe e perché l’animale smette di mangiare per il dolore.

Trixacarus caviae si trasmette principalmente per contatto con gli animali infestati, ma le uova possono essere trasportate incidentalmente. Solo questo acaro può infestare la cavia, mentre non si trova l’acaro della scabbia (che infesta anche gli umani).

Il parassita non è facile da osservare, quindi se si sospetta la malattia si può comunque provare a somministrare la terapia e a valutare i risultati.

Chirodiscoides caviae. Vive esclusivamente sulle cavie ed è un acaro del pelo relativamente innocuo, che causa poco disagio anche se presente in gran numero (pseudorogna). Gli adulti sono grandi circa mezzo millimetro e possono essere visti, pur con qualche difficoltà, mentre si muovono sul pelo dell’animale infestato.

Cheytiella parasitivorax è un acaro del pelo del coniglio che può essere ospitato anche da altri animali domestici: cani, gatti e porcellini d’india. E’ molto piccolo, meno di mezzo millimetro, per questo è osservabile come forfora che si muove nel pelo (walking dandruff, “forfora che cammina”). Non vive sull’uomo, ma se l’umano è stato in contatto con le cavie ospiti potrebbe accusare prurito provocato dagli enzimi digestivi che il parassita secerne per nutrirsi della pelle dell’ospite.

Infine, l’acaro delle orecchie dei conigli, Psoroptes cuniculi, può infestare anche le cavie. E’ un parassita abbastanza grande da essere visibile a occhio nudo. La cavia infestata si gratterà e scuoterà la testa, mentre il cerume nelle orecchie appare sporco e marrone-rossiccio.

Infestazione da pidocchi.

Gliricola porcelli e Gyropus ovalis sono tipici pidocchi della cavia. Entrambi sono lunghi un millimetro o poco più. Il primo, di forma più allungata, è più comune; il secondo è un pidocchio ovale. Un terzo tipo, Trimenopon hispidium, è particolarmente raro.

I Gliricola sono di colore banco-giallino, molto mobili e quindi abbastanza facilmente visibili in mezzo al pelo. Difficilmente abbandonano la cavia ospite, perché morirebbero. I pidocchi e le loro uova possono però passare da una cavia all’altra per contatto diretto o attraverso oggetti o la lettiera infestati, e anche dai vestiti di una persona alla cavia.

I pidocchi possono causare prurito, in genere lieve o moderato, eventualmente accompagnato da alopecia e crosticine, e le infestazioni più leggere possono passare inosservate. Solitamente si trovano intorno alla testa e al collo o sul posteriore.

Infestazione da pulci e zecche.

Pulci e zecche potrebbero infestare la cavia portate da altri animali domestici che hanno accesso all’esterno, subendo morsi dolorosi, rischiando la cosiddetta “anemia della pulce” e con la possibilità di essere infettate dal virus della mixomatosi.

Dermatofitosi o micosi.

La micosi nella cavia (tigna) può essere occasionalmente molto pruriginosa. Tipici dermatofiti della cavia sono Trichophyton mentagrophytes, Microsporum gypseum e Microsporum canis, che causano lesioni sul muso e da qui sul posteriore e sulle zampe. Pur non essendo frequentemente causa di malattia, può essere veicolato da molti animali e palesarsi clinicamente conseguentemente a malattia, stress, scarsa igiene ambientale o condizioni di elevata umidità (ricordiamo che la cavia proviene da zone con clima particolarmente asciutto). L’infestazione causa arrossamento della cute, perdita di pelo e formazione di crosticine.

Si deve sospettare una micosi se la ricerca di ectoparassiti ha dato risultato negativo; talvolta però le micosi sono concomitanti alle infestazioni da altri parassiti.

Le micosi possono interessare anche gli animali di casa e le persone.

Elmintiasi.

Le elmintiasi sono da sospettare in presenza di lesioni pruriginose intorno alla zona anale; solitamente sono causate dalla presenza di ossiuri, che si possono evidenziare con l’esame delle feci.

Cause diverse.

Come accennato in precedenza, anche le infezioni batteriche da streptococchi o stafilococchi (associate o meno ad adenopatia) possono causare lesioni cutanee pruriginose, anche suppurate; un esempio particolarmente grave è quello della pododermatite ulcerativa, provocata da una lettiera, fondo di gabbia o di recinto inadeguati, o dall’obesità della cavia.

L’infestazione da pulci può essere causa anche di una dermatite allergica.

Tra le cause nutrizionali abbiamo la classica carenza di vitamina C che favorisce l’insorgenza di infezioni con ferite e ulcere cutanee; secondariamente un’alimentazione ipoproteica e la carenza di acidi grassi essenziali.

Anche lo stress può provocare prurito e caduta del pelo, mentre in taluni soggetti (tipicamente giovani) si può osservare l’auto-barbering (picacismo); in quest’ultimo caso bisogna aggiungere fieno all’alimentazione e separare i soggetti colpiti.

Un cenno all’alopecia simmetrica dei fianchi della cavia femmina che si manifesta nella femmina verso la fine della gravidanza o subito dopo il parto, che è un evento fisiologico; in altri momenti può essere causata da disturbi ormonali per la presenza di cisti ovariche.

Fonti bibliografiche utilizzate:

dottoressa M. Avanzi: Prurito. Quaderni di Dermatologia 2008; 13: 7-11.

dott. V. Capello: Approccio diagnostico alle patologie cutanee del coniglio e dei piccoli roditori da compagnia. Veterinaria 1999; 13: 83-92.

