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paolo

Sewall Wright. Consanguineità e genetica delle popolazioni.

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Sewall Wright

Melrose, Massachusetts 1889 – Madison, Wisconsin 1988

Genetista statunitense sostenitore del neodarwinismo (il gene è l’unità fondamentale dell’eredità e bersaglio dei meccanismi dell’evoluzione), docente all’università di Chicago (1926-1954) e poi all’università del Wisconsin (1955-1960).

Utilizzò le cavie nei suoi studi sulla genetica riportando eccellenti risultati raccolti poi in Evolution and the genetics of populations (4 volumi, 1968-78).

Nel 1980 vinse la medaglia Darwin, assegnata ogni due anni dalla Royal Society ai biologi che si sono distinti nei settori della biologia in cui lavorò Darwin, e nel 1984 il premio Balzan nella categoria “scienze fisiche, matematiche, naturali e medicina”.

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Insieme a Ronald Fisher e J.B.S. Haldane fu uno dei fondatori della genetica delle popolazioni; nel 1922 definì il coefficiente di parentela che consente di stabilire il grado di consanguineità fra due individui o più precisamente il loro grado di parentela biologica, cioè la misura del livello di somiglianza genetica tra due individui dovuta al fatto di avere geni identici provenienti da un avo comune. Il concetto fu inizialmente applicato nello studio del pedigree animale, per essere poi esteso alla genetica di popolazioni.

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più lontano è il grado di parentela, minore è la comunanza del patrimonio genetico

Oltre ai suoi studi pionieristici in genetica delle popolazioni, diede anche un importantissimo contributo alla statistica; studiando il peso dei porcellini d’india usò i metodi di analisi della varianza e della covarianza, che sarebbero stati poi perfezionati per l’utilizzo nella statistica generale (di questo, personalmente, gli sono grande debitore!).

Tra il 1915 e il 1925 Wright lavorò presso lo U.S. Bureau of Animal Husbandry dove il suo progetto principale fu lo studio degli incroci tra consanguinei. Wright si interessò all’eredità del colore del pelo nei piccoli mammiferi e negli anni esaminò 80.000 porcellini d’india, analizzando anche la trasmissione dei caratteri in accoppiamenti fratello-sorella, da confrontare con accoppiamenti casuali.

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La conclusione principale tratta dagli incroci consanguinei fu che c’era stato un marcato deterioramento di tutti i tratti vitali, a causa della selezione di elementi mendeliani sfavorevoli; in secondo luogo, incroci in cui sia i genitori sia la discendenza erano “meticci”, risultavano ancora più vigorosi del gruppo di controllo.

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tanto più stretto è il rapporto di parentela fra gli individui dell’incrocio, tanto più verranno a selezionarsi determinati geni, tra i quali ce ne saranno anche di sfavorevoli o addirittura letali.

La debolezza degli incroci tra consanguinei e il vigore degli ibridi sono concetti che oggi ci sono familiari, ma che al tempo dovevano ancora essere dimostrati e che hanno avuto grande rilevanza per l’allevamento e la selezione di animali e piante.

I suoi studi sulla pigmentazione dei porcellini d’india lo portarono a sviluppare dei contributi alla teoria dell’evoluzione mediante la selezione naturale. Egli vedeva l’evoluzione come un processo di spostamento da un’armoniosa combinazione di frequenze geniche verso un’altra meglio adattata all’ambiente circostante, anche con il concorso di fattori casuali: in definitiva una continua, irreversibile e rapida evoluzione delle specie.

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Stante l’utilizzo intensivo del porcellino d’india da parte di Wright non meraviglia che circolasse un aneddoto, smentito però dall’interessato, secondo il quale durante una sua lezione un porcellino d’india indisciplinato si sarebbe infilato nella buca del cancellino della lavagna e lo scienziato, sopra pensiero, l’avrebbe usato per pulire la lavagna stessa.

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Grazie Paolo per l'ennesimo interessante contributo che invii sul nostro Forum.

Divertente la "leggenda" del porcellino usato come cimosa!!:rotfl:/>

Bella anche la fotografia del 1920 in cui lo scienziato biologo tiene in braccio i due porcelli!

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Grazie per l'articolo, molto interessante!

Per quanto concerne la leggenda del porcellino-cancellino, beh, oltre a farmi sorridere mi ha ricordato che ai tempi delle superiori dicevo, scherzando, che i cancellini fossero fatti di pelliccia di topo infeltrito!:rotfl:/>

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