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paolo

Piante commestibili e innocue.

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Acero

Acer campestre

ing: hedge maple, sycamore fr: erable champêtre sp: ahorn

Non costituisce pericolo.

A. campestre è diffuso in tutta Italia.

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Achillea o Millefoglie

Achillea millefolium

ing: yarrow fr: achillée millefeuille sp: milefolio

L'achillea è una piantina molto comune nei prati di tutta Italia. Può avere fiori bianchi o rosati ed è molto facile da riconoscere.

E' un’erba da prato commestibile, diffusa in tutte le regioni italiane.

Un consumo elevato può dare alle urine una innocua colorazione marrone scuro.

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Modificato da paolo
aggiornamento

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Albicocco

Prunus armeniaca

ing: apricot fr: abricot sp: albaricoque

E’ un albero diffuso in tutta Italia, privo di tossicità.

Le sole parti velenose della P. armeniaca sono i semi all’interno del nocciolo

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Betulla

Betula spp.

ing: birch fr: bouleau

E’ una pianta sicura perché contiene sostanze farmacologiche moderatamente attive solo se concentrate.

Betula alba e altre specie sono diffuse nell’Italia centro-settentrionale, ma esiste una B. aetnensis in Sicilia.

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Borsa del pastore

Capsella bursa pastoris

ing: shepherd's purse fr: capselle bourse-à-pasteur

Pianta comunissima nei prati, a volte addirittura invadente. E' facile da riconoscere per la caratteristica forma a cuoricino delle foglioline. E' commestibile anche per gli umani, sebbene abbia un sapore non particolarmente gradevole; viene però molto utilizzata in campo erboristico per le proprietà emostatiche.

Diffusa in tutta Italia.

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Camomilla

Matricaria chamomilla

ing: chamomile fr: camomille

La camomilla fresca o essiccata è un’erba che va benissimo.

E’ diffusa in tutta Italia.

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Castagno

Castanea sativa

ing: chestnut fr: châtaigner

Il castagno è totalmente commestibile, ma i suoi frutti sono particolarmente energetici.

Diffuso in tutta Italia.

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Cedro del Libano

Cedrus libani

ing: cedar of Lebanon fr: cèdre du Liban

Da non confondere con l’agrume Citrus medica.

Bisogna solo fare attenzione che non siano presenti resine.

Non è una pianta autoctona, la si può trovare usualmente nei parchi.

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Centocchio

Stellaria media

ing: common chickweed fr: mouron-des-oiseaux

Piantina infestante alta pochi centimetri, forma vasti tappeti di foglioline tenere costellate di minuscoli fiorellini bianchi a forma di stellina. E' molto comune, facile da trovare e riconoscere soprattutto in primavera e autunno quando l'altezza della vegetazione circostante rimane limitata. E' commestibile anche per gli umani.

Diffusa in tutta Italia.

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Coda di volpe

Alopecurus pratensis

ing: foxtail fr: vulpin des prés

La coda di volpe e' una graminacea commestibile molto simile al fleolo.

Diffusa in tutta Italia.

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Dracena

Dracaena spp.

ing: corn plant fr: dragonnier

Ne esistono numerose specie presenti come piante d’appartamento.

Assomiglia molto alla Yucca, detta anche Tronchetto della felicità, e con essa può essere confusa.

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Erba di campo

ing: field grass, green grass

L'erba di campo polifita è l'alimentazione più naturale e più adatta a piccoli roditori e conigli, particolarmente gradita da quelli che non la mangiano mai. Naturalmente una scorpacciata potrebbe causare qualche problema digestivo al pari di altri nuovi alimenti o nuove verdure; basta abituare l’animale progressivamente con quantitativi via via crescenti.

L’eventuale colorazione rossa delle urine non deve spaventare perché certe erbe contengono  componenti con una struttura chimica simile a quella dell'emoglobina del sangue.

Talvolta sull’erba bagnata si trova una schiuma che è stata depositata da un ragnetto: non è pericolosa e si elimina con una veloce lavata.

Quando si raccolgono erbe spontanee per l’uso di cavie, conigli e... umani, ricordare sempre:

- evitare la raccolta sui bordi delle strade o in parchi frequentati da cani o altri animali;

- non raccogliere erbe che non si conoscono o piante malate o ammuffite;

- dopo la raccolta non lasciare l’erba in sacchetti di plastica e non tenerla ammassata, ma arrivati a casa stendere quella che non verrà consumata subito su fogli di giornale o su un piano di legno, possibilmente lasciandola seccare al sole e smuovendola di tanto in tanto;

- alternate sempre l'erba fresca con la verdura e il fieno, soprattutto se i vostri animali non sono abituati a questo tipo di alimentazione naturale.