In allegato alcune immagini:

1. infestazione da acari (diebrain.de);

2. lesione periorale da Trixacarus caviae (flickr.com);

3. infestazione da Trixacarus caviae (vetmanual.org); notare il pelo arruffato e l’aspetto debilitato;

4. perdita di pelo causata da Trixacarus caviae (guinealinx.info);

5. sezione che mostra i tunnel scavati nella cute da Trixacarus caviae (forum.zekoiprijatelji.com);

6. lesioni periauricolari da Chirodiscoides caviae (de.academic.ru);

7. infestazione da Chirodiscoides caviae (ehs.uc.edu);

8. infestazione da Cheytiella parasitivorax (miniaturkabeztajemnic.com);

9. effetto del contatto con Cheytiella parasitivorax sulla pelle umana (oslovet.veths.no);

10. infestazione da Psoroptes cuniculi in coniglio (bio.miami.edu);

11. pidocchi sul pelo di cavia (diebrain.de);

12. micosi nella cavia (da M. Avanzi in aaeweb.net).

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Mentre realizzavo la scheda in oggetto mi sono reso conto che mi grattavo per un prurito diffuso soprattutto su viso, testa e collo.

Quando mi sono reso conto che il prurito cessava negli altri momenti mi sono tranquillizzato, attribuendo quindi l'effetto all'autosuggestione.

Nel realizzare questo contributo non volevo creare allarmismi al vedere i porcelli che si grattano, magari un po' più frequentemente del solito, ma dare alcune informazioni di base e consentire una migliore interazione, se il caso, con il medico.

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veramente molto interessante,grazie!!!

anche se sarebbe utile vedere le immagini delle lesioni..angel.gif

Uhm... vediamo cosa posso fare. Appena avrò un po' di tempo provo a cercare qualche immagine esplicativa.

In margine alla scheda devo ancora dire che:

- il pellet di legno usato per la lettiera, e i vari tipi di lettiera in genere, non trasmettono parassiti;

- il fieno potrebbe talvolta contenere i parassiti o le loro uova.

Ricordiamo comunque che l'animale sano, ben curato e ben alimentato, difficilmente svilupperà una malattia a causa dell'infestazione.

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Senza entusiasmo, ma per una migliore completezza, ho allegato alla scheda delle immagini che spero possano essere esplicative.

Ho anche parzialmente rimaneggiato il testo, in particolare completandola con cenni sul prurito da presenza di elminti (vermi) e da cause diverse (allergiche, ambientali, alimentari, comportamentali).

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Ragazzi sono preoc una una delle mie cavie ha una crosta sotto nel pelo nel dorso, se gli è la tocco per guardare le da fastidio  piagnucolare come se gli fa male. E una specie di crosta lunga grigia sotto nel pelo. Non ha chiazze di pelo. Si fa le sue grattatine. Può essere un acaro o fungo? Può mischiarlo a noi umani? Ho visto la descrizione di Paolo non credo sia tigna o rogna. La Crostina è lunga grigia. Giorgina avuto sempre un po' di prurito o starnuti per via del fieno. 

Cosa può essere? 

 

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Non è facile risponderti e penso che solo un buon veterinario possa fare la diagnosi corretta e proporre quindi la terapia del caso.

Io propendo per un qualche parassita, perchè sul dorso la cavia non può arrivare a pulirsi e i parassiti trovano terreno.

Ti suggerisco quindi di portarla al più presto dal tuo veterinario di fiducia.

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12 ore fa, paolo ha scritto:

Non è facile risponderti e penso che solo un buon veterinario possa fare la diagnosi corretta e proporre quindi la terapia del caso.

Io propendo per un qualche parassita, perchè sul dorso la cavia non può arrivare a pulirsi e i parassiti trovano terreno.

Ti suggerisco quindi di portarla al più presto dal tuo veterinario di fiducia.

Anche io penso sia un parassita, ma Paolo dove può averlo preso? Stanno in casa nel pulito nel loro recinto. Non capisco. Fragolina non ha nulla ma le faccio controllare. 

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Può essere dovuto a tanti fattori. Spesso inoltre i parassiti si annidano sulla cavia e si manifestano ai nostri occhi più avanti, non è detto che se non si vedono non ci sono.

quando ho comprato la mia, sono emerse delle crosticine solo qualche settimana dopo. In più, oltre al fattore ambientale (altri animali in giro che possano entrare in contatto con le cavie, polvere) penso possa anche accadere che nel fieno si celi qualche acaro specialmente se proviene da prati non trattati.

io, dopo l’esperienza con Leah, ho comprato questo prodotto che si chiama Neoforactil, è semplicemente uno spray anti acaro e anti parassiti - attenzione perché c’è una versione apposita per conigli/roditori. Non lo uso con insistenza, semplicemente una volta ogni tot (2 mesi circa) mentre la cavia non è nel recinto, ne spruzzo un po’ negli angoli del recinto (uno spruzzo breve per ogni angolo), mai sopra il fieno o sopra al cibo, faccio questo lavoro senza avere cibo tra i piedi.

non è molto però visto che spesso le porto dell’erba raccolta nei prati, è un modo per stare tranquilla.

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Capita che i nostri amichetti pelosi all'improvviso siano attaccati da parassiti anche se non ci sono motivi apparenti di trasmissione. Le cause possono essere banali e molteplici e un po' di prevenzione con appositi preparati, come riferisce Random, può sempre essere utile.

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