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paolo

Le cavie bianche e la Cavia Nera.

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Ripensandoci, nessuno avrebbe saputo dire da dove fosse arrivata e come.

Improvvisamente era lì, in mezzo a loro; una cavia nera, ma di un nero particolarissimo, che sembrava assorbire la luce del sole e abbassare la temperatura intorno. Il pelo era soffice e folto, ma sotto le ossa erano bene in evidenza e il corpo sembrava quasi scarno. Mangiava insieme alle cavie bianche della colonia Sottocolle, masticando gli arbusti poveri, ma ricchi di fibre, con quel gusto leggermente amarognolo che piaceva così tanto alle cavie della zona. E mentre mangiavano le altre la guardavano di sottecchi con i loro occhi miti e scuri come bottoni, senza preoccupazione, ma con una blanda curiosità; e anche la cavia nera li guardava, con quegli strani occhi rossi che sembravano avere un fuoco all'interno.

E ad un tratto sembrò che la cavia nera diventasse più grande, più grande di loro, mentre gli occhi prendevano ad avvampare e ad avvolgere la colonia con uno sguardo che era come un incantesimo, mentre dal sole sembrava giungere improvvisamente un'aria di neve.

Ma fu un attimo: le cavie bianche si disposero in circolo, come obbedendo ad un comando giunto da una voce senza suono, e presero a muoversi intorno ritmando il loro passo; il ritmo, inizialmente lento, divenne sempre più incalzante e la cavia nera fu presa dal vortice creato dalla colonia. La danza divenne sempre più indiavolata: le immagini e i colori si fondevano, creando come un arcobaleno, poi, piano piano, il ritmo andò scemando e le cavie si ritrovarono a guardarsi, attonite. La strana cavia nera non c'era più e nessuno la rivide mai, né allora né dopo.

E il sole, nel cielo azzurro, prese di nuovo a scaldare la terra e gli animi.

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Un attimo fa mi è venuta in mente l'immagine di una cavia nera in mezzo a tante cavie bianche.

In un paio di minuti ho buttato giù di getto quelle poche righe; spero non vi dispiacciano.

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Ammetto, sono tata rapita dal ritmo incalzante e leggendo sono rimasta col fiato sospeso. Un lato nascosto del nostro Paolo che mi lasciata piacevolmente colpita.:afro:/>

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Vi ringrazio!

Ci sono dei racconti che sono fermi da anni, magari ogni tanto aggiungo due parole o rifinisco qualcosina.

In altri momenti, invece, come in questo caso, un'idea e le parole arrivano all'improvviso e io le butto giù di getto. Inutile dire che sono momenti molto rari.

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Ho letto solo ora questo breve ma intenso racconto che pare giungere da altri tempi. Bello ed emozionante... Nella mia mente sono nate delle immagini. Grazie Paolo...aspettiamo altre belle "improvvisazioni" letterarie.

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