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Erba gatta o Gattaia

Nepeta cataria

ing: cat mint fr: herbe-aux-chats

Spesso apprezzata dai gatti perché contiene un terpene che ricorda un feromone felino.

Si può dare con moderazione perché è molto nutriente.

Diffusa in tutta Italia con l’eccezione della Sardegna, dove però è diffusa la gattaia di Sardegna (N. foliosa Moris).

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Erba miseria o Tradescanzia o Zebrina

Tradescantia spp.

Una serie di piante erbacee, apparentemente alquanto diverse tra loro, da noi coltivate come piante pendenti.

Non sono di interesse alimentare, ma non sarebbero velenose.

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Finocchio selvatico

Foeniculum vulgare

ing: wild fennel fr: fenouil commun

Ha caratteristiche simili al finocchio coltivato, ma profumo molto più intenso.

Diffuso in tutta Italia.

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Fleolo o Coda di topo o Codolina

Phleum pratense

ing: timothy, cat’s tail fr: fléole des prés

E' una graminacea molto comune; si riconosce per l'infiorescenza a pannocchia cilindrica molto stretta. E’ solitamente presente nel fieno comune; ha un elevato contenuto di fibra ed è quindi particolarmente indicato nell'alimentazione di porcellini d’india e conigli. Si può lasciare sempre a disposizione perché è molto gradito, non ingrassa, è ottimale per tenere limati i denti e anche come passatempo per gli animali.

Diffuso in tutta Italia.

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Forsizia

Forsythia spp.

ing: forsythia

Coltivata come pianta ornamentale a formare siepi nei giardini.

Distribuzione: vedi immagine.

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Frassino, Frassino maggiore, Orno o Orniello o Albero della manna

Fraxinus excelsior e Fraxinus ornus

ing: ash, manna ash fr: frêne

Le due specie più diffuse in Italia sono il frassino maggiore (F. excelsior) e l’orno (F. ornus), che contiene nel tronco e nei rami un succo zuccherino chiamato manna. Altri composti presenti nelle foglie potrebbero avere effetti sulla salute solo se estratti e concentrati.

Alberi diffusi in tutta Italia.

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Gelso bianco e Gelso nero

Morus alba, Morus nigra

ing: white mulberry, black mulberry fr: mûrier blanc, mûrier noir

Il gelso è molto comune nelle campagne, sia nella varietà alba che in quella nigra: la differenza tra le due si vede nella forma delle foglie e nel colore dei frutti, più chiari nella varietà alba e più scuri nella varietà nigra. La pianta è priva di tossicità; i frutti sono commestibili, ma attenzione a non raccoglierli acerbi perché contengono un allucinogeno.

Diffusi in tutta Italia.

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Ginseng o Panax

Ginseng panax

E’ una piantina proveniente dall’Estremo Oriente. Il nome ginseng deriva dal nome cinese Jen-Shen, cioè pianta-uomo, per la forma della sua radice; panax invece viene dal greco pan (tutto) e akèia (cura, rimedio), termine dal quale viene anche la parola italiana panacea, cioè rimedio a tutti i mali.

Presente anche in barrette e capsule per uso umano, potrebbe attrarre i porcellini. Sebbene il contenuto sia veramente minimo bisogna fare attenzione perché la quantità s'intende sempre per il nostro organismo, non per pesi piuma come porcelli e conigli.

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Ibisco

Hibiscus syriacus

ing. tree hollyhock, hibiscus

Il genere ibisco comprende numerose specie. In Italia la più frequentemente reperibile è H. syriacus, usato come pianta ornamentale.

Dai fiori essiccati si ottiene la bevanda conosciuta come karkadè. Non si conoscono effetti avversi dall’uso alimentare della pianta, però l’abuso può provocare dissenteria per un meccanismo osmotico dovuto ad acidi grassi poco assorbibili.

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Lavanda

Lavandula angustifolia

ing: lavender fr: lavande

I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi; vengono quindi usati nell’industria cosmetica e nell’aromaterapia.

I principi attivi si trovano principalmente nei fiori, da dove devono essere estratti e concentrati; il rischio di intossicazione assumendo la pianta (fiori, fusto e radici) è quindi decisamente remoto.

Per la diffusione vedi l’immagine.

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